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L’Ue ha un nuovo accordo sul clima, emissioni ridotte del 90% entro il 2040: cosa cambia

Dopo 24 ore di negoziati, gli Stati europei hanno raggiunto a maggioranza un nuovo accordo sul Green deal per il clima: le emissioni inquinanti dovranno scendere del 90% entro il 2040 (rispetto al livello del 1990). Si potranno usare dei “crediti internazionali”, cioè progetti ambientali realizzati in altri Paesi. Soddisfatta del compromesso l’Italia, che all’inizio era contraria.
A cura di Luca Pons
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Sono servite 24 ore di trattative quasi ininterrotte, tra tutti i ministri dell'Ambiente dell'Unione europea, ma alla fine al Consiglio Ue è arrivato un accordo sul clima che fissa un nuovo obiettivo da raggiungere: la riduzione delle emissioni del 90%, rispetto a livello del 1990, entro il 2040. La proposta non è ancora in vigore: ora tocca al Parlamento europeo raggiungere una posizione, poi ci sarà l'ultimo negoziato. Ma questo era considerato lo scoglio più importante da superare. Si sono opposti solo Slovacchia, Ungheria e Polonia, mentre si sono astenuti Belgio e Bulgaria. L'Italia, che a lungo ha guidato lo schieramento dei contrari, alla fine è stata convinta dal compromesso raggiunto.

La proposta sul tavolo, arrivata dalla Commissione europea, era una revisione della legge climatica per introdurre un nuovo target, cioè appunto la riduzione del 90% della CO2 entro il 2040. Il grande obiettivo resta la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050, questo è un paletto intermedio per rendere più concreto e dettagliato il percorso verso i tagli.

Tra le novità c'è il fatto che per raggiungere questa soglia – il calo del 90% della CO2 emessa – gli Stati potranno anche usare dei cosiddetti "crediti internazionali", ovvero sostanzialmente dei progetti ambientali effettuati in altri Paesi, al di fuori dell'Ue. Può trattarsi di riforestazione, investimenti in energie rinnovabili o altre iniziative simili. Questi "crediti" potranno valere al massimo il 5% della riduzione (prima dei negoziati il limite era al 3%, è stato alzato per venire incontro agli scettici).

Questi progetti dovranno essere "di alta qualità", con un contributo "ambizioso ed efficiente in termini di costi". Non solo: dal 2030 in poi si potrà valutare se permettere un ulteriore 5% con i crediti a livello domestico, cambiando di nuovo la legge.

Un aspetto su cui i critici puntavano molto, infatti, è la possibilità di rivedere l'obiettivo del 2040 nel tempo. Dall'anno dopo l'adozione del regolamento, e poi ogni due anni, la Commissione dovrà infatti valutare come sta andando il taglio della CO2. E, eventualmente, potrà decidere di abbassare l'asticella se le condizioni lo dovessero richiedere. Ci sarà anche un "freno di emergenza" da attivare nel caso di crisi energetiche o economiche.

In più, si è deciso di rinviare l'Ets 2. Il meccanismo europeo che obbliga le aziende a pagare se superano una certa quota di emissioni doveva allargarsi anche al trasporto stradale e al riscaldamento degli edifici già dal 2027, ma la scadenza è stata rinviata al 2028. Ancora – e questo è un punto su cui l'Italia spingeva particolarmente – nelle revisioni delle politiche ambientali dopo il 2030 la Commissione europea dovrà tenere i conto i carburanti a zero e a basse emissioni di carbonio: questo include anche i biocarburanti.

L'intesa arriva quando mancano pochi giorni all'inizio della Cop30, la conferenza internazionale sul clima che si svolgerà a Belém, in Brasile. Qui l'Ue comunicherà quale sarà il suo contributo in termini di taglio delle emissioni entro il 2035.

L'Italia era alla guida dei Paesi scettici sul nuovo accordo, ma alla fine il governo Meloni si è convinto grazie a una serie di compromessi. Il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che è "un compromesso buono che accoglie le istanze presentate dall'Italia", che erano "rilevanti, importanti ed equilibrate".

Il prossimo passaggio, quello del Parlamento europeo, è atteso il 13 novembre. La legge è passata dalla commissione Ambiente, e arriverà all'assemblea plenaria. La posizione, con tutta probabilità, sarà simile a quella adottata oggi dagli Stati.

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