video suggerito
video suggerito
Manovra 2026

Manovra: nel 2027 si allunga di un mese l’età pensionabile, TFR ancora bloccato per i dipendenti pubblici

Il governo si prepara a reintrodurre, in modo graduale, l’aumento dell’età pensionabile legato al meccanismo di adeguamento alla speranza di vita, con un incremento di un mese a partire dal 2027. Resta irrisolto il problema del ritardo nel pagamento del TFR per i dipendenti pubblici.
A cura di Francesca Moriero
21 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

A partire dal 1° gennaio 2027, l'età per andare in pensione potrebbe aumentare di un mese, passando così da 67 anni netti a 67 anni e 1 mese. È questa una delle ipotesi più concrete che il governo sta valutando di inserire nella Manovra 2025. Anche se la misura non è ancora definitiva, sembra essere la strada più probabile, soprattutto dopo che è stata accantonata l'idea, inizialmente sostenuta dalla Lega, di bloccare del tutto l'aumento legato all'aspettativa di vita.

Si va verso un aumento graduale

Il meccanismo automatico che adegua l’età pensionabile alla speranza di vita, introdotto dal 2009, prevedeva un incremento di tre mesi dal 2027. Ma il governo sta studiando una soluzione più “morbida”: aumentare di un solo mese nel 2027, poi due mesi nel 2028, e infine arrivare ai tre mesi nel 2029.

In questo modo si spalmerebbe l'aumento su tre anni, riducendo l'impatto immediato sui lavoratori e contenendo i costi per lo Stato. Bloccare totalmente i tre mesi costerebbe infatti circa 3 miliardi di euro all'anno, mentre con l'aumento graduale la spesa si fermerebbe a 1,5 miliardi nel primo anno e 2 miliardi a regime.

Chi sarebbe escluso dall'aumento

L'unico blocco totale all'aumento riguarderebbe una minoranza di lavoratori: quelli considerati "precoci", cioè quelli che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e quelli impiegati in lavori usuranti. Per loro resterebbero validi i requisiti già in vigore:

  • 41 anni di contributi per i lavoratori precoci
  • 61 anni e 7 mesi di età + 35 anni di contributi per i lavori usuranti

Secondo i dati, nel 2024 sono stati circa 13mila i pensionamenti con questi canali, cioè meno del 3% del totale.

Il caso TFR: attese fino a 27 mesi per il pubblico impiego

Accanto al tema dell'età pensionabile, resta però aperta un'altra questione spinosa, soprattutto per i dipendenti pubblici e cioè il ritardo nel pagamento del TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Chi lavora nel pubblico e va in pensione, specie con un'uscita anticipata, può aspettare fino a 27 mesi per ricevere la propria liquidazione; anche su questo fronte, la Manovra non sembra prevedere interventi correttivi.

Nonostante le richieste dei sindacati e le promesse di riforma, non ci sono segnali concreti di una revisione delle tempistiche. Questo cosa significa? Significa che il TFR resta molto distante, rendendo ancora più pesante la transizione dalla vita lavorativa al pensionamento. Per molti lavoratori, infatti, il TFR rappresenta una risorsa ponte fondamentale: è spesso l'unica somma liquida a disposizione al momento dell'uscita dal lavoro, utile cioè per coprire spese immediate, sostenere eventuali familiari o semplicemente gestire il periodo iniziale prima dell’arrivo pieno del trattamento pensionistico.

In assenza di questa liquidazione, chi lascia il lavoro rischia di trovarsi senza reddito pieno e senza risparmi disponibili, proprio in una fase di forte cambiamento personale ed economico.

Un ritorno al meccanismo automatico

Anche se l’aumento previsto per il 2027 è modesto, solo un mese in più, la scelta del governo indica con chiarezza che non intende più bloccare completamente l'adeguamento dell'età pensionabile in base alla speranza di vita. Anzi, il meccanismo di aggiornamento automatico, introdotto nel 2009, sarà nuovamente applicato, anche se in modo più graduale e attenuato rispetto al passato. Questa decisione servirebbe anche a rassicurare l'Europa e le agenzie di rating sulla solidità e sostenibilità del sistema pensionistico italiano, dimostrando che il governo mantiene il controllo delle finanze pubbliche e segue regole condivise a livello internazionale.

Il blocco totale degli aumenti, che era stato promesso in campagna elettorale e sostenuto da molte forze politiche fino a poco tempo fa, Lega in primis, sembra quindi essere stato abbandonato, almeno per la maggior parte dei lavoratori.

21 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views