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Cosa sta succedendo all’acqua “pubblica” e perché il M5S protesta

Scontri in Aula, per un emendamento del PD che va a stralciare l’articolo 6 della proposta di legge del M5S relativa alla “ripubblicizzazione del servizio idrico”. Daga, M5S: “La nostra proposta vuole riportare ad uno stato democratico la gestione pubblica del servizio idrico, una gestione partecipata dalle persone. Il Pd, con un emendamento, la stravolge”.
A cura di Charlotte Matteini
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Consegna delle firme per il referendum sull'acqua pubblica

Si torna a parlare di "acqua pubblica" in Parlamento. I deputati del Movimento 5 Stelle protestano contro il Governo, colpevole di aver scritto un emendamento che andrebbe a stravolgere quella che fu la volontà espressa dal popolo italiano nel 2011: mantenere in mano pubblica la gestione dell'acqua. Cosa sta succedendo in Aula? In poche parole, dalla proposta di legge presentata da alcuni esponenti del M5S e Sinistra Italiana, sarebbe stato interamente stralciato l'articolo 6 dedicato alla ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero quell'articolo che secondo gli estensori della proposta avrebbe permesso di dare reale applicazione al referendum del 2011. Secondo l'emendamento governativo, la gestione dell'acqua non verrebbe più affidata obbligatoriamente a soggetti pubblici, ma solo "prioritariamente", mentre la legge attuale invece recita “l’affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche”.

In sostanza, secondo gli esponenti del Movimento 5 Stelle, con l'inserimento di quella breve locuzione, rientrerebbero in gioco tutte quelle aziende private a cui gli italiani, tenendo conto del risultato del 2011, non vorrebbero affidare la gestione del servizio idrico. Con un solo emendamento, quindi, il Governo si farebbe beffa della volontà espressa dagli italiani, denunciano i grillini. Federica Daga, deputata del Movimento 5 Stelle, tra le le prime firmatarie della proposta di legge emendata dall'Esecutivo, spiegando i motivi della protesta, ha dichiarato:

Su proposta del Partito Democratico, l'emendamento abrogherebbe in tutta la sua interezza l'articolo 6, relativo alla ripubblicizzazione del servizio idrico. In pratica, il nostro articolo dice quali sono le società che possono gestire il servizio idrico, come decadono quelle che attualmente hanno la gestione in mano e con quali tempistiche. La nostra proposta si fonda su questo, sulla ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero cambia il tipo di ragione sociale con la quale gestisco l'acqua, riporta ad uno stato democratico la gestione pubblica del servizio, una gestione partecipata dalle persone. Altro elemento importante è che, grazie all'articolo 6, la gestione e il controllo del servizio idrico verrebbero tolte dalle mani dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, perché attualmente l'ente si occupa di gestione e controllo di tariffe, quindi di mercato. Nel momento in cui il referendum dice "fuori i profitti dall'acqua, fuori l'acqua dal mercato", io dico che allora l'Aeegsi non ci deve essere e non può gestire un bene che non deve stare sul mercato.

Nonostante le proteste del Movimento 5 Stelle e il parere contrario del Ministero dello Sviluppo Economico, però, stamane una movimentata Commissione Ambiente alla Camera ha approvato l'emendamento presentato dal Partito Democratico. In sostanza, quindi, si propone che l'affidamento della gestione del servizio idrico "venga affidata in via prioritaria a società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per le gestione in house, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale", si legge nel testo. Secondo il Mise, la formulazione dell'emendamento "non sarebbe conciliabile con i principi di concorrenza, in quanto non vengono esplicitati i criteri con i quali scegliere l’opzione di affidamento in house o altra tipologia", mentre secondo gli esponenti del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana, il problema sarebbe ancora più grave: questo tipo di proposta non rispetterebbe la volontà espressa dagli italiani al referendum del 2011: "Hanno stravolto a colpi di emendamenti la legge SI-M5S che avrebbe finalmente allineato la normativa italiana a quanto deciso dai cittadini con il referendum sull’acqua pubblica. Non si può subire inerti questo atteggiamento offensivo non solo per chi ha firmato e difeso questa legge ma, soprattutto, di milioni di elettori che hanno votato al referendum. Per questo abbiamo deciso di abbandonare i lavori della Commissione e di ritirare le nostre firme dal disegno di legge in discussione".

Dal canto loro,  gli esponenti del Partito Democratico rispondono alle accuse: "Non c'è nessuna privatizzazione, né svendita di un bene comune. Alla demagogia dei 5 stelle replichiamo con risposte chiare e trasparenti ai cittadini. L'acqua è un diritto umano universale e il nostro interesse è che sia garantito un servizio di qualità per tutti gli italiani, che ci sia un uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica, che venga data stabilità al settore e che siano create le condizioni perché si facciano gli investimenti necessari", ha dichiarato in Commissione Chiara Braga, responsabile ambiente del Pd.

Ma cosa chiedevano esattamente i due quesiti referendari "sull'acqua bene comune" del 2011? In pratica,  il primo era relativo all'abrogazione della norma che consentiva "di affidare la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica a soggetti scelti a seguito di gara ad evidenza pubblica, consentendo la gestione in house solo ove ricorrano situazioni del tutto eccezionali, che non permettono un efficace ed utile ricorso al mercato".  Il secondo, invece, disponeva l'abrogazione parziale della norma che stabiliva "la determinazione della tariffa per l'erogazione dell'acqua, nella parte in cui prevede che tale importo includa anche la remunerazione del capitale investito dal gestore". Entrambi i quesiti raggiunsero il quorum e oltre il 90% dei votanti si espresse per l'abrogazione delle due norme ma nessuno dei due quesiti, in realtà, ha mai riguardato la "ripubblicizzazione del servizio idrico" italiano.

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