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Manovra 2026

Manovra 2026, il governo dopo il Cdm annuncia le novità su Irpef, stipendi e bonus: cosa cambia

I primi punti fissi della legge di bilancio 2026 ci sono, ma nella manovra restano anche tante incognite. Il governo Meloni nel Cdm di oggi ha stabilito alcuni interventi su tasse, bonus e non solo. Ma il via libera definitivo al testo è rimandato a venerdì. Ecco cosa sappiamo finora e cosa resta da decidere.
A cura di Luca Pons
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Il taglio dell'Irpef nella legge di bilancio 2026 ci sarà, ma senza estenderlo ai redditi fino a 60mila euro. Lo stesso vale per la conferma dei bonus edilizi, per una riforma dell'Isee che coinvolgerà anche le case, e per altri interventi minori (tra cui il rinvio di un anno della sugar tax e della plastic tax). Il tutto costerà, in media, 18 miliardi di euro all'anno. Queste le anticipazioni sulla manovra emerse al Consiglio dei ministri di oggi.

L'incontro è servito al governo Meloni soprattutto per rispettare gli obblighi contabili: approvato il Documento programmatico di bilancio (Dpb), che va inviato all'Unione europea domani e che traccia il quadro economico della manovra 2026. Per quanto riguarda la legge di bilancio, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha illustrato le linee principali ai colleghi di governo, ma ha lasciato diversi punti nel silenzio quasi totale: due su tutti, le pensioni e la rottamazione fiscale. I lavori continuano senza sosta. L'appuntamento per il via libera definitivo è a venerdì 17 ottobre, con un nuovo Cdm che dovrebbe approvare il testo e inviarlo al Parlamento.

Taglio dell'Irpef 2026, chi ci guadagna e chi resta fuori

Si sa che l'intervento più significativo su cui il governo punta è il taglio dell'Irpef. Il ministero ha dato alcune informazioni, ma non tutti i dettagli: "Anche la prossima legge di bilancio proseguirà il percorso di riduzione della tassazione sui redditi da lavoro che il governo sta portando avanti dall’inizio della legislatura", e  in particolare la legge di bilancio "ridurrà la seconda aliquota Irpef, che dall’attuale 35% passerà al 33%".

Confermato, quindi, il taglio. I redditi da 28mila a 50mila euro potranno beneficiare di un'aliquota leggermente più bassa, che porterà risparmi significativi soprattutto a chi guadagna 50mila euro e più. Il ministero non specifica – e questo è già indicativo – se ci sarà anche l'allargamento della fascia di reddito a cui si applica questa aliquota. Forza Italia ha spinto a lungo per estendere il 33% fino a 60mila euro, mentre oggi da 50mila euro in su si paga il 43%.

Ma in questo modo la misura sarebbe stata troppo costosa. Con tutta probabilità, quindi, il governo ha rinunciato. Lo dimostra anche il fatto che il ministero stima che questo taglio dell'Irpef costerà "9 miliardi di euro" in tre anni. Ovvero, circa tre miliardi di euro all'anno. Le stime era che allargare il taglio fino ai 60mila euro sarebbe costato oltre quattro miliardi. Resta da vedere se per chi ha redditi molto alti (ad esempio, sopra i 200mila euro) i benefici del taglio saranno ‘neutralizzati', come ipotizzato negli ultimi giorni.

Confermato il bonus Casa al 50%

I bonus edilizi saranno confermati nel 2024 alle "stesse condizioni previste per l’anno 2025". Questo significa che, come era circolato già nelle scorse settimane, il bonus casa resterà al 50% sulle prime abitazioni. Allontanato, quindi, il rischio che il bonus venisse confermato ma solo in modo "selettivo", come aveva detto il ministro Giorgetti in Senato.

Si pensava che avrebbero potuto apparire dei requisiti aggiuntivi da rispettare, come dei tetti di reddito. Così non è stato, apparentemente, visto che il comunicato del Mef ha specificato che si tratterà delle "stesse condizioni": sconto del 50% per i lavori sulla prima casa e del 36% sugli altri immobili, con un tetto massimo di spesa fissato a 96mila euro.

