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Fondi russi a Lega, per il tribunale del Riesame sono legittimi i sequestri a Savoini

Il tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Gianluca Savoini, con cui si chiedeva l’annullamento del decreto di perquisizione e dei sequestri effettuati nei confronti del leghista presidente dell’associazione Lombardia-Russia, indagato per corruzione nella presunta trattativa del Metropol a Mosca.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un nuovo tassello si aggiunge nella presunta trattativa del Metropol a Mosca. Il tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Gianluca Savoini, indagato per corruzione nell'inchiesta sui presunti fondi russi al Carroccio, con cui si chiedeva l'annullamento del decreto di perquisizione e dei sequestri effettuati nei confronti del leghista presidente dell'associazione Lombardia-Russia. L'avvocato Lara Pellegrini aveva sostenuto l'illegittimità dell'audio della riunione al Metropol di Mosca, che è alla base dell'atto istruttorio.

Nell’inchiesta della Procura di Milano, oltre a Savoini sono coinvolti anche l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex bancario Francesco Vannucci. Il 18 ottobre 2018 i tre incontrarono alcuni uomini russi, tra i quali Andrej Yurkevich Kaharchenko e Ilya Yakuin, considerati vicini ad Aleksadr Dugin, ideologo del partito di Putin Russia Unita. In ballo c'era una partita petrolifera da 3 milioni di tonnellate di diesel da consegnare in 6 mesi o un anno, che si sarebbe potuta tradurre in un finanziamento illecito da 65 milioni di euro per la Lega.

Secondo la difesa l'audio della riunione all'hotel Metropol di Mosca, posto come fonte di prova a sostegno del decreto di perquisizione e dei sequestri eseguiti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf, era da ritenersi inutilizzabile: quel decreto di perquisizione fondato, come fonte di prova, su una registrazione effettuata da un ignoto andava annullato assieme ai sequestri di metà luglio. Ma per i pm milanesi Gaetano Ruta e Sergio Spadaro la registrazione è una "notizia di reato".

Pochi giorni fa, dall'analisi dei telefonini dell'ex portavoce di Matteo Salvini non erano emersi contatti con il leader del Carroccio: uno dei due cellulari era stato acquistato di recente da Savoini, per cui l'assenza di contatti potrebbe essere una conseguenza del fatto che nel passaggio da un cellulare all'altro parte del contenuto non sia stato trasferito e quindi non possa essere rintracciato dai pm.

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