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Manovra 2026

Il soccorso in montagna diventa a pagamento se sei in pericolo per colpa tua: la novità in Manovra

Chi chiama i soccorsi in montagna, portando la Guardia di finanza a intervenire, dovrà pagare di tasca propria se si trovava in pericolo per colpa sua, o se la chiamata era immotivata. La stessa regola vale anche per i soccorsi in mare. La novità arriva nel testo della legge di bilancio 2026. Le eccezioni saranno poche.
A cura di Luca Pons
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immagine di repertorio
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La legge di bilancio 2026 cambierà le regole, a partire dall'anno prossimo, per i soccorsi della Guardia finanza in montagna e al mare: se la chiamata parte in modo immotivato, o se la persona interessata si trovava in pericolo per un evento che è imputabile a lei con "dolo o colpa grave", dovrà pagare in prima persona. Gli importi precisi saranno definiti più avanti, e dipenderanno dal costo del personale, del carburante e dei mezzi impiegati. Lo prevede la legge di bilancio 2026, che farà scattare la novità dal 1° gennaio 2026.

La riforma arriva in uno degli ultimi articoli della manovra, il 129, intitolato genericamente "Norme di revisione e di razionalizzazione della spesa". All'interno c'è una serie di provvedimenti minori, scollegati l'uno dall'altro, che portano a piccoli guadagni o risparmi per lo Stato. E, ai commi 11 e 12, arriva la novità per il soccorso della Guardia di finanza.

Al netto del fatto che comunque il Codice della navigazione prevede l'obbligo di assistenza e salvataggio, da gennaio partirà una stretta. "Per gli interventi di ricerca, soccorso e salvataggio effettuati dal Corpo della Guardia di finanza", chi viene salvato dovrà pagare "un corrispettivo" se "l'evento per il quale è stato effettuato l’intervento" è "imputabile a dolo o colpa grave" della stessa persona soccorsa.

Gli esempi abbondano nei casi di cronaca locale. Turisti o alpinisti improvvisati che, per esempio, ignorano tutte le avvertenze sui modi e i tempi per affrontare un'escursione e si ritrovano bloccati perché non hanno le attrezzature giuste. Lo stesso si può immaginare, con le dovute differenze, per i soccorsi in mare.

Naturalmente, si possono fare generalizzazioni solo fino a un certo punto: bisognerà stabilire caso per caso se sia stato il "dolo o colpa grave" della persona a causare l'evento che ha reso necessario l'intervento dei soccorsi. Allo stesso modo, anche se la chiamata dei soccorsi è "immotivata o ingiustificata" bisognerà pagare la somma, che non è formalmente una multa, a un "corrispettivo" in cambio di un servizio.

Al momento, non si sa ancora di quali somme si parli. Toccherà al ministero dell'Economia (titolare della Guardia di finanza) stabilire l'importo con un decreto più avanti. La manovra stabilisce che questo pagamento dovrà tenere conto delle "diverse voci di costo, su base oraria o forfettaria". Ad esempio i "costi del personale, dei mezzi, del carburante e delle attrezzature necessarie". Ogni anno, poi, l'importo del "corrispettivo" dovrà essere adeguato all'inflazione dell'anno precedente, e quindi aumentare.

Una precisazione: nella legge si parla solo di Guardia di finanza. Questo significa che, per gli eventuali interventi di altri corpi di soccorso, le regole non cambieranno. Quindi, non si dovrà pagare alcuna nuova somma.

La legge chiarisce comunque che le nuove regole sul pagamento dei soccorsi in montagna non cambiano nulla per quanto riguarda le conseguenze penali. Chi commette reati come l'interruzione di un servizio pubblico o il procurato allarme rischia le relative pene (fino a un anno di carcere nel primo caso, fino a sei mesi nel secondo), ma questo non ha a che fare con l'obbligo di pagare.

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