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Il ddl intercettazioni non è più una priorità del Governo: rimandato a data da destinarsi

Dopo i malumori dei giorni scorsi all’interno della maggioranza, la sconfitta di ieri ha accelerato la decisione del Governo di rinviare l’esame del testo. Andrà avanti invece la discussione sulla prescrizione breve.
A cura di Antonio Palma
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Dopo i malumori dei giorni scorsi all’interno della maggioranza, la sconfitta di ieri ha accelerato la decisione del Governo di rinviare l’esame del testo. Andrà avanti invece la discussione sulla prescrizione breve.

La sconfitta di ieri del Governo sull’Art.1 del Bilancio dello Stato ha portato una conseguenza inattesa per molti: la sospensione della discussione sul disegno di legge sulle intercettazioni. Una buona notizia per i tanti che ritengono questo provvedimento lesivo della libertà di stampa in Italia.

La discussione era prevista proprio per oggi, ma la debacle di ieri pomeriggio ha costretto la maggioranza a ripensare a tempi e metodi. La decisione della sospensione era stata data immediatamente dopo il voto sul Bilancio dal capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che aveva assicurato “a questo punto l'esame del testo verrà rinviato”. Una decisione quasi scontata se si pensa alle discussioni e alle polemiche che ha portato questo disegno di legge, che irrimediabilmente sarebbero entrate anche nel dibattito in Aula con possibili colpi di mano da parte di alcuni frondisti della maggioranza. Proprio per evitare ulteriori danni, la dirigenza del Pdl ha deciso la sospensione in attesa che le acque si calmino.

Certamente la trattativa in corso con le opposizioni non si fermerà, anche se per il momento nessuno è disposto a concedere qualcosa all’altro. Proprio la testardaggine della maggioranza ha scatenato nei gironi scorsi le dure risposte degli esponenti di Fli e dell’Udc, verso i quali inizialmente erano stati lanciati segni di dialogo. Anzi l’inasprimento del testo ha portato anche all’abbandono della Bongiorno come relatrice del disegno di legge.

Anche tra la maggioranza, però, non tutti sono d’accordo con il testo in esame, e se alcuni lavorano per apportare sostanziali modifiche, almeno per quanto riguarda il discusso comma 29, altri hanno fatto intendere chiaramente che tutta questa urgenza non ha nessun fondamento. I mal di pancia interni ed esterni al Governo, insieme alla prospettiva di voto segreto per gli emendamenti di modifica presentati, hanno portato alla decisione di ieri. Infatti, già prima del KO, la Lega aveva iniziato a dare i primi segni di malcontento per un provvedimento che non riteneva necessario, e un vertice di maggioranza era già previsto nella serata di ieri, ma poi gli eventi hanno accelerato la decisione.

Insomma sembra che dopo tutta questa urgenza la legge che doveva disciplinare la pubblicazione e l’uso delle intercettazioni giudiziarie, ma anche la diffamazione a mezzo stampa, all’improvviso non sia più una priorità. Ma il Governo non sta con le mani in mano e in testa all’agenda politica della maggioranza ritorna la discussione sulla prescrizione breve che oggi sarà oggetto di dibattito in Senato.

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