Dal 2026, ogni pagamento con carta dovrà avere uno scontrino fiscale: cosa cambia per commercianti e ristoratori

Dal 2026 per alcuni commercianti italiani cambierà il modo di gestire i pagamenti con carta. La nuova legge di Bilancio stabilisce infatti che ogni registratore di cassa debba essere collegato al terminale Pos, così da emettere automaticamente lo scontrino fiscale ad ogni pagamento elettronico. Lo scopo è chiudere una delle ultime "scappatoie" per l'evasione: oggi, infatti, alcuni esercenti possono ricevere pagamenti con carta senza registrare lo scontrino, evitando di comunicare l'incasso all’Agenzia delle Entrate. Con il nuovo sistema, questa possibilità non esisterà più: l'obiettivo è quello di garantire maggiore trasparenza nelle micro-transazioni quotidiane.
Come funzionerà il nuovo collegamento tra Pos e registratore
La novità non richiederà fili, cavi o macchinari nuovi: tutto avverrà online, attraverso il portale ufficiale dell'Agenzia delle Entrate chiamato "Fatture e Corrispettivi". In pratica l'esercente (o il suo commercialista) entrerà nel portale, inserirà la matricola del proprio registratore di cassa telematico e assocerà poi a quel registratore i dati identificativi del Pos, che vengono comunicati dagli operatori bancari o dai gestori dei pagamenti. Una volta fatto, ogni pagamento con carta o bancomat sarà registrato in tempo reale anche come incasso ufficiale. Il tutto finirà poi automaticamente nei dati fiscali dell'attività, che verranno trasmessi appunto all'Agenzia delle Entrate.
Quando entra in vigore
Il sistema sarà attivo dai primi giorni di marzo 2026. Da quel momento:
- Tutti i commercianti che già usano un Pos al 1° gennaio 2026 avranno 45 giorni di tempo per registrarlo e abbinarlo.
- Chi attiva un nuovo Pos dopo quella data dovrà farlo entro due mesi dall'inizio dell'utilizzo
Le sanzioni per chi non si adegua
Chi non collegherà Pos e registratore rischia multe da 100 a mille euro. In caso di violazioni ripetute, potrà scattare anche la sospensione della licenza o dell'autorizzazione a esercitare l'attività.
Perché il governo lo fa e quali sono i dubbi
L'obiettivo è quello di rendere tracciabili tutti i pagamenti, anche i più piccoli, e ridurre l'"evasione di prossimità", cioè quella fatta di scontrini mancanti o importi non dichiarati. Oggi in Italia il contante è ancora dominante: circa il 61% delle spese nei negozi avviene in contanti. Con il collegamento Pos–registratore, il governo vuole creare un sistema di controlli automatico, in cui ogni transazione elettronica diventa anche una prova fiscale; in questo modo, sarà molto più difficile "dimenticare" di battere lo scontrino o dichiarare meno incassi del dovuto.
Ma non mancano i dubbi: il primo timore degli addetti ai lavori riguarderebbe infatti la burocrazia: anche se tutto sarà online, molti temono nuove complicazioni o problemi di compatibilità con i registratori più vecchi. Ci sarebbe poi la questione tecnica, se internet non funziona, cosa succede ai pagamenti e agli scontrini? E anche quella della privacy, visto che il sistema raccoglierà milioni di dati in tempo reale. Non solo, i tempi per adeguarsi (45 giorni per i Pos già attivi) vengono giudicati piuttosto stretti. Il rischio, insomma, è che la misura nata per semplificare si trasformi in un altro adempimento complicato per chi lavora ogni giorno dietro al bancone.