video suggerito
video suggerito

Ipotesi bollette gonfiate per 5 mld: cosa dice l’indagine Arera e perché le opposizioni attaccano il governo

Continua a far discutere la pubblicazione dell’indagine Arera sul mercato elettrico, secondo cui i produttori energetici potrebbero aver avuto 5 miliardi di extra-ricavi nel biennio 2023-24. Elettricità Futura respinge le accuse, ma Pd, M5s e Avs chiedono un chiarimento al governo sugli aumenti in bolletta: “Inquietante: ci sarebbe stato un cartello di produttori di energia che nel momento di maggiore crisi avrebbe ridotto le forniture per far salire artificiosamente i prezzi”.
A cura di Annalisa Cangemi
100 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Le bollette degli utenti italiani sono state gonfiate di oltre 5 miliardi? Martedì scorso l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha pubblicato un'indagine che solleva dubbi sulle pratiche dei produttori energetici relative al biennio 2023-24, che avrebbero incassato in tutto 5 miliardi in più dalle bollette delle famiglie e delle imprese, come ha denunciato un articolo del Fatto Quotidiano. Nel rapporto, partito dal sospetto di un comportamento anomalo di un operatore, per poi allargarsi (anche nel testo non sono citati gli operatori), si parla di "probabili condotte di trattenimento economico di capacità" da parte delle centrali elettriche, cosa che avrebbe poi determinato l'aumento smodato dei prezzi dell'energia per i consumatori.

In pratica l'ipotesi è che i produttori di energia elettrica abbiano manipolato il mercato, speculando appunto con il "trattenimento economico di capacità", ovvero trattenendo volontariamente parte della propria capacità produttiva di energia, decidendo di non offrire tale capacità, vendendo meno elettricità di quando potessero produrne e modificando così artificialmente i prezzi, che sono così schizzati verso l'alto. In parole povere, una quota di energia invece di essere venduta sarebbe stata trattenuta al fine di tenere più alto il prezzo.

Sul quotidiano diretto da Marco Travaglio si spiega che le centrali elettriche avrebbero presentato offerte di energia sul mercato per una capacità di produzione di elettricità inferiore a quella reale dell'impianto e quindi, chiamate a produrre (secondo l'ordine di vendita), hanno prodotto meno energia di quella che avrebbero potuto, a un prezzo tendenzialmente superiore. Si tratta di una pratica che potrebbe essere considerata lecita in base alla leggi nazionali – in questo caso comunque dovrebbe esserci una ragione economica valida e spetta al produttore fornire le prove – ma potrebbe essere lesiva del corretto funzionamento del mercato elettrico.

Il rapporto di Arera è stato condotto su un periodo in cui tra l'altro il mercato dell'energia risentiva ancora dell'impennata dei prezzi causata dalla guerra in Ucraina. Si chiama tecnicamenter "Indagine conoscitiva sul mercato elettrico del giorno prima". Arera l'aveva avviata con una delibera a ottobre. Due settimane fa, l'Autorità aveva respinto una richiesta di accesso agli atti avanzata dal Fatto Quotidiano per avere il testo licenziato dagli uffici tecnici. Poi, ed è strano che si tratti di una coincidenza, poco dopo l'indagine è stata pubblicata, senza un comunicato. Il Fatto Quotidiano spiega che l'indagine ha riguardato le tre tipologie di centrali determinanti per la formazione del prezzo: a ciclo combinato a gas, gli impianti eolici e quelli solari.

La cifra del aggravio per gli utenti 5 miliardi, che equivale quindi a extra ricavo illeciti per i produttori, non è indicata da Arera, ma si può ricavare l'impatto medio sul Pun (prezzo unico nazionale dell'elettricità) per il consumo elettrico nazionale. Il giornalista Carlo Di Foggia spiega che l'impatto medio di questi comportamenti opachi sul Pun sarebbe di 9,3 euro nel 2023, e di 8,5 euro nel 2024. Moltiplicando questi valori per i consumi medi degli italiani si arriverebbe a quota 5 miliardi di extra-ricavi per gli operatori.

Al momento, come ha spiegato la stessa Autorità, si parla di simulazioni. Per certificare i comportamenti illeciti e passare a eventuali sanzioni serviranno altri approfondimenti tecnici e analisi, e Arera dovrà sentire gli operatori interessati, che potrebbero anche motivare le loro scelte e fornire prove della correttezza delle pratiche adottate. Comunque non è escluso che siano stati inclusi anche operatori italiani.

Le reazioni: Pd-M5s-Avs chiedono informativa urgente

Naturalmente l'indagine ha suscitato polemiche, e le opposizioni chiedono al governo chiarimenti. Pd, M5S e Avs hanno chiesto, nell'Aula della Camera, un'informativa urgente al ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. "Apprendiamo oggi (ieri ndr) dell'indagine Arera relativa agli anni 2023-24 da cui emergono fatti inquietanti: ci sarebbe stato un cartello di produttori di energia che nel momento di maggiore crisi avrebbe ridotto le forniture per far salire artificiosamente i prezzi, in un periodo in cui il paese era sotto pressione per cause esogene. Da questa pratica sarebbero conseguiti aumenti in bollette per famiglie e imprese di 5 miliardi di euro" che hanno messo "in ginocchio migliaia di imprese e famiglie", ha affermato Enrico Cappelletti del M5s.

