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Morte di Silvio Berlusconi

Forza Italia si riorganizza dopo la morte di Berlusconi: “La famiglia sarà presente nel partito”

Cosa succederà a Forza Italia dopo la morte di Berlusconi? Circolano ipotesi di un possibile impegno politico di Marina Berlusconi (fino ad ora mai confermato) e di una fusione tra Fi e Fdi, strada che non piace a Marta Fascina. Il rischio è la dissoluzione del partito.
A cura di Annalisa Cangemi
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Cosa succederà a Forza Italia senza il suo fondatore e leader? Cosa ne sarà della creatura di Silvio Berlusconi? Si dissolverà? Domande pressanti che tutti gli azzurri si fanno in queste ore, anche in questa giornata di lutto nazionale, nel giorno dei funerali al Duomo di Milano. Ma una risposta definitiva ancora non c'è. Solo congetture, nient'altro che indiscrezioni. Anche perché il Cavaliere in vita non ha mai designato un erede. Per adesso la priorità è onorare la memoria di Berlusconi, metterne in luce le vittorie, tacendo per quando possibile le ombre e le contraddizioni.

Ieri la prima riunione del Comitato di presidenza di Forza Italia dopo la sua scomparsa. L'incontro via zoom si è aperto con la relazione del tesoriere, Alfredo Messina. All'ordine del giorno c'era proprio l'approvazione del bilancio 2022 del partito, che ha ottenuto l'ok all'unanimità. Collegati da remoto il coordinatore nazionale Tajani, Barelli, Ronzulli, Gasparri, Mulè, Cattaneo, Barachini, Orsini, Bernini, Martusciello, Fontana, Giacomoni, Baldelli, Cirio, Schifani e Toma.

Durante la riunione c'è stata anche la ratifica dei coordinatori regionali e provinciali, sono le ultime volontà di Silvio Berlusconi. Al termine dei lavori una nota di Fi fa sapere che il Comitato "ha inoltre ratificato all'unanimità le recenti nomine effettuate dal presidente Silvio Berlusconi e quelle riguardanti i coordinamenti provinciali e delle grandi città".

Cosa succede ora dentro Forza Italia: l'incognita della figlia Marina

Il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, ospite di Non Stop News ha commentato le voci che vedono la figlia Marina come prossimo esponente di rilievo del partito: "L'intera famiglia Berlusconi, a partire dai figli, ha un ruolo nelle attività imprenditoriali che hanno caratterizzato l'impegno di Silvio Berlusconi. Da parte loro c'è la volontà di portare avanti questa missione, non solo per dovere nei confronti del padre, ma proprio perché c'è grande convinzione e volontà che Forza Italia vada avanti".

"Non so se sarà Marina Berlusconi ad esporsi nel partito – ha aggiunto – l'argomento non è stato ancora toccato. Ciò che so è che, col cuore, la famiglia sarà presente nel partito. Poi, valuteranno loro il modo appropriato per abbracciare questa volontà. Certamente, da parte loro, c'è grande affetto verso coloro che, a fianco del loro papà, hanno portato avanti il progetto politico di Berlusconi".

L'ipotesi di un maggiore coinvolgimento della figlia primogenita Marina è stata ventilata anche dal Times, secondo cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, "cercherà l'aiuto di Marina Berlusconi per impedire che i parlamentari di Forza Italia passino ad altri partiti" dopo la morte leader. Secondo The Times Meloni "sa che il futuro di Forza Italia sarebbe più sicuro se Marina accettasse di confermare le garanzie da 100 milioni concesse dalla holding di famiglia" in prestiti ottenuti dal partito. Per assicurare l'unità di Forza Italia, prosegue il quotidiano londinese, "Marina Berlusconi e Meloni chiederanno probabilmente aiuto a Marta Fascina" e questo significa che "la stabilità del governo sarà nelle mani di donne: una novità per la politica italiana, dominata dalle figure maschili".

Naturalmente c'è anche lo scenario peggiore: se la famiglia Berlusconi "chiuderà i cordoni della borsa e i voti di Forza Italia scompariranno", continua il Times, "i parlamentari potrebbero dividersi in fazioni e passare ai piccoli partiti centristi guidati da Matteo Renzi e Carlo Calenda".

Il destino di Forza Italia dopo la morte di Berlusconi è al centro anche dell'odierna analisi del Financial Times: "Mentre gli italiani si preparano ai funerali di Stato a Milano, molti sono scettici sul fatto che il partito possa sopravvivere alla perdita del suo ricco e controverso fondatore".

