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Elezioni politiche 2022

Le condizioni di Calenda per l’alleanza tra Azione, +Europa e il Partito Democratico

Con una lettera diretta al segretario del Pd, Azione e +Europa dettano le condizioni per l’alleanza: trovare un programma comune ed evitare candidati divisivi nei collegi uninominali.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'ingresso di Azione e +Europa nella coalizione a guida Pd è sempre più difficile. Carlo Calenda aveva promesso una risposta entro oggi, ed effettivamente questa risposta è arrivata, tramite una lettera che ha pubblicato sui suoi social diretta a Enrico Letta. Il leader di Azione ha rilasciato anche un'intervista al Corriere della Sera in cui si è detto deluso. Insomma, l'accordo sembra sempre più lontano, nonostante le parti dicano di voler trovare la quadra per fare un percorso insieme e provare a battere la destra.

Le condizioni di Azione e +Europa sono sostanzialmente due: trovare un programma comune, soprattutto sui punti divisivi, ed evitare le candidature nei collegi uninominali di chi non ha appoggiato il governo Draghi, non ha dato la fiducia e in generale se parliamo di figure politiche non gradite.

Il punto è che, se si corre in coalizione, si può presentare un solo candidato per collegio uninominale. La parte di maggioritario – poco più di un terzo dei parlamentari vengono eletti così – è il vero nodo di questa corsa elettorale: la destra è avanti in gran parte d'Italia e il centrosinistra sa che se vuole competere deve allargare il campo il più possibile.

La proposta di Calenda è: teniamo fuori i nomi divisivi dal maggioritario, in modo che non siano tecnicamente eletti con i voti di altri partiti. Per Fratoianni, Bonelli e Di Maio – che oggi presenterà il suo ‘Impegno Civico' – la candidatura deve arrivare nel proporzionale, dove ogni partito presenta una lista nei collegi plurinominali. Calenda, tra l'altro, al Corriere dice anche che gli è stato chiesto – e che così sarà in caso di alleanza – di candidare le neoentrate Mariastella Gelmini e Mara Carfagna al proporzionale.

Ecco la lettera integrale inviata al segretario del Pd, Enrico Letta:

Caro Enrico,

dando seguito al dialogo e al confronto di questi giorni, riteniamo necessario sottoporti nuovamente le nostre valutazioni. Siamo molto preoccupati di come si va costruendo l'alleanza Repubblicana. Come ti diciamo da giorni, la scelta di includere sempre più persone che hanno votato la sfiducia a Draghi o ne avversano pubblicamente l'agenda, e la mancanza di risposta sui punti programmatici proposti, rendono debole e contraddittoria un'eventuale comune proposta di Governo. Solo così si battono i sovranisti.

Sebbene siamo convinti dell'opportunità di un accordo elettorale sui collegi uninominali che veda coinvolta la federazione Azione/+Europa e il Pd, al fine ultimo di non favorire la destra guidata da Meloni (ferma restando la rispettiva autonomia nella conduzione della campagna elettorale), esistono per noi due punti imprescindibili:

1) non un voto di +Europa e Azione può andare a persone che non hanno votato la fiducia a Draghi, che sostengono la necessità di abbandonare quella agenda o che hanno inventato partiti all'ultimo secondo. Se è vostro fermo desiderio candidare queste persone fatelo non negli uninominali ma nel proporzionale. Del resto noi abbiamo preso l'impegno di evitare candidature "difficili" per gli elettori del Pd nei collegi uninominali.

2) una cosa è avere programmi diversi, altra è non avere alcuna omogeneità. Come avrai visto, la nostra proposta per un'agenda repubblicana contiene tanti elementi che ci accomunano, dal salario minimo ai diritti. Ma su infrastrutture energetiche, revisione (non abolizione) del Rdc, politiche fiscali e di bilancio occorre trovare punti di compatibilità.

Questi temi ti sono noti da giorni. Il tempo stringe. Ti chiediamo rapidamente una risposta.

Grazie.

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