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Grimoldi vuole togliere il nome di Salvini dal simbolo della Lega per evitare il tracollo alle Europee

“Non possiamo chiamarci ‘Lega per Salvini premier’ quando in Sardegna prendiamo il 3%. È chiaro che avere o non avere il premier non può essere un progetto politico. Bisogna modificare subito il simbolo prima delle europee per evitare la debacle elettorale”: lo dice l’ex deputato della Lega Paolo Grimoldi.
A cura di Annalisa Girardi
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Paolo Grimoldi è un esponente di vecchia data della Lega. E ora chiede di togliere il nome di Matteo Salvini dal simbolo del partito per evitare lo sfacelo alle elezioni europee. "Bisogna capire qual è il nostro progetto politico o darci un progetto politico. Non possiamo chiamarci ‘Lega per Salvini premier’ quando in Sardegna prendi il 3% ed è chiaro che avere o non avere il premier non può essere un progetto politico. Quindi, modificare subito il simbolo prima delle europee per evitare la debacle elettorale e darsi un progetto politico chiaro e definito", ha detto l'ex deputato del Carroccio – incarico che ha coperto per quattro legislature – in un colloquio con LaPresse.

Dopo il risultato in Abruzzo – che ha visto sì la vittoria del centrodestra, ma delle percentuali risicate per la Lega – Grimoldi ha parlato della svolta che servirebbe per rilanciare il partito: "Non puoi fare un cartello elettorale dove qui candidi dentro il simbolo della Lega gli uomini di Cesa dell’Udc, Patriciello che fino alla settimana scorsa era un tesserato di Forza Italia, che in Regione Molise ha fatto una lista civica che sostiene il centrodestra e in Campania una civica che sostiene il centrosinistra e il Pd. E poi in Europa fai parte di un gruppo con Alternative für Deutschland, che è l’estremissima destra. Francamente, non si capisce niente”.

Insomma, serve un progetto politico chiaro. "Spero che non si arrivi mai a una resa dei conti nella Lega. Spero che prevalga il buonsenso, che Salvini che ha fatto un ottimo lavoro comprenda la situazione politica, con la ‘p’ maiuscola, faccia un passo di lato, vada avanti a fare il vicepremier e il ministro che c’è tanto lavoro da fare, ma dia la possibilità alla Lega di sopravvivere guardando avanti, riformulando la sua proposta politica o dandosi finalmente dopo qualche anno una proposta politica".

In altre parole, per rinnovarsi il partito ha bisogno di un cambio di leadership, visto che le cose non stanno più funzionando a dovere. Rispondendo a una domanda sul malcontento interno alla Lega, Grimoldi ha sottolineato: "Più che altro c'è realismo. Non ci si capacita del perché non si siano fatti i congressi, ad esempio in Lombardia. Come può una forza politica autonomista e federalista, o almeno questa dovrebbe essere l’aspirazione, ad avere dei segretari che non sono segretari ma commissari nominati a Roma, che il territorio non ha mai votato, non ha mai condiviso e sui quali non si è mai confrontato? Già questa è una contraddizione in termini. In più sono 9 anni che in Lombardia non viene fatto il congresso. La base è assolutamente disorientata".

Infine Grimoldi, che è stato anche segretario della Lega Lombarda, ha concluso: "I problemi sono su due binari. Il primo è politico: manca un progetto politico. L’altro è di gestione interna: dove non c’è più un movimento di territorio, non si coinvolge più il territorio".

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