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Cosa succede ora che la maggioranza è andata sotto alla Camera nel voto sullo scostamento di bilancio

La Camera ha votato la richiesta di scostamento di bilancio per il Def ma, a differenza di quanto accaduto al Senato pochi minuti prima, la maggioranza di centrodestra non ha raggiunto il numero di voti necessario per approvarla. Ecco cosa succederà ora.
A cura di Luca Pons
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Nella seduta sul Def che si è tenuta oggi alla Camera, la maggioranza di centrodestra non ha avuto i numeri sufficienti ed è andata sotto. Servivano 201 favorevoli, dato che il voto era a maggioranza assoluta, ma ne sono arrivati solo 195 perché diversi deputati di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia erano assenti.

Il problema, per il governo Meloni, è che il voto sullo scostamento di bilancio non è un passaggio qualunque: è l'atto con cui il Parlamento autorizza il governo a fare più debito, in questo caso a usare poco più di 3 miliardi di euro nel 2023. Gli stessi soldi che il governo si era già impegnato a utilizzare per un nuovo taglio del cuneo fiscale, che avrebbe dovuto approvare nel Consiglio dei ministri del 1 maggio.

Cosa succede adesso: il governo presenterà una nuova Relazione sullo scostamento

Che il risultato del voto sia stato legato alle divisioni nella maggioranza – i deputati mancanti erano per buona parte della Lega – o semplicemente all'assenza di parlamentari che non si trovavano in Aula per vari motivi, resta il fatto che la richiesta di scostamento di bilancio è stata bocciata. Pochi minuti prima, il Senato l'aveva approvata. Ora, però, l'iter dovrà riprendere da capo.

Anche se alcuni esponenti dell'opposizione hanno chiesto che Giorgia Meloni, che attualmente è in viaggio a Londra, si recasse al più presto al Quirinale – come accade nei casi di una crisi politica che mette in dubbio la sopravvivenza del governo – l'esecutivo ha reagito convocando un Consiglio dei ministri a stretto giro: oggi, 27 aprile, alle 18.30. L'unico punto all'ordine del giorno, ovviamente, è stato il Def.

La riunione è durata pochi minuti e l'esecutivo ha deciso di non modificare il Def, ma solamente la Relazione sullo scostamento di bilancio, cioè lo specifico testo che è stato bocciato dalla Camera. Il nuovo testo "sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il 1° maggio", ha poi fatto sapere il governo con una nota. Dato che il fallimento alla Camera è sembrato un incidente tecnico frutto di disorganizzazione, più che una vera opposizione politica allo scostamento di bilancio, questa modifica superficiale dovrebbe bastare.

Non si può semplicemente ripetere il voto alla Camera: le regole sono chiare, i deputati si sono già espressi e la maggioranza assoluta non è stata raggiunta. Non è possibile votare di nuovo sullo stesso identico testo, anche se in una prima fase era sembrato che il centrodestra volesse chiedere di farlo. "Non ci sono precedenti, è vero, ma il diritto parlamentare ha una logica di sistema", ha spiegato il costituzionalista Stefano Ceccanti. "Se un testo è bocciato bisogna presentarne un altro e devono votare su un nuovo testo entrambe le Camere. Non è mancato il numero legale, è mancato il quorum".

Ricominciano i lavori di Senato e Camera: il governo spera di farcela entro il 1 maggio

Presentando solo una nuova Relazione sullo scostamento di bilancio, però, il governo evita che si debba ripetere tutto l'iter del Def. I capigruppo della Camera hanno deciso che la nuova convocazione sarà domani alle ore 9, mentre il voto dovrebbe arrivare attorno alle 11.30. Il Senato, invece, è stato convocato per domani alle 14.

Così, già questa notte si è svolto – e concluso – l'esame della nuova relazione ad opera della commissione Bilancio della Camera. Le opposizioni hanno richiesto che, in rappresentanza del governo, fosse presente il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Il ministro ha detto che "tutti i documenti redatti dal governo hanno avuto parere favorevole dalla Commissione europea". Quando i deputati hanno chiesto se si riferisse anche alla nuova relazione, che il governo ha approvato in pochi minuti, Giorgetti ha confermato: "Sì, abbiamo sentito la Commissione".

Domani si riunirà anche la commissione Bilancio del Senato, prima del voto in Aula. Se il governo Meloni vuole provare a mantenere la sua riunione simbolica del Primo maggio per approvare il decreto Lavoro – che avrebbe incluso anche il taglio del cuneo fiscale da pagare con i soldi dello scostamento di bilancio – i suoi parlamentari dovranno correre. "Il primo maggio vogliamo dare un segnale sul mondo del lavoro. Tutto è organizzato, confido di potermela cavare", ha detto Meloni.

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