Di quanto aumenta lo stipendio degli statali con il nuovo contratto collettivo e quando arriverà

A fine gennaio di quest'anno era arrivata la firma del contratto collettivo 2022-2024 per i dipendenti statali delle Funzioni centrali, che però si ritrovavano, come accade da tempo, con un Ccnl già formalmente scaduto nel momento in cui lo sottoscrivevano. Nelle prossime settimane però, con tempi più rapidi rispetto al passato dovrebbero avviarsi le trattative per il contratto 2205-2027: i primi incontri tra sindacati e Aran (l'ente che rappresenta lo Stato nelle trattative) sono previsti già a dicembre. Si parla di aumenti da 158 euro lordi per gli statali, ‘spalmati' in tre anni: un +5,4% rispetto alla retribuzione attuale.
Il governo Meloni, e in particolare il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, ha sottolineato più volte che voleva accelerare i tempi dei rinnovi, per ‘riallinearli' con la vita vera ed evitare di arrivare alla firma di contratti scaduti da mesi o anni. L'altra faccia della medaglia, con la rapidità, è che le risorse già stanziate difficilmente cambieranno: finora, nonostante le resistenze di Cgil e Uil in diversi casi, quasi mai lo Stato ha accettato di ampliare gli aumenti di stipendio previsti. Cosa che, per le sigle sindacali, ha impedito di recuperare il potere d'acquisto perduto negli anni 2022-2023, quando l'inflazione ha toccato picchi altissimi.
In ogni caso, le trattative per i dipendenti statali sono già in partenza perché il ministro Zangrillo ha firmato l'atto di indirizzo generale, che fissa i paletti che l'Aran dovrà seguire nei negoziati. I primi saranno i circa 200mila dipendenti delle già citate Funzioni centrali, ovvero chi lavora nei ministeri, nelle agenzie fiscali, all'Inps, all'Inail e altri enti pubblici. Per loro sul tavolo c'è un aumento da 158 euro lordi al mese, che però partirebbe gradualmente: 52 euro nel 2025, poi a salire a 105 nel 2026 e infine 158 nel 2027. Un incremento del 5,4% in tre anni, l'1,8% all'anno, sostanzialmente in linea con il tasso di inflazione previsto.
Non abbastanza, quindi, per recuperare il già citato boom dei prezzi del 2022-2023 (+13,8% nel giro di due anni). Il contratto 2025-2027, arrivando rapidamente, dovrebbe far sentire i suoi effetti insieme al +6% degli stipendi stabilito per il 2022-2024, nelle intenzioni del governo. Nei sei anni tra il 2022 e il 2027 però, stando alle previsioni, l'inflazione supererà di poco il venti per cento.
Queste sono comunque le cifre di partenza, su cui si imposteranno i negoziati. Come detto, il margine dal punto di vista economico sarà stretto. Ci si concentrerà anche sulle misure non economiche, come il welfare integrativo.
Gli statali delle Funzioni centrali, peraltro, non sono gli unici dipendenti pubblici che dovrebbero vedere le trattative iniziare a breve per il 2025-2027. A gennaio si prevede che partano quelle per il contratto Sanità, con fondi già stanziati per aumenti da 184 euro lordi al mese (sempre spalmati in tre anni). Seguiranno poi gli enti locali e il comparto scuola, che sono ancora alla pre-intesa per il 2022-2024.