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Caso Almasri

Corte penale internazionale: “Nessuna conferma dell’arresto del torturatore libico Almasri”

La Corte penale internazionale conferma di non avere alcuna notizia ufficiale sull’arresto di Osama Njeem Almasri. Pochi giorni fa anche Marco Mancini, ex dirigente del DIS, a Confidential, il live show di Fanpage.it e Deepinto dedicato alle zone grigie dell’intelligence italiana, aveva messo in dubbio che fosse effettivamente in custodia.
A cura di Francesca Moriero
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La Corte penale internazionale non ha ancora ricevuto alcuna conferma dell'arresto di Osama Njeem Almasri, ricercato per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nel carcere di Mitiga. A comunicarlo al Consiglio di sicurezza dell'Onu è stata la viceprocuratrice della Cpi, Nazhat Shameem Khan, spiegando che "nelle ultime settimane abbiamo ricevuto segnalazioni del possibile arresto di Osama Njeem Almasri in Libia e stiamo cercando conferma in merito dall'Ufficio del Procuratore Generale libico". Khan ha aggiunto che la Corte "rimane concentrata sull'arresto e il trasferimento di Almasri per il processo", sottolineando come la cooperazione con le autorità libiche resti uno dei nodi più delicati nelle indagini sui crimini commessi nel Paese.

Una dichiarazione che arriva da un'altra rivelazione, quella di Marco Mancini, ex dirigente del DIS, fatta proprio pochi giorni fa, durante la nuova puntata di Confidential, il live show di Fanpage.it e Deepinto dedicato alle zone grigie dell'intelligence italiana.

Mancini: "Sicuramente non è in cella"

Ospite in studio insieme al direttore di Fanpage Francesco Cancellato, Mancini aveva ricostruito la vicenda Almasri: "Con me, capo dello spionaggio, non sarebbe entrato in Italia", aveva spiegato l'ex dirigente. "Lo abbiamo espulso perché pericoloso. Se è pericoloso, non dovrebbe proprio entrare in Italia", aveva aggiunto. "Questa persona è entrata in Italia col suo vero nome ed è andata allo stadio tranquillamente. Ma come si fa a non sapere chi era?".

Alla domanda su dove si trovasse oggi l'ex generale, Mancini aveva poi fornito un dettaglio pesantissimo, che metteva in dubbio proprio l'ipotesi di un nuovo arresto: "È vero, abbiamo sentito che è stato arrestato: ma io credo che ora lui si trovi comodamente nel suo appartamento di 400 mq con tanto di scorta. Sicuramente non è in cella".

L'episodio, avvenuto a gennaio scorso, aveva portato all'apertura di un'inchiesta per favoreggiamento nei confronti dei ministri Nordio, Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, archiviata dopo che la Camera aveva negato l'autorizzazione al processo.

Le parole di Mancini riportano però ora il tema al centro del dibattito, proprio nel giorno in cui la Cpi segnala la totale assenza di conferme sull'arresto del noto torturatore.

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