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Dipendenti statali: in 4 anni persi 390 euro a testa in busta paga

I dati dell’Istat fanno il punto sulla situazione economica dei dipendenti statali dopo anni di blocco delle retribuzioni.
A cura di Redazione
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Mentre il Parlamento è impegnato nell'esame di una legge di stabilità nella quale le risorse per la Pubblica Amministrazione sono ulteriormente tagliate, arrivano i dati Istat a certificare una situazione denunciata più volte dai sindacati di categoria e oggetto anche di una recente sentenza della Corte Costituzionale. Dal 2010, anno in cui è stato formalizzato il blocco degli stipendi, i dipendenti della Pubblica Amministrazione hanno perso circa 390 euro a testa nella loro retribuzione lorda.

Peraltro, la cifra è calcolata sulle somme correnti, senza considerare l'erosione dovuta all'inflazione. In tal senso il dato è chiaro: da uno stipendio medio di 34,662 euro si è passati a uno di 34,272 euro, con una perdita secca, appunto, di 390 euro. La spesa complessiva della Pubblica Amministrazione, per la retribuzione dei dipendenti, si aggira sempre intorno agli 8 miliardi di euro.

Allargando lo spettro, si considera poi che i redditi, "che mettono insieme retribuzioni e contribuiti pagati dal datore di lavoro" (lo Stato), sono scesi da 172 miliardi di euro a 163 miliardi di euro, con una flessione di oltre un miliardo solo nell'ultimo anno. A questo dato ha contribuito anche il tetto al turnover, oltre ovviamente al persistere del blocco contrattuale. Tetto che ha determinato, in effetti, la riduzione da 3,5 milioni a 3,3 milione degli addetti della PA (anche se il dato tiene conto solo delle unità di lavoro equivalenti, considerando che la perdita netta di unità lavorative è di 176mila unità).

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