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La proposta del candidato sindaco no vax a Ravenna: “Infettiamo i giovani con i malati di Covid”

Emanuele Panizza, candidato sindaco a Ravenna con il Movimento 3V, ha lanciato una serie di proposte shock. Oltre agli ormai classici – cure domiciliari, idrossiclorochina e varianti che nascerebbero dai vaccini – Panizza si è concentrato soprattutto sui giovani: “Ragazzi e bambini sani devono sviluppare la malattia, basta fargli frequentare le persone positive al Covid anziché isolarle”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Infettare i giovani di proposito, non vaccinarli, togliere il green pass. Queste sono solo alcune delle proposte del candidato sindaco di Ravenna per il Movimento 3V – vaccini vogliamo verità, poi diventato verità libertà – Emanuele Panizza, attualmente consigliere comunale con un passato nel Movimento 5 Stelle. Intervistato da Ravennatoday fa il punto sulla campagna elettorale a due settimane dal voto, lui che è stato tra i primi a presentarsi tra i candidati sindaci. Nel repertorio, però, tra proposte per la città e un riepilogo di quanto fatto in Consiglio comunale, c'è una buona quantità di teorie no vax e antiscientifiche sul Covid.

Secondo Panizza "questa malattia è curabile con le terapie domiciliari, con farmaci come la idrossiclorochina e la tetramicina, e intervenendo prontamente nelle sue prime fasi si riducono sostanzialmente le ospedalizzazioni". Insomma, ancora le cure domiciliari. "Io non sono un medico – ammette – però uso la logica". È giusto "vaccinare le persone più anziane, fragili e a rischio", ma "vaccinare i giovani o chi gode di buona salute non è la soluzione che questi professori dicono essere quella corretta". E poi un altro classico: "Sono i vaccini stessi che creano le varianti più resistenti ai vaccini". Il green pass, invece, è "un abominio che va ritirato, non ha nessuna valenza dal punto di vista sanitario". E promette: "Se io dovessi diventare sindaco, visto che nei poteri del sindaco c'è quello della tutela della salute, io il green pass nel Comune di Ravenna non lo applico, lo tolgo".

Ma quindi cosa bisogna fare con i più giovani? La risposta di Panizza è ancora più scioccante: "I ragazzi e i bambini sani devono sviluppare la malattia, basterebbe che quando c'è una persona positiva, anziché isolarla e tenerla in casa, in maniera controllata venisse fatta frequentare dai giovani". Ma attenzione: "Sotto controllo medico". Una specie di contagio monitorato mirato ai più piccoli: "Così in 10-12 giorni quel ragazzo è a posto e avendo contratto la malattia ha sviluppato anticorpi che proteggono davvero dall'infezione, molto più di quelli del vaccino". E poi spiega che il ruolo del suo Movimento è andare "contro un sistema", ma in modo "assolutamente democratico". Tanto è stato il successo delle sue parole, dice lui, che lo stanno contattando "tanti insegnanti, sanitari e mamme" che lo chiamano "piangendo" perché "cercano persone positive per poter andare a casa loro o mandarci i loro figli per poter contrarre il Covid ed evitare in tutti i modi il vaccino".

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