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Meloni prende le distanze da Salvini sulla morte di Navalny: “Chiara responsabilità del regime russo”

Giorgia Meloni ha ribadito la linea del suo governo sulla morte di Alexei Navalny: se non fosse stato imprigionato in quelle condizioni sarebbe ancora vivo, quindi la responsabilità è del regime russo. Una posizione distante da quella del suo alleato Matteo Salvini.
A cura di Luca Pons
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La morte di Alexei Navalny, dissidente politico russo e oppositore di Vladimir Putin, è stata una chiara responsabilità del regime russo. Lo ha ribadito anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal Giornale. La sua presa di posizione si distanza così da quella di Matteo Salvini, che in diverse occasioni ha rifiutato di dare la colpa per la morte di Navalny al governo di Putin.

Meloni ha detto che "se Navalny non fosse stato imprigionato dal governo russo in un carcere siberiano e in condizioni durissime, non solo oggi sarebbe un uomo libero ma anche vivo e in salute". Per questo, ha concluso, "le responsabilità del regime russo sono chiare". Pur senza citare mai Vladimir Putin, la presidente del Consiglio ha quindi chiarito la linea del governo su quanto accaduto, come aveva fatto il suo sottosegretario di fiducia, Giovanbattista Fazzolari, pochi giorni fa ai microfoni di Fanpage.it.

L'attenzione di Meloni è poi rimasta sulla Russia: sono passati due anni dall'invasione dell'Ucraina, e la guerra non sembra essere vicina a una conclusione. La leader di Fratelli d'Italia ha confermato ancora una volta il sostegno a Kiev: "Difendere l'Ucraina non vuol dire amare la guerra, ma esattamente il contrario. Vuol dire allontanare la guerra, tutelare il nostro interesse nazionale e impedire che il sistema internazionale fondato sulle regole vada definitivamente in frantumi". Poi ha sottolineato che rispetto a due anni fa "le ambizioni di Mosca si sono infrante"sulla "resistenza del popolo ucraino", che ha impedito una conquista rapida.

Meloni non ha detto se ci sia il rischio di perdere il conflitto. Si è limitata a sottolineare: "L'Ucraina non è capitolata in pochi giorni, ha liberato gran parte del territorio occupato, ha reso inimmaginabile ogni ipotesi di invasione totale e ha inferto alla Russia perdite estremamente ingenti". Ora però c'è il tema della pace, con i negoziati che sembrano essere spariti dalla retorica dei vertici politici mondiali. Per arrivare alle trattative, ha detto Meloni, bisogna continuare il conflitto: "Putin può essere convinto a sedersi al tavolo dei negoziati solo se viene garantito l'equilibrio delle forze in campo. E questo può essere assicurato solo se l'Italia, l'Europa e l'Occidente continueranno ad aiutare l'Ucraina".

La presidente del Consiglio ha anche parlato del conflitto in Medio Oriente: "Se la Russia non avesse invaso l'Ucraina, con ogni probabilità Hamas non avrebbe sferrato un attacco di quel tipo contro Israele. Era inevitabile che una violazione così grave del sistema internazionale fondato sul diritto, peraltro per mano di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, avesse conseguenze a cascata su altre aree e quadranti del mondo". Adesso, però, Israele è isolata: "Il brutale attacco di Hamas" ha "spinto Israele ad una reazione talmente dura che lo ha portato all'isolamento, tanto in Medio Oriente quanto nelle opinioni pubbliche occidentali. Per questo, chi, come noi, lavora a una de-escalation lo fa soprattutto nell'interesse di Israele e per una fine immediata della crisi".

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