Caso Almasri

Caso Almasri, il ministro Nordio a Fanpage.it: “Abbiamo atti che smentiscono i giornali”

“Gli atti che abbiamo smentiscono radicalmente quello che è stato riportato dai giornali”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispondendo a una domanda di Fanpage.it sul caso Almasri. Una mail che sarebbe agli atti delle indagini del tribunale dei Ministri avrebbe mostrato che il ministero era informato dell’arresto prima di quanto si pensasse.
A cura di Luca Pons
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"Riferiremo" in Aula "quando sarà il momento. Però gli atti che abbiamo smentiscono radicalmente quello che è stato riportato, non so come e perché, dai giornali". Sono le parole di Carlo Nordio, ministro della Giustizia, dopo che ieri una nuova svolta sul caso Almasri ha portato le opposizioni a chiedere la sua presenza in Parlamento. Nordio, intercettato dai cronisti prima di entrare alla conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina in programma oggi, ha risposto alla domanda di Fanpage.it sulla possibilità di chiarire la sua versione dei fatti in Aula.

La novità arrivata ieri riguarda le indagini condotte in Italia dal Tribunale dei ministri. Dagli atti delle indagini, che si avviano alla conclusione, sarebbe emersa una mail che dimostra che il ministro della Giustizia Carlo Nordio sapeva dell'arresto di Almasri, avvenuto a Torino il 19 gennaio, già il giorno stesso. E che quindi avrebbe avuto il tempo per intervenire e assicurarsi che il mandato d'arresto internazionale fosse rispettato, come prevede la legge. Per Nordio potrebbero arrivare conseguenze sia sul piano politico che giudiziario. Anche se, va detto, fino a quando la maggioranza di centrodestra lo sosterrà e l'ex magistrato resterà un ministro in carica, continuerà ad essere sostanzialmente tutelato su entrambi i fronti.

Nordio cita il generale McAuliffe: "Dimissioni? Nuts!"

"Tutto quello che è stato scritto e che ho letto in questi giorni è un poco come le leggende, sono alcune verità corredate di molte invenzioni e quindi, a parte che non posso entrare nei particolari perché c'è il famoso segreto istruttorio, la parte chiamiamola così più succulenta che ha sollevato tante polemiche non corrisponde a verità", è tornato a commentare il ministro nel primo pomeriggio, entrando in Senato per il question time. Sulla vicenda Almasri, ha puntualizzato: "Da ex magistrato sarebbe improprio se entrassi nei dettagli di una indagine che è ancora, appunto, in corso. Ripeto, quando saranno esibiti gli atti, potrete vedere chi aveva ragione e chi aveva torto". Nordio ha osservato che l'inchiesta del Tribunale dei ministri "va avanti da parecchi mesi" e ha affermato di non potersi difendere "se non attraverso esibizione magari o contestazioni specifiche su fatti specifici. È una situazione difficile perché correttezza vuole che si mantenga un certo riserbo e quindi nei limiti del possibile io non parlo. Però posso dire che quello che ho letto, questo lo dico chiaramente, non corrisponde a verità, al Parlamento ho sempre detto la verità. Più di questo cosa posso dire adesso? Quando saranno esibiti gli atti e il Tribunale dei ministri avrà fatto le sue valutazioni potremo parlarne a ragione veduta".

Ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare la richiesta di dimissioni da parte delle opposizioni, Nordio ha risposto: "Nuts! (sciocchezze in americano)". "Sapete cosa ha detto il generale McAuliffe durante la battaglia di Bastogne? ‘Nuts!'", ha detto citando la frase pronunciata dal generale statunitense Anthony McAuliffe durante la seconda guerra mondiale quando le forze tedesche inviarono una delegazione per consegnare un ultimatum di resa al comandante americano, promettendo l'annientamento totale se non si fossero arresi.

A cosa possono portare le indagini su Nordio e il caso Almasri

Per quanto riguarda le indagini, è noto da febbraio che il Tribunale dei ministri sta approfondendo la vicenda Almasri. Dopo aver acquisito tutta la documentazione necessaria e ascoltato i testimoni rilevanti, gli inquirenti sarebbero vicini alla chiusura delle indagini.

Proprio nel fascicolo costruito dai magistrati è emersa la mail ‘chiave' di Giusi Bartolozzi, la capa di gabinetto di Nordio; già il 19 gennaio, giorno dell'arresto di Almasri – quando il ministro aveva detto di aver ricevuto solo un avviso di poche righe senza dettagli né generalità – Bartolozzi ricevette una comunicazione dal Dipartimento degli Affari di giustizia (Dag), che segnalava che mancava un'autorizzazione per garantire che Almasri non fosse scarcerato. Bartolozzi rispose che era già informata e raccomandò di mantenere "riserbo e cautela".

Dunque il ministero, e di conseguenza Nordio, era già a conoscenza del caso. E non solo. Ci sarebbe anche stato un atto già pronto, solo da firmare, per mobilitare la procura generale della Corte d'appello di Roma e assicurare che Almasri fosse consegnato all'Aja. Cosa che però poi non avvenne, per motivi che il governo Meloni non ha mai chiarito in modo convincente. Anche se, stando a quanto il ministro ha detto a Fanpage, ci sarebbero atti che "smentiscono radicalmente" questa ricostruzione.

Formalmente le indagini non si sono ancora concluse, quindi non si sa se il Tribunale chiederà di archiviare il caso o di andare a processo. L'ipotesi di reato potrebbe essere quella che la procura di Roma aveva formulato prima di passare il caso al Tribunale dei ministri: omissione di atti d'ufficio, per non aver rispettato il dovere di seguire il mandato d'arresto della Corte penale internazionale.

Per conoscere la decisione dei magistrati bisognerà aspettare la chiusura delle indagini. Ma Nordio può essere piuttosto sereno: essendo un ministro in carica, toccherà eventualmente al Parlamento decidere se mandarlo a giudizio oppure no. E, vista la posizione compatta del centrodestra finora sul caso Almasri, sembra praticamente impossibile che un suo eventuale processo sia approvato.

La rottura con le opposizioni e il Parlamento

Sul piano strettamente politico, le opposizioni hanno attaccato il ministro della Giustizia con toni anche più duri del solito. Giuseppe Conte ha detto che "Nordio deve dimettersi", la segretaria del Pd Elly Schlein ha aggiunto che "un governo che mente alle Camere mente al Paese". Matteo Renzi ha chiarito: "Non mi interessa l'avviso di garanzia, ma la menzogna sistematica che questo governo mette in atto per coprire la verità, inchinandosi ai torturatori libici".

Qui il problema non sarebbe tanto l'indagine in sé, o i dettagli tecnico-legali del reato di omissione di atti d'ufficio. Ma soprattutto un punto più ampio: le presunte bugie dette in Parlamento. Se Nordio avesse dato una versione falsa del caso Almasri parlando alle Camere, e questo venisse dimostrato dalle indagini, si tratterebbe di una rottura fortissima nei confronti dei parlamentari. Anche in questo caso, però, sembra probabile che il centrodestra verrebbe il soccorso al suo ministro: difficile immaginare che un'eventuale futura mozione di sfiducia, per esempio, venga accolta.

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