37 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cos’è questa storia della legge sulle “notizie certificate” proposta da Fratelli d’Italia

Da ieri si parla di una riforma dell’editoria proposta da Fratelli d’Italia contro la “stampa sensazionalistica” per verificare le “notizie certificate”: il deputato Mollicone prima e il partito poi hanno smentito che si tratti di un bavaglio ai giornalisti, mentre le opposizioni accusano la destra di voler riportare il Paese ai tempi del Minculpop.
A cura di Tommaso Coluzzi
37 CONDIVISIONI
Immagine

C'è chi smentisce e chi grida alla dittatura. L'ultima proposta avanzata da Fratelli d'Italia, in effetti, ha un sapore abbastanza retrò. È durata il tempo di una notte, poi – come già accaduto con la storia dei fucili da caccia ai sedicenni – si è dissolta nell'etere. Per capire cos'è successo e perché il centrosinistra accusa il governo Meloni di voler tornare ai tempi del Minculpop e della censura preventiva, bisogna però fare un passo indietro. Ieri, su Repubblica, è stato pubblicato un articolo che riportava le parole del presidente della commissione Cultura ed Editoria della Camera, Federico Mollicone, esponente di primo piano di Fratelli d'Italia: "La classe dirigente che tutti denigrano è quella che ha fondato il partito e in dieci anni l'ha portato, grazie soprattutto a Giorgia Meloni, a essere la prima forza del Paese. Bisogna piantarla con questa mistificazione". Una mistificazione frutto della "deriva sensazionalistica imboccata dalla stampa".

Fin qui nulla di strano, visto che spesso Fratelli d'Italia attacca la stampa e i giornalisti. Ma Mollicone ha continuato: "Non è possibile che solo per fare clickbaiting, ossia per monetizzare i contatti sui siti, si costruisca un titolo-gancio e si finisca per criminalizzare, se non ridicolizzare, le libere opinioni. Così se la collega Mennuni sostiene che la maternità deve tornare a essere cool fra le giovani donne diventa un mostro e se io spiego che i programmi dedicati ai minori devono essere visionati prima, mi si fa passare per censore". Cosa si può fare per fermare questa "pericolosa deriva"? La risposta di Mollicone è una riforma dell'editoria: "Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news, una legge per difendere l'attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni".

In molti hanno letto le parole di Mollicone come pericolose, tanto che lui stesso è intervenuto per rettificare: "Nessun bavaglio per nessuno. La libertà di stampa è sacra, la abbiamo sempre difesa, e continuerà ad esserlo". Poi ha attaccato il giornale romano, con cui lui stesso aveva parlato, utilizzando l'intervista per confermare la sua tesi: "Il titolo di Repubblica e alcuni incisi non presenti nel testo originale dell'intervista inquietano e dimostrano quello che ho denunciato, ovvero la criminalizzazione di ogni opinione da parte di alcuni giornali".

Poco dopo è arrivata anche la smentita ufficiale di Fratelli d'Italia, che ha smentito la notizia riportata da Repubblica: "È priva di fondamento, il deputato Mollicone ha già chiarito che le sue parole sono state totalmente distorte, come troppo spesso accade al quotidiano militante della sinistra più ideologizzata. Non è infatti alla studio alcuna proposta di legge di Fratelli d'Italia che intenda limitare la libertà di espressione o di stampa. Questa è notoriamente una specialità della sinistra".

Le opposizioni, invece, non si sono accontentate della rabbiosa smentita del partito: "Con queste premesse una riforma dell'editoria che certifichi la veridicità delle notizie, come paventata da Mollicone, è roba da Minculpop", hanno commentato gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione cultura alla Camera. "Il contrasto alla disinformazione sistemica, organizzata, per finalità politiche o economiche, è un tema serio e urgente, ma non si risolve certo bollinando le notizie. Anzi, direi che occorre resistere alla tentazione orwelliana del Ministero della Verità, che di tanto in tanto riemerge fra le fila della destra", ha detto oggi a Repubblica il vicepresidente dei senatori Pd Antonio Nicita.

37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views