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Grillo: “Pizzarotti chi?”. Sul Sindaco di Londra: “Quando si farà saltare in aria…”

Durante lo spettacolo di ieri sera a Padova Grillo ha citato solo velocemente Pizzarotti e chiarito: “Noi ti diamo un programma e tu candidato se non lo rispetti sei fuori. Semplice. Nessuna decisione calata dall’alto”.
A cura di Davide Falcioni
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Non una parola sulle polemiche con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, né sull'inchiesta della magistratura sul primo cittadino di Livorno Nogarin: lo show di ieri sera di Beppe Grillo, tenuto al Gran Teatro Geox di Padova, ha saltato a pie' pari lo scontro all'interno del Movimento 5 Stelle, se si esclude un "Pizzarotti chi?" mormorato in sordina. Lo spettacolo del comico genovese davanti a 2.500 spettatori paganti ha seguito i canoni tradizionali, tra battute al vetriolo e la promessa di governare presto l'Italia. L'unico riferimento ai fatti degli ultimi giorni è stato: "Noi ti diamo un programma e tu candidato se non lo rispetti sei fuori. Semplice. Nessuna decisione calata dall'alto".

Nello spettacolo di Grillo non sono stati nominati molti altri politici, oltre al velocissimo ma significativo passaggio su Pizzarotti. Solo Crocetta, deriso per essersi "fatto lo sbiancamento anale" e indirettamente Renzi, definito "menomato morale che fa il Presidente del Consiglio". C'è stato spazio anche per una battuta sul primo cittadino di Padova Massimo Bitonci per le ordinanze anti-kebab che arricchirebbero "i kebabbari cui conviene fare ricorso più che vendere kebab". Per il resto Grillo ha raccontato se stesso prima spiegando di "essere stanchino", poi però rilanciando con toni enfatici e concludendo con un "ce la faremo". Grillo non risparmia infine una battutaccia sul nuovo sindaco di Londra: "Voglio poi vedere quando si fa saltare in aria a Westminster…".

Il leader del Movimento 5 Stelle sembra aver dunque delegato al direttorio l'eventuale ricomposizione delle fratture, anche se nel caso di Pizzarotti la rottura definitiva sembra avvicinarsi sempre più, con il sindaco di Parma che ieri ha raccontato: "Eravamo separati in casa. Mai un sostegno, mai una chiamata. Ho il dispiacere per la disaffezione che proverà la nostra gente: politicamente è un autogol pazzesco. Siamo stati un esempio, ma abbiamo perso il senso del limite, abbiamo sbracato”. La replica di Di Maio stavolta non si è fatta attendere: "Io penso che il M5S abbia semplicemente applicato una regola. Abbia fatto rispettare le regole. Avevamo un avviso di garanzia nascosto per tre mesi e questo è un dato inconfutabile. E per questa ragione noi abbiamo applicato una regola in quanto questo è il Movimento Cinque stelle e non il Partito Democratico".

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