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Cosa farà Giorgia Meloni sulle riforme dopo le consultazioni con le opposizioni

Dopo una lunga giornata di consultazioni la presidente del Consiglio è comparsa all’ora di cena davanti alle telecamere: “Cerchiamo una maggioranza più ampia possibile – ha chiarito Meloni – ma non a costo di venire meno agli impegni con i cittadini”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Gli incontri di Giorgia Meloni sulle riforme non sono ancora finiti, poi arriverà una proposta ufficiale da parte del governo. La lunga giornata di ieri si è conclusa con un brevissimo intervento davanti alla stampa all'ora di cena, quando era ormai perso il treno dei telegiornali della sera. "È stato un dialogo aperto, franco e collaborativo che ci ha aiutato ad avere le idee più chiare – ha spiegato la presidente del Consiglio – Continueremo con altri come la Conferenza Stato-Regioni, con i sindaci e all'esito del ragionamento, fermo restando l'impegno assunto con i cittadini in campagna elettorale, formuleremo la nostra proposta". Insomma, le riforme si faranno, con o senza la collaborazione delle opposizioni. Ma sarebbe meglio raggiungere un accordo, o almeno far vedere che si sta facendo di tutto per trovarlo.

Sintetizzando la giornata, Meloni ha spiegato che dalle opposizioni è arrivata un'indicazione chiara: "Abbiamo registrato a monte una chiusura trasversale più netta sui sistemi di modello di presidenzialismo o semipresidenzialismo". Mentre "la valutazione è più variegata sull'elezione diretta del premier". L'ex Terzo Polo vanta da tempo la proposta del sindaco d'Italia, che altro non è che un presidente del Consiglio eletto direttamente. Da parte del Partito Democratico è arrivata una bocciatura totale a qualsiasi riforma in questo senso, sia sul presidenzialismo che sul premierato, così come dal Movimento 5 Stelle, che però ha aperto a una commissione bicamerale sulle riforme.

"Noi non siamo innamorati di un sistema nello specifico e c'è la possibilità di un modello italiano – ha garantito ieri sera Meloni – non ci siamo presentati con una nostra proposta perché crediamo sia importante dialogare con le forze politiche. Abbiamo ascoltato volentieri". Perciò la presidente del Consiglio ha tenuto una porta aperta anche davanti alla proposta di Giuseppe Conte su una commissione ad hoc, l'importante è che "l'intento non sia dilatorio".

E se la strada più semplice per avere una riforma condivisa pare quella dell'elezione diretta del presidente del Consiglio, questa non piace particolarmente alla Lega, che ha già fatto filtrare malumori. Meloni ha alzato immediatamente il tiro in replica, toccando uno dei temi più cari al Carroccio: "L'autonomia e la riforma delle istituzioni centrali si tengono insieme, l'abbiamo pensato come unico pacchetto".

Ora l'importante, per Meloni, è arrivare a una bozza in tempi brevi. Si continuerà con gli incontri – ora toccherà a enti locali, sindaci e presidenti di Regione – poi arriverà il testo, o comunque un'idea di partenza da ridiscutere. L'obiettivo è anticipare l'estate, per cominciare – per usare parole della presidente del Consiglio – l'iter della "madre di tutte le riforme".

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