Il pentito Giovanni Brusca è di nuovo un uomo libero: il nuovo episodio di “Nel Caso Te Lo Fossi Perso”

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Giovanni Brusca è libero. Sì, proprio quel Giovanni Brusca che nel 1992 ha azionato il telecomando che ha fatto saltare in aria l’autostrada allo svincolo tra Palermo e Capaci uccidendo Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Quel Giovanni Brusca che ha ammesso decine e decine di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo. Quel Giovanni Brusca che è stato uno degli esponenti di spicco dei Corleonesi, molto vicino a Totò Riina e ai vertici di Cosa Nostra. Ma come è possibile che sia libero, si chiederà qualcuno?
Perché quando è stato arrestato, dopo un primo falso pentimento, Brusca è diventato a tutti gli effetti un collaboratore di giustizia. E ha raccontato ai giudici moltissime cose su Cosa Nostra, su come come funziona l’organizzazione criminale, come è strutturata, come agisce. E questo gli ha permesso di ottenere diversi sconti di pena. Che gli hanno fatto scampare l’ergastolo. Per cui alla fine Brusca è stato condannato a 25 anni di carcere, che ora ha finito di scontare dopo alcuni anni di libertà vigilata.
Chiaramente questa è una storia che ha sempre innescato tantissima rabbia, tantissime polemiche ed è stato così anche oggi. Va sottolineato però che grazie alla sua testimonianza la giustizia italiana ha potuto aprire diversi processi e condannare numerosi mafiosi. E va ricordato che la legge che ha permesso tutto questo, che ha permesso a tanti ex boss di diventare collaboratori di giustizia – certo, ricevendo sconti di pena – è quella voluta proprio da Giovanni Falcone, convinto che la mafia, per essere sconfitta, si dovesse combattere dall’interno.
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