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Meloni: “Combattiamo evasione fiscale vera, non presunta. Basta menzogne insopportabili su partite Iva”

Lo Stato deve combattere “l’insopportabile equazione secondo cui una partita Iva deve essere un evasore per nascita” e concentrarsi sul contrasto all’evasione fiscale “vera”, non quella “presunta”: lo dice Giorgia Meloni all’assemblea della Cna.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo deve preoccuparsi di contrastare l'evasione "vera", non quella "presunta". Lo ha detto Giorgia Meloni nel suo intervento all'assemblea nazionale della Cna, ribadendo anche la sua promessa elettorale di voler rivoluzionare il rapporto dei cittadini con il Fisco. E affermando di voler spezzare "l'insopportabile equazione secondo cui un artigiano, una partita Iva, deve essere un evasore per nascita". Per la presidente del Consiglio, questa è "una menzogna, una falsità ideologica che per troppi anni ha giustificato un atteggiamento persecutorio e infondato". Meloni ha quindi aggiunto: "Vogliamo dimostrare quanto questo pregiudizio sia sbagliato creando un nuovo rapporto tra Stato, cittadini e imprese basato su un principio: e cioè che lo Stato e i cittadini sono esattamente come un'azienda: più lavorano più riusciranno a produrre ricchezza".

Le norme approvate dal governo in materia fiscale, ha proseguito la leader di Fratelli d'Italia, rispecchiano il "segno dello Stato che si vuole fidare dei suoi cittadini". Proprio nei giorni scorsi il Cdm ha approvato un nuovo provvedimento che "interviene sulla disciplina dell'accertamento, riduce le sanzioni e introduce il concordato preventivo biennale", dimostrando come l'approccio sia cambiato rispetto al passato e punti a "non disturbare chi vuole fare".

Questo non significa, ha detto ancora Meloni, che il governo stia abbassando la guardia contro l'evasione fiscale: "Anzi, più lo Stato è comprensivo e attento, più dovrà essere efficace nella sua azione quando qualcuno dovesse pensare di fregarlo per forza". Nella riforma fiscale "ci occupiamo anche di garantire maggiore efficacia dello Stato nel combattere l'evasione fiscale, ma ovviamente quella vera, non quella presunta", ha aggiunto la presidente del Consiglio.

Per poi ribadire il suo giudizio generale sulla Manovra: "Ci siamo rimboccati le maniche, nonostante le risorse a disposizione non fossero molte e nonostante i debiti pregressi, come quello del Superbonus per 24 miliardi, o i maggiori interessi sul debito figli della decisione della Banca centrale europea di alzare i tassi di interesse. Abbiamo chiesto al Parlamento uno scostamento necessario per circa 15 miliardi circa, abbiamo tagliato la spesa pubblica, messo da parte qualche risorsa e concentrato tutto quello che avevamo su poche misure prioritarie ed espansive".

Per Meloni la priorità a questo punto è risolvere la questione dell'instabilità politica. Il governo intende farlo con la riforma costituzionale che, tra le altre cose, introdurrà l'elezione diretta del presidente del Consiglio: "Cercheremo il consenso ampio in Parlamento, se non sarà possibile chiederemo ai cittadini cosa pensano. Confido che gli italiani non si faranno sfuggire l'occasione di approvare la madre di tutte le riforme. In 75 anni di storia repubblicana, noi abbiamo avuto 68 governi, con un orizzonte medio di un anno e mezzo e lo abbiamo pagato".

Infine la leader di Fratelli d'Italia ha concluso: "Senza l'artigianato e le piccole e medie imprese semplicemente non esisterebbe il Made in Italy, e l'Italia non potrebbe contare sul patrimonio di conoscenze, qualità e innovazione che ci permette di essere conosciuti sui mercati internazionali. Noi vogliamo essere un po' come voi, degli artigiani dell'Italia, occuparci della nostra nazione e del nostro popolo con la stessa meticolosità, lo stesso amore, lo stesso cuore con cui un artigiano realizza i suoi prodotti".

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