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Il campo largo si spacca a Bari dopo l’inchiesta sul voto di scambio: le primarie Pd-M5s non si faranno

Saltano le primarie giallorosse a Bari dopo l’inchiesta sul voto di scambio. “Non ci sono più le condizioni per svolgerle seriamente”, ha detto Conte. Dal Pd parlano di scelta “incomprensibile” e aggiungono: “Non accettiamo lezione di legalità”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il caso giudiziario che sta sconvolgendo la provincia di Bari – dove oggi si è dimessa un'assessora del Pd, indagata per corruzione elettorale, e dieci persone (tra cui il marito) sono state arrestate – ha fatto saltare l'accordo tra il Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle, sulle primarie per scegliere il candidato o la candidata in corsa per il capoluogo pugliese. Giuseppe Conte, arrivando nella città, ha fatto sapere che non ci sono più condizioni per fare delle primarie di coalizione e che il M5s sosterrà Michele Laforgia.

Un nome che starebbe convincendo anche Sinistra Italiana, mentre i Verdi – l'altra metà di Avs – è orientato su Vito Leccese, che conta anche con il supporto anche dei dem. Il Partito democratico, comunque, non ha nascosto l'irritazione per quanto accaduto, definendo "incomprensibile" la scelta del leader grillino. Fonti del Nazareno hanno commentato: ". Se il M5s pensa di vincere da solo contro la destra proceda pure, ma abbia rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno. Il Pd resta al fianco di Bari che ha già dimostrato quanto sia importante il Pd come presidio di legalità e di buona amministrazione. Siamo certi che il Pd insieme al centrosinistra vincerà di nuovo le elezioni contro questa destra". "La città di Bari e i baresi non se lo meritano. E neppure il Pd che in decenni di duro lavoro ha dimostrato nei fatti di essere dalla parte della legalità e della politica che non si piega al malaffare e alle mafie. Conte non pensi di darci patenti di legalità", ha dichiarato invece Debora Serracchiani, responsabile Giustizia dei dem.

Sulla vicenda che ha portato anche all'arresto del sindaco di Triggiano (un Comune nel Barese), Antonio Donatelli, la segretaria Elly Schlein in una nota aveva commentato: "La vicenda di Triggiano se le accuse saranno confermate e' gravissima. La linea del Partito Democratico è molto chiara: non accettiamo voti sporchi. Non tolleriamo voti comprati. Ci siamo presi l'impegno a cambiare il Pd e stiamo lavorando a testa bassa ogni giorno per costruire un'alternativa a questa destra. Su questa linea e sulla legalità non indietreggeremo di un millimetro".

Insomma, dopo quanto accaduto le primarie giallorosse tra Laforgia e Leccese non si terranno e al momento è rottura piena tra M5s e Pd. Il campo largo, quindi, non si presenterà unito alle amministrative a Bari. Conte ha detto ai cronisti: "A una prima inchiesta giudiziaria, si aggiunge oggi una seconda inchiesta in cui è coinvolto il voto di scambio, cose che noi stiamo denunciando da tempo: per il Movimento 5 Stelle non ci sono le condizioni per svolgere seriamente le primarie. Riteniamo che le ragioni che ci hanno spinto ad appoggiare il candidato Laforgia permangano, anzi si rafforzano. Ci confronteremo con le forze politiche e civiche della coalizione per cercare di affrontare la campagna elettorale per Bari nel segno di un nuovo inizio, di un rafforzamento dei presidi di legalità, di massima trasparenza".

E ancora: "Per M5S l'obiettivo della legalità e della trasparenza, del contrasto a ogni forma di corruzione è una premessa indispensabile per dare un contributo politico. Se non c'è questa premessa, noi non ci siamo. Continueremo a lavorare con le altre forze ma pretendendo le massime garanzie per queste condizioni. Se non ci sono, noi non ci siamo. Andremo divisi? No, noi siamo per uno spirito unitario, siamo sempre stati leali. Tutte le forze conoscono il nostro Dna, i nostri obiettivi e le condizioni indispensabili per lavorare insieme".

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