"Quello che oggi ha riportato il ‘Fatto Quotidiano' è di una gravità inaudita" ha detto Angelo Bonelli (Avs). Il ministro "dovrebbe svolgere un'azione immediata non solo di verifica ma di coinvolgimento dell'autorità giudiziaria. Ci troveremmo di fronte ad una truffa nei confronti dello Stato" di cui hanno pagato le spese "le imprese e famiglie italiane". Alla richiesta si è associato anche il Pd che ha sollecitato il "chiarimento da parte del governo sulle bollette gonfiate o presunte tali", ha detto il dem Alberto Pandolfo. Secondo Annalisa Corrado, responsabile Conversione Ecologica del Pd ed europarlamentare S&D, si tratta di "Un rapporto che arriva con tre mesi di ritardo", "Ma dimostra infine che avevano ragione a parlare di un Robin Hood perverso, che ruba ai poveri per dare ai ricchi". L'indagine, scrive la dem, è stata avviata a seguito delle richieste del Pd: "Emerge oggi con chiarezza quello che andiamo dicendo da almeno due anni e su cui abbiamo chiesto trasparenza in ogni sede: c'è stata, e c'è ancora, speculazione sui mercati energetici italiani all'ingrosso dove si forma il prezzo unico nazionale".

La maggioranza replica: "Nessun illecito"

"Stupefacente il Pd e compagnia cantando. Il rapporto Arera è uscito martedì, ma i democratici se ne sono accorti solo due giorni dopo e solo grazie a un titolone de "Il Fatto Quotidiano" – ha detto in una nota Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e Responsabile nazionale dei Dipartimenti del partito azzurro – Peccato, però, che a sinistra, come spesso accade, non abbiano colto il senso dell'articolo, o perché non sono in grado di leggerlo o per malafede. Se si va al di là del solito titolone ad effetto, infatti, lo stesso articolo spiega, senza ombra di dubbio alcuna, che non si tratta di una indagine, ma di un rapporto parziale per stessa ammissione dell'Authority e che, pertanto, non ha rilevato alcuno comportamento illecito. Un autogol clamoroso, l'ennesimo, da parte di quegli esponenti politici che hanno dimostrato di non saper nemmeno leggere il testo. Speriamo, a questo punto, si tratti di un abbaglio, causato da un deficit di attenzione estivo".

La risposta dei produttori di energia: "Ipotesi infondate"

A stretto giro è arrivata anche la replica del settore, che ha rimandato al mittente le accuse, tramite l'associazione Elettricità Futura, che rappresenta oltre il 70% del mercato dei produttori elettrici italiani.

"Il rapporto Arera sul mercato elettrico italiano non ha evidenziato alcun comportamento illecito da parte delle società produttrici e anzi lo stesso documento esplicita la necessità di affinare caso per caso le ipotesi adottate e riconosce che, allo stato attuale, non è possibile attribuire una connotazione abusiva ai comportamenti osservati. Elettricità Futura, principale associazione del settore elettrico che rappresenta oltre il 70% del mercato, è pronta a mostrare la reale situazione del settore per tutelare non solo i produttori, ma anche l'indotto e i lavoratori dell'intera filiera, in un'ottica di totale trasparenza verso i clienti", si legge nella nota di Elettricità Futura. "Colpisce – prosegue – che un Collegio ormai in scadenza si affretti a pubblicare un documento definito incompleto dall'Autorità stessa e facilmente strumentalizzabile, alimentando così incertezza tra consumatori, imprese e operatori e lasciando alla prossima Autorità un'indagine basata su presupposti errati".

"L'analisi – contesta l'associazione- si fonda su condizioni operative degli impianti a gas del tutto teoriche e ormai da anni superate dal mutato contesto del settore energetico. Questo metodo sottostima pesantemente i reali costi di produzione, partendo da valori ben inferiori a quelli effettivi. Già oggi gli impianti lavorano in perdita, non riuscendo a coprire con le offerte sul mercato nemmeno quanto speso per sicurezza e personale, e restano operativi perché necessari a salvaguardare il sistema e ridurre i rischi di eventi estremi, come il blackout che ha colpito la Spagna poche settimane fa. Il documento adotta una discutibile impostazione che smentisce quella utilizzata fino ad oggi dalla stessa Arera e sembra sottintendere l'obbligo per gli impianti a gas di presentare offerte sottocosto, in contrasto con i principi fondamentali del mercato e mettendo a rischio la sicurezza del sistema energetico italiano, in un momento già particolarmente critico a causa delle tensioni geopolitiche".

"Non è certo così – conclude Elettricità Futura- che si contrasta il caro energia. L'Autorità conclude il proprio mandato con un intervento confuso e scomposto, mentre avrebbe avuto a disposizione anni e strumenti per agire in modo concreto a favore dei consumatori. L'unico risultato è stato quello di alimentare incertezza tra consumatori, imprese e operatori e soprattutto prestarsi a strumentalizzazioni contro le quali Elettricità Futura e i suoi consociati si riservano il diritto di agire nelle sedi più opportune".

100 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views