Le compagnie telefoniche potranno aumentare le tariffe automaticamente: la proposta della maggioranza al Senato

Un aumento del prezzo dell'offerta telefonica, ogni anno, in misura superiore all'inflazione. Il cliente dovrà essere informato con almeno due mesi di anticipo, ma non potrà disdire gratuitamente l'abbonamento a seguito del rincaro. Questa, almeno, è la novità che il centrodestra potrebbe inserire nel ddl Concorrenza, su proposta di Forza Italia.
Altri emendamenti – di FdI, Lega, FI e Italia viva – riguardano le operazioni di telemarketing: se approvati darebbero il via libera ai call center per usare ancora più numeri telefonici per le loro chiamate promozionali. Il testo del ddl è in lavorazione al Senato da mesi, in commissione Industria, e a fine settembre sono stati depositate le proposte di modifica. La votazione dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.
Rincaro automatico per l'offerta telefonica, e niente disdetta gratuita per i clienti
La prima misura riguarda l'aumento automatico delle tariffe per le offerte telefoniche. Il testo della proposta si trova in un emendamento di Forza Italia, a prima firma del senatore Antonio Trevisi (eletto con il M5s ma passato a FI nell'estate dello scorso anno).
Oggi le regole sono queste: una compagnia telefonica può alzare il prezzo dell'offerta se è passato almeno un anno da quando il cliente ha firmato il contratto; e l'aumento nel caso deve essere uguale all'indice di inflazione. Questo significa peraltro che se l'inflazione è negativa (è avvenuto per esempio nel 2020 e nel 2016) il prezzo scende. Se l'aumento di prezzo invece è più alto dell'inflazione, il cliente può decidere di disdire l'offerta gratuitamente e passare a un altro operatore.
La nuova proposta di FI darebbe molta più libertà alle aziende. Potrebbero mettere nei contratti "una clausola di adeguamento automatico dei prezzi" con cui le tariffe si alzerebbero non solo in misura pari all'inflazione, ma anche oltre, con una percentuale aggiuntiva da "rendere nota all'utente" prima che firmi.
L'aumento dei prezzi potrebbe scattare "non più di una volta l'anno", con un preavviso di "almeno due mesi", e avrebbe effetto sui prezzi "applicabili per i successivi dodici mesi". Qui c'è però una differenza chiave: il rincaro, anche se è più alto dell'inflazione, non sarebbe considerato una "modifica delle condizioni contrattuali". Quindi, niente disdetta gratuita. Se si volesse cambiare operatore per evitare l'aumento della tariffa bisognerebbe pagare.
Le novità non si applicherebbero ai contratti già in vigore, ma solo a quelli nuovi. Oppure a quelli ‘vecchi' che hanno subito un cambiamento arbitrario delle condizioni economiche da parte dell'azienda negli ultimi dodici mesi.
Più contatti ai call center promozionali
Un'altra possibile novità, che riguarda i call center, è stata proposta invece non solo da Forza Italia, ma anche da FdI, Lega e anche Italia viva. Il testo degli emendamenti è identico: si tratta di dare ai call center accesso a un database di numeri di telefono che invece oggi è tutelato.
Uno degli articoli del Codice della comunicazione, infatti, afferma che le compagnie telefoniche non possono trasmettere ai loro call center i numeri che vengono inseriti nel cosiddetto "database per la portabilità dei numeri mobili", e neanche le informazioni che vengono acquisite "per esigenze di carattere propriamente operativo". Sono numeri e informazioni di contatto che servono per motivazioni tecniche, ma sono tutelate dall'uso per finalità pubblicitarie.
I partiti di maggioranza e IV hanno chiesto di aggiungere una sola frase per far saltare, in parte, questa tutela. I numeri e le informazioni di contatto raccolte per "esigenze di carattere propriamente operativo" potrebbero essere inviati ai call center e ai centri di telemarketing. Basterebbe che il cliente "abbia prestato il proprio consenso all'utilizzo di detti dati". Con tutta probabilità, la procedura si ridurrebbe a un click o una crocetta per il consenso, e a quel punto si aprirebbe l'ennesima possibilità di campagne di telemarketing aggressive.