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La “proposta” di Beppe Grillo: senatori eletti a sorte fra i cittadini

Grillo dal suo blog propone: “Selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento”. I vantaggi sarebbero molti: “Il 50% sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbero gente comune”. Il primo passo proposto è la scelta a sorteggio dei senatori.
A cura di Giorgio Tabani
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 "Oggi dobbiamo porci due domande. La prima è se vivere in democrazia sia una buona cosa, la seconda è se le nostre democrazie stanno funzionando bene". Da queste considerazioni parte la riflessione che Beppe Grillo fa sul suo blog, con il post: "Il più grande inganno della Politica: farci credere che servano i politici". Il garante del Movimento 5 Stelle propone allora una soluzione radicale: "Selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento".

Sebbene il suo pensiero non rappresenti la linea ufficiale del M5S dopo la separazione del suo blog dal cosiddetto Blog delle Stelle, Grillo dettaglia per la prima volta in modo così esteso (dopo una prima volta nel 2006) un progetto di rifondazione della democrazia a partire dal sorteggio. Lo scorso febbraio dal blog era stata consigliata la lettura del libro "Contro le elezioni, perché votare non è più democratico" del giornalista e scrittore belga David Van Reybrouck che, già dal titolo, indicava un chiaro percorso da seguire. Il sistema del sorteggio, per Grillo, avrebbe molti vantaggi:

Il 50% sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbero gente comune. Sarebbe un microcosmo della società. significherebbe la fine dei politici e della politica come l’abbiamo sempre pensata.

Si tratta di un ritorno alle origini, spiega sempre il fondatore del Movimento 5 Stelle:

La selezione casuale è stata un elemento chiave del modo in cui si è svolta la democrazia nell’antica Atene. La “demarchia” era un concetto fondante della civiltà classica, anche Aristotele, nella Retorica, definisce la democrazia stessa come la forma in cui si estraggono a sorte i rappresentanti. Gli antichi Ateniesi selezionavano a caso i cittadini per occupare la maggior parte dei loro posti politici. Sapevano che le elezioni erano dispositivi aristocratici.

Grillo indica la strada di un'introduzione graduale, prima di arrivare alla completa e totale sostituzione delle elezioni con il sorteggio:

Possiamo introdurla nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in altre istituzioni, come sta facendo “Democracy In Practice” in Bolivia. Possiamo tenere giurie politiche e assemblee di cittadini, come sta facendo la New Democracy Foundation in Australia, o come sta facendo il Jefferson Center  negli Stati Uniti e come sta facendo il governo irlandese in questo momento o come la Fondazione Sortition sta facendo nel Regno Unito.

Per iniziare, in Italia, si potrebbe riformare il sistema di elezione dei senatori:

Una seconda camera nel nostro parlamento, piena di persone scelte a caso, un senato dei cittadini, se volete. C’è una campagna per un senato popolare in Francia e un’altra campagna in Scozia. Sarebbe come un cavallo di Troia nel cuore del governo.

La riflessione su nuovi strumenti di partecipazione democratica è da sempre uno dei punti di forza del M5s. Già il co-fondatore Gianroberto Casaleggio aveva dichiarato dal palco del VDay 3 che il M5S stava "cercando di introdurre dei concetti che abbiamo ribattezzato democrazia diretta, però in Italia non c’è neppure la democrazia". Da ultimo era venuta la scelta di Riccardo Fraccaro come ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, una delega prevista per la prima volta all'interno di un governo italiano. Il neo ministro aveva parlato della sua nomina dicendo:

Sarà prioritario introdurre anche nuovi strumenti di democrazia diretta, a partire dal referendum propositivo che consente ai cittadini di partecipare al potere legislativo vincolando i propri rappresentanti al pieno rispetto della volontà popolare. La democrazia diretta è nel Dna del MoVimento 5 Stelle e sarà al centro della nostra azione di governo.

Sempre Casaleggio in un'intervista del 2013 aveva dettagliato alcune proposte: "Le più immediate sono il referendum propositivo senza quorum, l’'obbligatorietà della discussione parlamentare delle leggi di iniziativa popolare, l’'elezione diretta del candidato che deve essere residente nel collegio dove si presenta, l’'abolizione del voto segreto, l'’introduzione del vincolo di mandato" aggiungendo poi che in generale era "necessario rivedere l’'architettura costituzionale nel suo complesso in funzione della democrazia diretta". In particolare al centro Casaleggio poneva il ruolo di internet, altro tema storico del Movimento: "La Rete rende possibili due estremi: la democrazia diretta con la partecipazione collettiva e l’'accesso a un’informazione non mediata, oppure una neo-dittatura orwelliana". D'altronde per la piattaforma online del M5S era stato scelto il nome del filosofo Jean Jacques Rousseau che, ricorda Davide Casaleggio in un intervento sul Washington Post di pochi mesi mesi fa, "sosteneva che la politica doveva riflettere la volontà generale del popolo. Ed è esattamente ciò che fa la nostra piattaforma: consente ai cittadini di partecipare alla vita politica. La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, ha dato una nuova centralità del cittadino nella società". Un sistema, Rousseau, dove – secondo i 5 Stelle – "puoi esprimere le tue idee e sostenere le sfide in cui credi, proponendo disegni di legge, votando le leggi proposte dagli altri utenti che ritieni più utili o urgenti, e portando tematiche di interesse collettivo all’attenzione dei nostri Portavoce".

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