Fratelli d’Italia vuole un Fondo pensione per neonati nella Manovra 2026: come funzionerebbe

Andare in pensione è sempre più complicato, tra stipendi bassi, carriere discontinue e requisiti di età che aumentano. Nella legge di bilancio 2026 potrebbe arrivare la proposta di Fratelli d'Italia per affrontare in parte il problema: un Fondo di previdenza complementare per nuove nascite. Ovvero, un fondo pensione per i neonati.
La novità si trova in uno degli emendamenti proposti dal partito della presidente del Consiglio alla manovra. Funzionerebbe così: entro tre mesi, i genitori attivano il fondo presso l'Inps versando almeno 100 euro; l'Istituto contribuisce aggiungendo 50 euro; quando il beneficiario diventa maggiorenne potrà ritirare le somme, se lo desidera, per l'istruzione o per l'attività lavorativa. Ma restano ancora parecchi dettagli che sarebbero da definire più avanti.
Come funziona il fondo pensione per neonati proposto da FdI
L'emendamento in sé si pone l'obiettivo di "promuovere la cultura previdenziale" e "supportare e agevolare la formazione e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro", in particolare il "lavoro autonomo". Per questo, prevede che dal 1° gennaio 2026 nasca presso l'Inps un nuovo "Fondo di previdenza per i giovani", rivolto ai neonati.
L'adesione al fondo potrebbe essere attivata dai genitori (o dai parenti fino al terzo grado) entro i primi tre mesi di vita del bambino. Servirebbe un versamento iniziale minimo di 100 euro. A questa prima somma l'Inps aggiungerebbe 50 euro, come contributo pubblico.
Qui è dove iniziano le incognite. Servirebbe un versamento minimo ogni anno per tenere il fondo aperto? Se sì, di quanti soldi? La somma accumulata potrà essere riscattata in anticipo? Solo per scopi precisi, o per qualunque motivo?
Su tutto questo la norma rimanda le decisioni a un futuro decreto del ministero del Lavoro, che quindi sarebbe necessario per rendere effettivamente operativo il fondo pensione per neonati. Per il momento ci sono solo alcune indicazioni. In particolare, si dice che l'intestatario del fondo, una volta diventato maggiorenne, potrebbe riscattare i soldi per pagarsi le spese universitarie, quelle di formazione professionale, oppure per avviare un'impresa o un'attività di lavoro autonomo. Nessun dettaglio in più.
I meloniani insistono, con la Manovra tempi più rapidi rispetto al ddl
Per adesso – è utile ricordarlo – ci sono oltre 5.500 emendamenti in tutto alla legge di bilancio, tra maggioranza e opposizioni, e solo martedì 18 novembre arriverà il primo taglio che li ridurrà a poco più di 400 "segnalati", cioè prioritari. Dunque, è presto per sapere se il fondo pensione per neonati finirà davvero al centro del dibattito politico o resterà una misura di bandiera.
Fatto sta che è una norma su cui il partito ha già puntato una volta. Poche settimane fa, dal partito è arrivato un disegno di legge che propone sostanzialmente la stessa cosa, anche se con cifre diverse e più ambiziose: versamento iniziale di 300 euro dello Stato, poi almeno 100 euro all'anno dalla famiglia per quattro anni, che sarebbero accompagnati da altri 200 euro pubblici all'anno.
Insomma, una misura ben più articolata e costosa. Se l'emendamento alla manovra passasse il fondo pensione per neonati potrebbe però garantirsi un via libera in tempi accelerati, anche se con molte questioni ancora aperte.