Riforma dell'Isee, cambiano le regole su casa e familiari

Confermata anche un'altra misura discussa negli ultimi giorni: una riforma dell'Isee che cambia il modo di calcolare l'indicatore. In questo caso, come nei precedenti, non ci sono dettagli. Il ministero ha confermato che è prevista una "revisione della disciplina per il calcolo dell’Isee", che riguarderà il "valore della casa" (si è parlato di escludere la prima casa, entro un certo valore) e anche le "scale di equivalenza", cioè il sistema che fa sì che l'Isee sia più basso per le famiglie numerose e quelle in cui ci sono persone con disabilità o minorenni. Questo intervento richiederà 500 milioni di euro all'anno.

Altri tre miliardi di euro, poi, andranno per misure dedicata alla "famiglia" e al "contrasto alla povertà". Per il momento non ci sono ulteriori chiarimenti.

Rinviate ancora sugar tax e plastic tax, sugli stipendi pochi dettagli

L'entrata in vigore della sugar tax e della plastic tax sarà rimandata al 31 dicembre 2026. Si tratta dell'ennesimo rinvio per le due imposte, lanciate dal governo Conte bis e mai applicate, che sarebbero partite il 1° gennaio del prossimo anno senza un ulteriore intervento.

In più, il ministero conferma anche che ci saranno dei fondi aggiuntivi per la sanità, che dovrebbero servire soprattutto per nuove assunzioni. Oltre ai soldi già previsti dall'ultima legge di bilancio, "pari a oltre 5 miliardi per il 2026 e il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028", andranno ad aggiungersi "2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo".

Ancora, nella manovra ci saranno due miliardi di euro dedicati a "favorire l'adeguamento salariale al costo della vita". In questo caso, nessun dettaglio. Le misure dovrebbero essere quelle dedicate alle buste paga: sul tavolo la detassazione della tredicesima, quella degli straordinari e dei festivi, ma anche degli aumenti contrattuali. Norme che, evidentemente, sono ancora da definire. Si parla poi di quattro miliardi di euro per il "sostegno delle imprese e, più in generale, dell’innovazione", con la conferma del "credito d'imposta per le imprese ubicate nelle Zone economiche speciali" e nelle "Zone logistiche semplificate".

Cosa non sappiamo ancora: le incognite su banche, pensioni e rottamazione

Nella manovra 2026 restano però anche tante incognite. Una riguarda i soldi che il governo userà per pagare queste misure. Il ministero ha confermato che ci saranno risorse economiche "reperite a carico degli intermediari finanziari e assicurativi": il famoso contributo versato dalle banche e assicurazioni, che però è ancora da definire. Potrebbe trattarsi di poco più o poco meno di tre miliardi di euro, anche se alcune anticipazioni si spingono fino a oltre i quattro. La trattativa è ancora in corso.

Soprattutto, ci sono dei dubbi su due temi centrali: la rottamazione delle cartelle e le pensioni. In entrambi i casi si tratta di proposte care alla Lega, e il ministero dell'Economia (pur guidato dal leghista Giorgetti) si è limitato ad aggiungere una postilla al comunicato: "Nella manovra saranno definite anche le iniziative di pacificazione fiscale rivolte ai contribuenti e sulle pensioni", in particolare per quanto riguarda "l'aspettativa di vita".

La rottamazione, o pace fiscale, potrebbe prevedere 108 rate in nove anni. Le cifre sono ancora da definire. Per quanto riguarda le pensioni, invece, il governo potrebbe decidere di rimangiarsi la promessa fatta e far scattare un aumento dell'età pensionabile nel 2027. L'ipotesi più gettonata al momento è di farlo partire a scaglioni: un mese nel 2027, un altro nel 2028 e un terzo aumento nel 2029, invece di tre mesi in un colpo solo. Dovrebbero essere tutelati solo i lavoratori precoci (quelli che hanno iniziato prima dei 18 anni) e quelli con mansioni usuranti. Ma per ora il governo si è limitato a dire che il tema pensioni "ci sarà" nella manovra.

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