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Manovra 2026

Manovra, martedì 14 ottobre il testo in Cdm per l’approvazione: le novità e le misure sul tavolo

Martedì la manovra 2026 approderà in Cdm per l’approvazione. Diverse le misure allo studio: dal taglio dell’Irpef alle pensioni, fino alla rottamazione e agli interventi per famiglie. Ma si discute anche di un contributo da parte delle banche e nuovi finanziamenti alla sanità.
A cura di Giulia Casula
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Comincia a definirsi la manovra 2026. Martedì il testo della prossima legge di bilancio approderà in Consiglio dei ministri per l'approvazione, assieme al Documento programmatico di bilancio che andrà inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre. Diverse le misure allo studio: il taglio della seconda aliquota Irpef al 33% per i redditi fino a 50mila euro, incentivi, interventi sulle pensioni e la rottamazione delle cartelle sono le principali, ma si discute anche di un contributo da parte delle banche e nuovi finanziamenti alla sanità. Le risorse a disposizione però, circa 16 miliardi, non consentiranno di accontentare tutte le richieste arrivate finora dagli alleati e occorrerà trovare un compromesso.

La misura principale è sicuramente la riforma dell'Irpef, ovvero il passaggio della seconda aliquota dal 35% al 33% per i redditi tra i 28mila e 50mila euro. Secondo i tecnici la riduzione dovrebbe costare fino a 2,5 miliardi e far risparmiare ai contribuenti più o meno 44o euro l'anno. Forza Italia però, spinge per estendere il taglio anche a chi guadagna fino a 60mila euro ma in questo caso il costo sarebbe ben più alto, attorno ai 5 miliardi.

La Lega invece, insiste per una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Una delle ultime ipotesi di quella che Matteo Salvini ha definito "pace fiscale" consisterebbe in una rateizzazione in nove anni e 108 rate, con possibili limiti all'ingresso, che lascerebbero fuori coloro che non hanno debiti collegati a condanne penali o chi in passato ha aderito alla rottamazione senza però finire di saldare il debito col Fisco. Si parla anche di una rata minima di 50 euro per accelerare le sanatorie più esigue.

Un altro nodo è quello delle pensioni. Al vaglio c'è il congelamento dell'aumento dell'età pensionabile al 2027, che sarà selettivo e probabilmente avverrà in modo graduale. L'idea è di sterilizzare l'innalzamento connesso alla crescita della speranza di vita solo a coloro che avranno compiuto 64 anni nel 2027.

Criteri di selettività potrebbero essere applicati anche al bonus casa. La proroga dello sconto al 50% anche al 2026 (anziché al 36% come previsto inizialmente) dovrebbe riguardare solo le prime case e secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, avverrà in modo "selettivo". Restano ancora da capire però, quali paletti verranno fissati e chi eventualmente resterà escluso.

Si discute anche di interventi per le famiglie, come il bonus mamme o il congedo parentale facoltativo all'80% dello stipendio per tre mesi dopo la fine di quello obbligatorio. E ancora, l'Ires premiale, ovvero il taglio dell'aliquota al 20% per le imprese che decidono di investire una parte degli utili sulla loro crescita, introdotta con la scorsa manovra e che ora attende di essere riconfermata. Complessivamente questo pacchetto dovrebbe richiedere quasi 2 miliardi, a cui si aggiungono gli investimenti da destinare a uno dei capitoli più urgenti: la sanità. L'intenzione è quella di incrementare i fondi per il Servizio sanitario nazionale con altri 2,5 miliardi, che verranno allocati principalmente su interventi quali nuove assunzioni e liste d'attesa.

Un altro punto a cui starebbe lavorando Palazzo Chigi è la riduzione, se non addirittura la cancellazione, delle imposte sulla tredicesima. La detassazione dovrebbe servire ad aumentare gli stipendi e potenziare il potere d'acquisto dei lavoratori, ma gli elevati costi di una misura simile la rendono per ora difficilmente realizzabile.

Per recuperare risorse aggiuntive e ampliare i margini di manovra, il governo punta a un aiuto da parte delle banche, anche se non è ancora chiaro se si deciderà di ricorrere nuovamente al rinvio delle Dta (le imposte imposte differite attive) come per il 2025, o se si procederà su un'altra strada.

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