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Il caso Pozzolo

Cosa rischia Pozzolo dopo l’incidente di Capodanno e cosa c’entra l’immunità parlamentare

Valerio de Gioia, consigliere della Corte d’Appello di Roma, ha spiegato a Fanpage.it cosa rischia il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo dopo l’incidente verificatosi a Capodanno nel Biellese quando un colpo partito dalla sua pistola ha ferito il genero di un uomo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro: “Pene in ogni caso contenute”.
Intervista a Valerio de Gioia
consigliere della Corte d'Appello di Roma.
A cura di Ida Artiaco
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Da giorni non si fa che parlare del deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo: durante una festa di Capodanno nel Biellese un colpo partito dalla sua pistola ha ferito il genero di un uomo della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.

Per il parlamentare ci sono al momento tre imputazioni provvisorie, che possono cioè cambiare in base agli eventi: l'ipotesi di lesioni personali colpose e quelle di accensione ed esplosione pericolose e omessa custodia di armi. Cosa rischia e cosa c'entra l'immunità parlamentare? Fanpage.it lo ha chiesto a Valerio de Gioia, consigliere della Corte d'Appello di Roma, che ha spiegato che si tratta in ogni caso di reati che prevedono pene contenute.

Valerio de Gioia.
Valerio de Gioia.

Lesioni personali colpose e immunità parlamentare

Per quanto riguarda la prima imputazione, quella di lesioni personali colpose, non è stata presentata alcuna querela ma – ha precisato de Gioia – "Pozzolo è indagato anche per questo reato, articolo 590 del codice penale. L'iscrzione nel registro degli indagati in questo caso è fondamentale per svolgere le indagini. Ma se la querela non arriva nel termine di 3 mesi diventa improcedibile. Ha una pena molto contenuta perché si tratta di una fattispecie di reato colposo: l'ipotesi della Procura è che quel colpo sia partito per sbaglio. Pertanto, rischia fino a 3 mesi di reclusione o in alternativa è prevista la multa fino a 309 euro. Se invece la lesione dovessero diventare grave non cambia il regime di procedibilità ma la pena va da 1 a 6 mesi se si superano i 40 giorni di prognosi o è prevista la multa da 123 a 619 euro, ma quest'ultima è un'ipotesi che non si dovrebbe verificare". Dunque, "se entro 3 mesi non c'è querela decade l'ipotesi delle lesioni personali colpose".

Pozzolo, però, è un parlamentare e in quanto tale si è parlato di un suo appello alla cosiddetta immunità. "C'è una norma della Costituzione che dà una garanzia – ha detto de Gioia -. Lui ha invocato impropriamente l'immunità parlamentare. Ci sono una serie di attività investigative per le quali sono previste garanzie per i parlamentari, ad esempio si procede in questo senso quando devono essere eseguite delle intercettazioni e si chiede l'autorizzazione alla Camera di appartenenza. In questo caso, Pozzolo ha detto che i suoi indumenti non li avrebbe dati (cosa che poi invece ha fatto) sostenendo di avvalersi dell'immunità, che però vale solo per la perquisizione personale e domiciliare. La pistola invece è stata sequestrata. L'immunità se invocata vale solo per quei tipi di perquisizione che in questo caso non ci sono state".

Accensione ed esplosioni pericolose

Le altre due ipotesi di reato che vengono configurate sono entrambe procedibili d'ufficio. "La prima è quella di accensione ed esplosioni pericolose, disciplinata dall'articolo 703 del codice penale. È una contravvenzione, cioè è un reato minore perché prevede pene contenute ma la particolarità è che si procede sempre d'ufficio salvo alcune ipotesi eccezionali. Prevede nei confronti di chi, senza esser autorizzato in un luogo abitato fa accensione o esplosione o usa armi da fuoco, l'ammenda fino a 103 euro. Nel caso di Pozzolo, però, c'è una aggravante: se il fatto si verifica in un luogo in cui c'è una adunanza o concorso di persone (come era la festa di Capodanno), la pena è fino a 1 mese di arresto, inteso non come misura cautelare ma come reclusione", ha precisato de Gioia.

Omessa custodia di armi

C'è infine l'omessa custodia di armi. Secondo il giudice, "quando si hanno armi si deve avere grande diligenza, si deve dimostrare di aver avuto tutti gli accorgimenti affinché non venga usata da altri. È punibile con l'arresto da uno a tre mesi o in alternativa l'ammenda fino a 516 euro. Parliamo anche in questo caso di ipotesi di reato meno grave. È una contravvenzione, si procede d'ufficio, ma c'è una particolarità. Se viene contestata questa ipotesi vuol dire che in qualche modo è stata considerata la linea difensiva del parlamentare. Vorrei infine sottolineare che Pozzolo deteneva legittimamente l'arma per difesa personale. È già partito un procedimento amministrativo della Prefettura per la revoca del porto d'armi, a cui potrà opporsi".

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