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“Il governo Meloni lavora per cancellare la lotta alla Mafia”: l’attacco di Giuseppe Conte

Il leader del Movimento 5 Stelle attacca il governo, accusandolo di “lavorare sistematicamente per radere al suolo i più validi strumenti di lotta alle mafie”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Un attacco durissimo, quello di Giuseppe Conte, diretto al governo, alla presidente Meloni, al ministro Nordio e ad altri esponenti della maggioranza. L'accusa è pesantissima: voler cancellare i presidi anti-mafia e il contrasto al fenomeno della corruzione. "Non si può parlare di mafia a vanvera, altrimenti le si fa un favore", scrive il leader del Movimento 5 Stelle sui suoi social. "La lectio magistralis dell'evento di Fratelli d'Italia a Palermo è stata affidata al redivivo Donzelli, che ha infarcito il suo intervento di fake news contro il Movimento – attacca Conte – sproloquiando sul regime del 41-bis, nonostante non si sia ancora dimesso dopo avere scambiato con il coinquilino Delmastro e divulgato, come fosse un ragazzino in gita scolastica, informazioni riservate sui detenuti sottoposti proprio a questo regime".

Poi Conte attacca il ministro Musumeci, che ha detto che il salario minimo è una forma di assistenzialismo, il sottosegretario Mantovano: "Ha vergognosamente paragonato l’assistenzialismo delle mafie al reddito di cittadinanza – scrive il leader del Movimento 5 Stelle – Ignora evidentemente le carte dell’inchiesta ‘Vento' a Palermo, dove si legge che i boss mafiosi attaccano il reddito di cittadinanza perché non gli permette di trovare ragazzi pronti a lavorare per la mafia. Nelle intercettazioni lo chiamano con rabbia ‘minchia di cittadinanza', perché il reddito ha messo in difficoltà i clan e liberato tanti ragazzi dai lacci della criminalità".

Conte ribadisce il concetto, parlando di "subcultura tossica di governo" e cita nuovamente il "pizzo di Stato" di cui parlò Meloni a Catania. Poi l'attacco al ministro Nordio: "Lavora sistematicamente per radere al suolo o quantomeno ridimensionare i più validi strumenti di lotta alle mafie e alle zone grigie della connivenza e della corruzione (dal concorso esterno all’abuso di ufficio, dalle intercettazioni alla trasparenza negli appalti) – scrive Conte – anche a costo di contrastare le politiche europee (proposta di direttiva in materia di anticorruzione) e di violare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC)".

"Invito i Fratelli d'Italia a misurare meglio le parole e, soprattutto, ad essere conseguenti nei fatti, anziché acconsentire a un percorso di sistematico indebolimento di tutti i presidi anti-corruzione e anti-mafia", conclude l'ex presidente del Consiglio.

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