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Incentivi auto elettriche, chi potrà accedere alla nuova rottamazione: i requisiti per il bonus

Il governo Meloni si prepara a lanciare una nuova rottamazione, un bonus auto che incentivi l’acquisto di veicoli elettrici. I requisiti Isee e non solo riguarderanno sia le persone, sia le microimprese. I privati possono raggiungere uno sconto fino a 11mila euro, le imprese fino a 20mila euro.
A cura di Luca Pons
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Nei prossimi mesi dovrebbe avere il via una nuova rottamazione per permettere a cittadini e microimprese di sfruttare degli incentivi per comprare auto elettriche. Le tempistiche non sono ancora note. Dato che l'iniziativa impiega 597 milioni di euro presi dai fondi europei del Pnrr l'idea sarebbe di misurare i suoi effetti a fine giugno 2026: l'obiettivo sarebbe sostituire 39mila euro a benzina e diesel con altrettante elettriche. I requisiti saranno diversi in base ai beneficiari. Per le persone fisiche ci saranno dei limiti Isee, tra i 30mila e i 40mila euro, sconti tra i 9mila e gli 11mila euro; per le imprese, l'incentivo sarà pari al 30% del prezzo, ma con un tetto massimo di 20mila euro.

A chi spettano i nuovi incentivi auto: i requisiti Isee per ottenere il bonus

La rottamazione, come suggerisce il nome, richiederà a chi vuole utilizzarla di dare indietro la propria auto a motore termico, quindi alimentata con benzina o gasolio. Insomma, dovrebbe essere di fatto escluso dal bonus chi non ha già una macchina.

Per tutti gli altri, invece, si dovrebbero applicare dei requisiti specifici. Per le persone fisiche sarà necessario essere già residenti in "aree urbane funzionali", che però non sono ancora state definite. E in più ci saranno i paletti Isee. L'incentivo dovrebbe valere 11mila euro per coloro che hanno Isee fino a 30mila euro. Invece per chi ha l'Isee tra 30mila e 40mila euro scende a 9mila euro. Saranno inclusi i veicoli privati indicati con la categoria M1, cioè quelli fino a otto posti oltre a quello dell'autista.

La questione è diversa, invece per le imprese. Dovrebbero avere accesso alla misura solamente le microimprese, ovvero quelle che hanno al massimo dieci dipendenti e ricavi la di sotto dei 900mila euro l'anno. Per loro la rottamazione riguarderà i veicoli delle categorie N1 e N2, cioè quelli pensati per il trasporto di merci fino a 3,5 o fino a 12 tonnellate. In sostanza, camion o furgoni. Il valore invece dovrebbe essere del 30% del valore, fino a un tetto massimo di 20mila euro per ogni veicolo acquistato. E naturalmente si dovrà sempre trattare di mezzi elettrici.

Perché il governo Meloni pensa a una nuova rottamazione

Il progetto del governo Meloni deriva dalla necessità di modificare i progetti del Pnrr, su cui ci sono diversi ritardi: così, invece di usare circa 600 milioni di euro per installare colonnine di ricarica elettrica (una delle iniziative su cui raggiungere gli obiettivi fissati anni fa sembra quasi impossibile), i soldi dovrebbero essere usati per aumentare il numero di auto elettriche che circolano in Italia.

Non ci sono ancora conferme ufficiali sul piano di rottamazione, e infatti diverse informazioni non sono note. Ad esempio, non si sa quando potrebbero avere il via i nuovi incentivi. Ma, stando a quanto emerso da numerose fonti di stampa, l'intenzione sarebbe quella di arrivare a sostituire circa 39mila auto a benzina o diesel che circolano oggi con altrettante auto elettriche. La scadenza sarebbe quella ultima che vale per tutti gli obiettivi del Pnrr: il 30 giugno 2026.

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