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L’assemblea del Partito Democratico ha approvato il nuovo manifesto ‘Italia 2030’

Il Partito Democratico ha approvato il nuovo manifesto ‘Italia 2030’, dopo una lunga assemblea in cui sono intervenuti tutti i candidati alla segreteria.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Partito Democratico ha approvato il suo nuovo manifesto ‘Italia 2030'. L'assemblea riunita oggi a Roma – con gran parte dei partecipanti collegati comunque in remoto – ha dato il via libera, oltre che a una serie di aggiustamenti tecnici al regolamento e revisioni dello statuto, al nuovo manifesto scritto in queste settimane. Sul palco dell'assemblea sono intervenuti moltissimi esponenti dem, sia di primo piano che meno noti, e soprattutto i quattro candidati alla segreteria. Ad aprire i lavori è stata la presidente Cuppi, poi ha tenuto un lungo discorso di congedo – in sostanza – il segretario uscente Enrico Letta.

Le quindici pagine di manifesto si aprono con un concetto chiaro: "Un nuovo Pd per promuovere lo sviluppo sostenibile, lottare contro tutte le disuguaglianze e difendere e rafforzare la democrazia". Si parte dall'articolo 3 della Costituzione, e dalla difesa della Carta. Il manifesto cita le "tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale". La centralità dell'istruzione e della sanità, il welfare e il lavoro dignitoso. L'obiettivo è "restituire alle giovani e ai giovani che crescono in Italia l’opportunità di costruire percorsi di vita autonomi". L'emergenza climatica è centrale, per questo la data del 2030.

C'è un intero paragrafo dedicato a "rilanciare il progetto europeo", perché "il futuro dell’Italia è in un’Europa più unita". Il cuore dell'identità del Partito Democratico, secondo il nuovo manifesto approvato dall'assemblea è "lottare contro tutte le disuguaglianze". Si parla della parità di genere, dei diritti Lgbtq, dell'eliminazione della povertà. Poi si torna sull'istruzione, che sia "strumento di emancipazione" per tutte e tutti. Sull'emergenza climatica è tempo di "scelte coraggiose", secondo il manifesto.

Infine la difesa della Costituzione, che rende più forte la democrazia: no alle scorciatoie come il presidenzialismo, che "comprimono gli spazi di partecipazione e che rinunciano a trovare un giusto equilibrio tra i principi di rappresentanza e di governabilità". E infine la conclusione, netta: "Noi restiamo saldamente convinti che la democrazia sia il sistema migliore, il più attrezzato per rispondere alle grandi sfide della nostra epoca. L’unico in grado di difendere realmente pace, giustizia sociale, diritti umani e clima, in Italia e nel mondo".

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