Conte: “La variante inglese spiegherebbe molte cose, non sappiamo perché cresce contagio in Veneto”

Dall'emergenza Covid-19 alla tensione nel Governo, dai rapporti tra le forze di maggioranza al grande tema Recovery plan. Giuseppe Conte a Porta a Porta interviene su tutti i temi più discussi, a partire dall'ombra che incombe sulla popolazione italiana e non solo: quella di una terza ondata di contagio da Covid. Il presidente del Consiglio ha spiegato il suo punto di vista anche sulle tanto discusse misure del decreto Natale: "Se gli esperti ci dicono che la probabilità di una terza ondata a gennaio è concreta, non ci penso due volte a introdurre e rafforzare la rete di protezione per il periodo natalizio – ha annunciato – Lasciando correre impatteremo su una impennata della pandemia".
Con le misure rafforzate per il periodo di Natale "se non arriva una variante o una terza ondata probabilmente ci muoveremo tra zona gialla e arancione", ha spiegato Conte. E si potrebbe vivere "con una certa tranquillità in attesa di realizzare il piano vaccinale". Se invece "arriva un'impennata, o una variante, ci troveremo in zona rossa e con misure più restrittive". Ora che c'è la variante inglese "che corre molto più veloce, di uno 0.70 in più e spiegherebbe molte cose – ha sottolineato il presidente del Consiglio – Non voglio avanzare ipotesi, in Veneto i dati stanno crescendo, dobbiamo capire come e perché".
Sul tema vaccino Conte ha spiegato che "non c'è ragione di credere che le persone non vi si sottopongano volontariamente". E sull'obbligo della somministrazione ai medici "c'è dibattito tra noi", ha confidato il presidente del Consiglio. "Ma aspettiamo, vediamo, sono tutte persone responsabili, sanno che di fronte a una pandemia garantire i pazienti è una priorità per tutti". Conte ha spiegato di non aver mai avuto paura di non farcela durante l'emergenza, ma "ci sono stati momenti molto difficili soprattutto all'inizio", le "prime decisioni, le zone rosse, il lockdown" e "quando abbiamo cominciato a vedere i decessi per me è stato un momento particolarmente sofferto".
La crisi di Governo che tiene banco in questi giorni, con Italia Viva e Matteo Renzi che tengono in tensione la maggioranza: "Non dico che aria di crisi non c'è stata, ma non è nelle mie mani – ha spiegato Conte – Si va avanti solo se c'è una fiducia non astratta di ciascuna forza che sostiene la maggioranza. Io l'ho dimostrato, lavoro per l'interesse del Paese". Se ci sarà necessità di un rimpasto, "sarà valutata insieme". Nessuna scommessa su una "lista Conte", per il momento.
Sul tema del Recovery fund, Conte ha sottolineato che non è mai esistita una task force come "struttura centralizzata che avrebbe sopravanzato il governo, i ministeri". Ma "ce la chiede l'Europa", perché "avremo migliaia e migliaia di cantieri, pensare che non ci sia una struttura di monitoraggio che dialoga con le strutture, che monitori e coordini tutto questo, è impensabile". E "se non riusciremo, questo Governo deve andare a casa con ignominia". Con il Mes "lasceremmo un fardello non da poco". Sulla scuola ha sottolineato la necessità di ripartire in fretta.