"Gli analisti – prosegue il quotidiano finanziario – prevedono che la morte di Berlusconi possa scatenare feroci lotte intestine nel partito, che potrebbero essere una distrazione intempestiva, ma anche un'opportunità politica per Meloni". Secondo l'Ft, infatti, "è improbabile che la potenziale implosione di Forza Italia mini la stabilità del governo, dato che la maggior parte dei parlamentari continueranno a sostenerlo" e considerando che Meloni "si è già imposta come vera erede politica di Berlusconi, anche senza la sua benedizione".

Entrambi i quotidiani invece non pensano possa esserci una vera e propria discesa in campo di Marina in politica. La previsione, conclude l'Ft, "è che usi la sua influenza discretamente per mantenere uniti i resti del partito".

Ipotesi fusione tra Fratelli d'Italia e Forza Italia

Secondo il Times non è da escludere l'ipotesi di un'unione tra Forza Italia e Fratelli d'Italia oppure tra Forza Italia e Lega, eventualità che manterrebbe gli azzurri "all'interno della coalizione di governo, ma rischierebbe di avviare una campagna di reclutamento tra i leader" Meloni e Matteo Salvini, "minacciando la stabilità della coalizione".

La possibilità di una vera e propria fusione tra Forza Italie e Fratelli d'Italia è però smentita da un fedelissimo di Marta Fascina, Alessandro Sorte. "Quando ci sono difficoltà, arriva il momento di serrare le file. Dobbiamo impegnarci per continuare a fare la storia, come Berlusconi l'ha fatta per 30 anni. Quello che conta è che tutti si proceda uniti", ha detto al ‘Corriere della Sera'. Sorte è diventato il coordinatore lombardo di Forza italia in sostituzione di Licia Ronzulli. "Siamo un partito di governo, rappresentato ai massimi livelli, siamo forti se uniti. Su una fusione, io credo che Fi abbia una sua precisa storia e identità, ancorata al Ppe. Siamo alleati ma distinti dai Conservatori, così come siamo diversi da chi sta più a sinistra di noi. Siamo un partito iper atlantista, europeista, liberale: e dobbiamo restarlo".

Renzi erede di Berlusconi?

A confermare il filo ideale che lega tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, è il giornalista Bruno Vespa:  "Renzi è il figlio politico che Berlusconi non ha avuto, tra i due c'è stata sempre una forte simpatia. Ma la politica è imprevedibile, non mi sento di fare previsioni". L'importante per Vespa è che Forza Italia "sopravviva, sia per riguardo nei confronti di Berlusconi sia per il disegno di far alleare popolari e conservatori".

Frena il viceministro Sisto: "Chiunque la pensi come Forza Italia è sempre benvenuto. Noi abbiamo una nostra linea chiara, netta, precisa e soprattutto siamo un partito affidabile. Matteo Renzi lo reputo uno dei parlamentari più intelligenti che abbia mai incontrato, ma dall’intelligenza all’affidabilità ce ne passa", ha detto il parlamentare azzurro e viceministro della Giustizia, ad Agorà Rai Tre.

Neanche lo stesso Matteo Renzi, apparentemente, pensa che potrà raccogliere il testimone e l'eredità politica del leader di Forza Italia scomparso, nonostante il Terzo Polo non abbia mai nascosto l'obiettivo di pescare voti e consenso nell'elettorato azzurro: "Berlusconi è talmente inimitabile e unico che la discussione su un suo delfino o successore è del tutto assurda. Berlusconi non ha successori perché come lui, nel bene o nel male, ne nasce uno ogni cent'anni".

"Lo chiedono a me perché forse non l'ho mai odiato: quando ci chiacchieravo e lo incontravo, come per il Patto del Nazareno, ero contento di chiacchierare con lui. Però bisogna ricordare che la mia carriera politica è stata stoppata da Berlusconi: ho perso il referendum perché si è rotto il Patto del Nazareno sulle riforme", ha aggiunto Renzi, ammettendo che "su alcuni temi c'era una sintonia: sul lavoro sulle tasse, sul garantismo. Io volevo portare la sinistra a non odiare Berlusconi e lui a non vedere i comunisti da tutte le parti", ha detto ancora l'ex premier augurandosi che "su alcuni suoi temi ci sia una sintonia tra le forze politiche. Ne cito tre: l'europeismo, perché Berlusconi è stato un europeista; le tasse, perché giustamente voleva meno tasse per tutti davanti a una pressione fiscale che in Italia è troppo alta; infine andava in America a parlare di libertà, discorso attuale perché la società liberale è in crisi un po' dappertutto. Sarebbe bello che la politica italiana facesse tesoro di questi temi e li portasse come valori di tutti".

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