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La Procura di Roma archivia le indagini su Matteo Renzi e Lucio Presta per finanziamento illecito

Le indagini, basate su documenti emersi nel 2019, erano state rese note al pubblico a metà 2021. Dopo quasi due anni, la Procura di Roma ha deciso di archiviarle. Lo ha annunciato lo stesso Presta su Twitter, mentre Renzi si è limitato a condividere il suo messaggio.
A cura di Luca Pons
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Il giudice per le indagini preliminari della Procura di Roma ha archiviato le indagini che riguardavano l'ex presidente del Consiglio e oggi leader di Italia viva Matteo Renzi, il manager televisivo Lucio Presta e suo figlio Niccolò. L'inchiesta riguardava l'ipotesi di finanziamento illecito, per i rapporti economici che c'erano tra Renzi e Presta e nel dettaglio per i proventi del documentario di Renzi "Firenze secondo me". Nel 2019, quei bonifici erano stati presi in considerazione dalla sezione antiriciclaggio dell'Unità di informazione finanziaria di Roma.

A sollecitare l'archiviazione delle indagini sono stati due procuratori aggiunti, Stefano Pesci e Paolo Ielo. L'annuncio della chiusura dell'inchiesta è stato dato dallo stesso Presta, che su Twitter ha scritto: "Desidero ringraziare la Procura di Roma che la svolto le indagini che mi vedevano indagato con il senatore Matteo Renzi", sottolineando che queste indagini si sono "concluse con l'archiviazione. Li ringrazio", ha proseguito Presta, "per aver avuto la professionalità e l'equilibrio che hanno garantito di salvaguardare la mia rispettabilità, la mia professionalità, la vita mia e quella di mio figlio Niccolò". Il manager ha ringraziato anche "i legali (Cersosimo-Lucarelli) per il grande lavoro svolto".

Cosa riguardavano le indagini su Lucio Presta e Matteo Renzi

L'indagine che coinvolgeva i due era stata resa nota nel 2021. Riguardava, come detto, i rapporti economici tra i due e una serie di bonifici che complessivamente raggiungevano quasi i 750mila euro, fatti da Presta a Renzi. I versamenti erano stati fatti per pagare i diritti d'immagine in esclusiva per alcuni progetti televisivi. Non, quindi, in relazione al documentario. L'ipotesi della Procura era che ci fossero dei contratti falsi e delle fatture per operazioni inesistenti per dedurre poi quelle cifre dalle proprie dichiarazioni dei redditi in quanto costi d'impresa. Gli uffici di Presta erano stati perquisiti.

Quando l'indagine era emersa, Renzi aveva dichiarato: "Male non fare, paura non avere. Quest'avviso di garanzia non so in cosa possa sostanziarsi, tutte le nostre attività sono legali. Si parla di una mia attività, che sarebbe finanziamento illecito alla politica, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Ma aspettiamo gli atti. Con molta tranquillità dico che vado avanti a testa alta, non ho niente da nascondere o di cui vergognarmi". L'archiviazione delle indagini effettuata dalla Procura, circa un anno e mezzo dopo, ha chiuso la vicenda.

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