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Furti e borseggi, M5S e Lega vogliono cambiare la riforma Cartabia: “Polizia deve intervenire anche senza querela”

Sindaci da destra a sinistra chiedono di modificare la riforma Cartabia che impedisce la procedibilità d’ufficio per i furti con destrezza. M5S e Lega si uniscono al fronte per nuove norme più severe.
A cura di Francesca Moriero
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È bastato l'ennesimo furto in pieno centro, magari ai danni di un turista straniero, per riaccendere un fronte politico trasversale contro una delle norme più discusse della riforma Cartabia. La questione ruota attorno alla procedibilità per alcuni reati cosiddetti “minori”, come i borseggi, che, in base alla normativa in vigore, non possono essere perseguiti d'ufficio. Serve cioè una denuncia da parte della vittima, condizione spesso assente soprattutto quando la persona derubata è un visitatore straniero di passaggio, poco propenso a perdersi nei meandri della burocrazia italiana. Su questo nodo, che ha un impatto concreto sulla vita delle città, si è formato un asse insolito che unisce sindaci di centrodestra e centrosinistra, con l’appoggio del Movimento Cinque Stelle all’opposizione e della Lega dentro il governo. Il risultato è un pressing politico crescente per ottenere una modifica legislativa che vuole restituire alle forze dell’ordine la possibilità di intervenire e arrestare anche in assenza di querela.

Brugnaro (Venezia): "Non possiamo rassegnarci all'impunità"

Il primo a prendere la parola è stato Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia ed esponente del centrodestra, eletto con Coraggio Italia. Brugnaro denuncia una situazione "ormai insostenibile", dove borseggiatori e ladri seriali agiscono quasi indisturbati, anche a causa delle limitazioni introdotte dalla riforma Cartabia sulla procedibilità: "Non possiamo rassegnarci alla normalizzazione di reati che danneggiano quotidianamente la vita delle persone e l’immagine della città" ha dichiarato il sindaco lagunare. A suo giudizio, la riforma, pur ispirata da principi condivisibili, avrebbe avuto un effetto collaterale grave: quello di impedire l'intervento diretto delle forze dell’ordine nei casi di furto con destrezza, se non interviene una denuncia formale da parte della vittima. E poiché la vittima è spesso un turista che non torna nemmeno a casa in tempo per formalizzare la querela, il risultato è, sostanzialmente, he i responsabili restano impuniti.

Sindaci uniti, da Ancona a Catanzaro

Accanto a Brugnaro si schiera Daniele Silvetti, sindaco di Ancona, anch’egli di centrodestra. Silvetti sottolinea l’assurdità di una norma che impedisce persino a un agente di polizia di fermare un borseggiatore colto sul fatto, in assenza di querela: "Oggi i borseggiatori riescono a farla franca", spiega, "perché chi assiste al furto non può denunciare al posto della vittima. E se la vittima non parla, anche il poliziotto che vede tutto non può intervenire. Senza querela nell’immediato, non si può procedere nemmeno all’arresto in flagranza di reato". A parlare poi di "riforma discutibile" è anche Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, ma stavolta espressione del centrosinistra. I sindaci si preparano a portare queste richieste all’attenzione del Ministero dell’Interno in un incontro previsto nelle prossime ore con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), interamente dedicato al tema della sicurezza urbana.

M5S: "Si proceda d'ufficio per furto aggravato"

Dalla parte dei sindaci si schiera poi apertamente anche il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio rilancia infatti la proposta già avanzata dal suo partito in Parlamento, chiedendo che si torni alla procedibilità d’ufficio almeno per il furto aggravato e altri reati che, a suo dire, rendono "un inferno la vita delle persone ogni giorno". "Se davvero si vuole parlare di sicurezza" afferma ancora Conte, "allora si esaminino e si votino le nostre proposte di legge. Basta slogan: servono strumenti concreti per permettere alle forze dell’ordine e alla magistratura di agire senza attendere una querela formale da parte della vittima".

Lega: "Norme più dure nel prossimo decreto sicurezza"

A farsi carico della proposta, anche in sede governativa, è la Lega. I sottosegretari Nicola Molteni (Interno) e Andrea Ostellari (Giustizia), entrambi in quota Carroccio, annunciano che il partito è già al lavoro per inserire nuove misure nel prossimo "pacchetto sicurezza". Secondo Molteni e Ostellari, il primo decreto varato dal governo è solo l’inizio: "Introdurremo norme capaci di prevenire e reprimere ogni forma di criminalità, comprese modifiche sulla procedibilità d’ufficio per reati odiosi come il furto con destrezza". La posizione della Lega segna però un cambio di rotta rispetto al recente passato; il partito aveva infatti votato in Parlamento la riforma Cartabia tre anni fa. Ma oggi, sotto la pressione dei sindaci e in un contesto politico mutato, il Carroccio appare pronto a fare marcia indietro per rispondere a una domanda di sicurezza che arriva direttamente dai territori.

Il tema della sicurezza urbana si avvia dunque a diventare uno dei fronti caldi della prossima stagione politica; le modifiche invocate alla riforma Cartabia toccano non solo aspetti tecnici del processo penale, ma anche il delicato equilibrio tra tutela dei diritti e risposta efficace alla microcriminalità. La pressione bipartisan dei sindaci e il cambio di posizione di una parte della maggioranza potrebbero aprire la strada a una revisione della normativa. Resta però da vedere se il governo riuscirà a trovare un punto di sintesi tra garantismo e repressione, tra la necessità di proteggere le vittime e quella di non cedere a una deriva puramente securitaria.

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