Hotel confiscato affidato a nipote di Giovanni Brusca, Pd: “La Commissione Antimafia faccia chiarezza”

La commissione parlamentare antimafia dovrà fare chiarezza sul caso dell'Hotel Garibaldi, confiscato alla mafia e dato in gestione dal tribunale di Palermo a Giorgio Cristiano, nipote di Giovanni Brusca. A chiederlo è il Partito democratico, dopo che Fanpage.it ha riportato la notizia. L'hotel è un bene sequestrato alla mafia che si trova in piazza Politeama, a Palermo.
Nel 2020 il costruttore Sbeglia venne condannato per mafia e riciclaggio, e l'hotel fu assegnato all'Agenzia per i beni confiscati, che ne controllava il 65%. Nel 2021, lo stesso hotel fu poi dato in gestione dal tribunale di Palermo alla società Cribea Srl, fondata da Giorgio Cristiano nel 2018 e che dal 2020 gestiva un bed & breakfast. Come detto Cristiano è il nipote del noto esponente mafioso e collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, condannato per decine di omicidi, tra cui quello del quindicenne Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell'acido, oltre che per la strage di Capaci. Dal 2025, dopo aver scontato la pena di venticinque anni di carcere e quattro di libertà vigilata, Brusca è in libertà.
L'Agenzia per i beni confiscati (più propriamente chiamata Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e gestita dal ministero dell'Interno), rispondendo alle richieste di chiarimenti di Fanpage.it, ha confermato che la società Cribea Srl "non è destinataria di misure di prevenzione". Perciò, non ci sarebbero stati problemi dal punto di vista legale nella decisione dei giudici palermitani ad assegnarle l'hotel in questione.
Fatto sta che la questione ha sollevato l'attenzione della politica. Walter Verini, capogruppo del Partito democratico in commissione Antimafia, ha dichiarato: "La notizia diffusa da Fanpage dell'assegnazione a Palermo di un bene confiscato alla mafia – un albergo – al nipote del criminale mafioso pentito Giovanni Brusca merita immediati chiarimenti". Verini ha sottolineato che, come riportato da Fanpage, il tribunale di Palermo non "avrebbe ravvisato ‘nessuna criticità' nella società del nipote di Brusca, che ‘non è destinataria di misure di prevenzione'". Ma, come detto, la risposta non è sembrata sufficiente: "Prendiamo atto, ma ciò non toglie che su questa vicenda siano necessari immediati approfondimenti che chiederemo in commissione Antimafia". La commissione parlamentare d'inchiesta antimafia è presieduta da Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d'Italia.
"È urgente effettuare opportuni approfondimenti sulla notizia diffusa da Fanpage.it che ci lascia sgomenti e senza parole soprattutto perché corredata da diverse fonti ufficiali che l'hanno confermata. In Sicilia questo tipo di segnali sono destabilizzanti e rischiano di vanificare decenni di successi nel contrasto a Cosa nostra per il quale in tanti hanno anche sacrificato la propria vita" ha dichiarato invece il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, che è anche segretario della Commissione nazionale Antimafia. "Sebbene l'assegnazione del bene in carico all'Agenzia nazionale per i beni confiscati sia stata disposta dal tribunale di Palermo, ritengo che sia necessario approfondire ulteriormente la questione che riguarda seppur indirettamente anche un soggetto, Giovanni Brusca, che ha fatto parte dei massimi livelli di Cosa nostra, autore di efferati omicidi e stragi, che solo dopo l'arresto ha scelto di collaborare e ha finito di scontare la pena. Ma sul punto non ci possono essere ombre di alcun genere" ha aggiunto Barbagallo, concludendo: "Mi attiverò affinché la Commissione Antimafia intervenga" tempestivamente".