Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

L’ambasciatore israeliano: “Vittime civili e carestia? In guerra si fanno errori, ma la colpa è tutta di Hamas”

L’ambasciatore israeliano a Roma Jonathan Peled ha risposto ad alcune domande di Fanpage.it sulle accuse e le critiche all’azione del governo Netanyahu nella Striscia di Gaza. Nelle scorse ore i governi di 25 Paesi, tra cui l’Italia, hanno firmato un appello a Israele perché interrompa le operazioni militari a Gaza e permetta l’accesso agli aiuti umanitari per la popolazione.
A cura di Redazione
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di Marco Billeci e Luca Pons

Oggi Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha ricevuto il premio Italia-Israele sollevando le proteste dell'opposizione. Nel corso della presentazione, Salvini non ha mai parlato degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza che hanno ucciso decine di migliaia di civili. All'evento Fanpage.it ha potuto intervistare Jonathan Peled, ambasciatore israeliano a Roma, che ha risposto alle critiche della comunità internazionale all'azione militare di Tel Aviv. A partire dalla dichiarazione firmata da 25 Paesi, tra cui l'Italia, che condanna la strage di civili. Ma, ha detto Peled, anche se in guerra si fanno "degli errori", la colpa è "di Hamas".

"Stato palestinese? Non parliamo del futuro"

"L'Italia è un grande amico di Israele, abbiamo un'alleanza strategica e un un rapporto importante tra Gerusalemme e Roma. Ma a volte anche tra amici si può avere discussioni e differenze di opinione", ha detto l'ambasciatore commentando la dichiarazione firmata dal governo Meloni. "Per noi in questa dichiarazione mancava un appello diretto a Hamas per accettare l'accordo per il cessate il fuoco e per liberare gli ostaggi". Nel testo della dichiarazione, in realtà, si parla degli "ostaggi trattenuti crudelmente da Hamas" e si "condanna" la loro detenzione chiedendo "il loro rilascio immediato e incondizionato".

Peled ha respinto l'idea che ci sia un problema nell'azione del suo governo, se anche Paesi così vicini a Israele chiedono di fermare gli attacchi: "Lo ha detto adesso il ministro Salvini: nel momento in cui Hamas dice ‘Sì', si è fermata la guerra. Questo è il nostro obiettivo adesso, oggi: terminare, finalizzare questa guerra e passare a una parte diplomatica e politica".

Questa soluzione politica, però, non è chiara. Si limita a "liberare gli ostaggi, poter aprire più aiuti umanitari a Gaza e liberare i palestinesi in Gaza dal governo terroristico di Hamas". Se nel futuro ci sia spazio per uno Stato palestinese o meno, l'ambasciatore non è disposto a dirlo: "Noi non pianifichiamo o parliamo del futuro dei palestinesi, è il loro futuro e il loro destino. Per noi l'importante è liberare gli ostaggi; la sicurezza per Israele; che Gaza mai continuerà a essere un un luogo da cui lanciare migliaia di missili; e potere ritornare tornare a vivere in pace con i nostri vicini palestinesi".

Aiuti umanitari: "È Hamas che non vuole farli arrivare"

La condanna internazionale alle azioni del governo israeliano si concentra, tra l'altro, anche sul nodo degli aiuti umanitari. Il sistema imposto da Israele, che ha sostituito quello gestito dall'Onu, secondo moltissime testimonianze non funziona e sta portando a morire di fame migliaia di persone. Senza parlare delle stragi compiute dall'esercito israeliano tra le persone in coda per ricevere cibo e acqua.

Ma per Peled non ci sono problemi, anche in questo caso: "Non abbiamo sbagliato, abbiamo tutte le forze per dare l'aiuto umanitario al popolo palestinese di Gaza". E se gli aiuti non arrivano è "perché Hamas non vuole che questi aiuti umanitari arrivino al suo popolo. Questo è il dilemma, questa è la grande tragedia dei palestinesi: che il loro governo di Hamas li usa come scudi umani e non permette che gli aiuti umanitari arrivino".

L'attacco alla chiesa cristiana: "In guerra si fanno errori"

Se c'è un singolo attacco nella Striscia di Gaza che ha fatto mobilitare il governo italiano – e che ha sollevato anche la reazione degli Stati Uniti di Donald Trump – è stato il bombardamento alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia, che ha causato tre vittime. Su questo, dopo la pressione degli Usa, il premier israeliano Netanyahu si è scusato. E anche l'ambasciatore Peled ha concesso: "In guerra sfortunatamente si fanno anche errori".

Ma questa idea di ‘errore' non si applica alle decine di migliaia di vittime civili registrate finora. "Sfortunatamente, in una guerra – è per noi un gran dolore – in una guerra per difendere la sicurezza di Israele ci sono anche vittime. Per questo il mondo deve fare più pressione su Hamas per terminare questa guerra, perché tutto è in mano di Hamas".

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