Il portavoce di Orban manda a Ilaria Salis le coordinate di un carcere in Ungheria: la minaccia sui social

"47.8690 N 18.8699 E". Con questo messaggio, inizialmente difficile da decifrare, il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs ha commentato la situazione giudiziaria di Ilaria Salis. Si tratta delle coordinate per il carcere di Marianosztra, che si trova nel nord dell'Ungheria. Salis è stata imprigionata a lungo in Ungheria, in attesa di processo, dopo essere stata arrestata e accusata di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra. Nel 2024, dopo essere stata eletta al Parlamento europeo, ha ottenuto l'immunità. La settimana prossima la commissione Affari giuridici dell'Europarlamento deciderà se revocarla, su richiesta dell'Ungheria.
In questo contesto, appare molto più chiara la minaccia implicita di Kovacs – e, per estensione, del governo ungherese di cui è portavoce. Se il Parlamento Ue dovesse togliere l'immunità a Salis, non è escluso che potrebbe essere nuovamente incarcerata.
"Siamo entrati in una nuova fase cruciale della mia vicenda politica", aveva spiegato Salis nel post che ha portato alla risposta di Kovacs. "Il 23 settembre, a Bruxelles, la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo – dopo una lunga procedura segnata dalle continue pressioni dell'estrema destra – discuterà la richiesta del regime di Orbán di revocare la mia immunità".
Un'immunità, aveva proseguito l'eurodeputata, "che ho ottenuto grazie alla straordinaria mobilitazione popolare e al vostro voto, e che mi ha permesso di uscire da quel maledetto pozzo ungherese fatto di soprusi e umiliazioni, di tornare una donna libera e di poter lottare insieme a voi". Se, come detto, il Parlamento europeo decidesse di revocarla, "rischierei di finirci di nuovo, in quel maledetto pozzo".
Le tempistiche sono già stabilite. La commissione Affari giuridici non darà un verdetto, ma il parere. Sarà poi l'intera Assemblea plenaria del Parlamento a votare e decidere. È probabile che la data designata sia martedì 7 ottobre.
"In quell'aula si giocherà il mio destino. La partita è aperta", ha detto Salis. "Spero vivamente che il Parlamento scelga di non piegarsi all'autoritarismo e ai nuovi nazionalismi aggressivi alla Orbán, e che sappia stare dalla parte della democrazia e dello Stato di diritto – che, pur con tutte le imperfezioni da correggere e gli odiosi doppi standard da abbattere, resta comunque preferibile all'assolutismo che l'estrema destra vorrebbe imporci".
Brando Benifei, europarlamentare del Pd, ha commentato sui social: "Questo atto del governo ungherese è l’ennesima riprova che per Salis non ci sarà mai un giusto processo in quel Paese e per questo ogni parlamentare di destra o di sinistra che ha a cuore lo stato di diritto e i diritti degli imputati deve votare per difendere Ilaria Salis nel voto sull’ immunità del 23 settembre all’Europarlamento. Io certamente lo farò".
Non è la prima volta che Kovacs attacca l'europarlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra. A marzo, per esempio, Salis aveva criticato il governo ungherese perché aveva deciso di vietare il Pride di Budapest. "Il regime di Orbán" aveva scritto, "userà telecamere a riconoscimento facciale per identificare i dissidenti che comunque oseranno manifestare, andando contro i principi della legge europea sull'intelligenza artificiale". Il portavoce dell'esecutivo aveva risposto: "La tutela dei minori non è negoziabile: gli anarchici/comunisti non hanno voce in capitolo".