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Cosa si sono detti Meloni e Zelensky al consiglio Ue: “Mi ha invitato di nuovo a Kiev”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato l’incontro del Consiglio europeo di ieri a Bruxelles. Sulle tensioni con il presidente francese Macron: “Non sarei andata all’incontro con Zelensky, perché bisogna dimostrare compattezza europea”. Il presidente ucraino “mi ha ringraziata per il supporto”.
A cura di Luca Pons
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"Sono estremamente soddisfatta del protagonismo dell'Italia, si sono fatti importanti passi avanti su materie delicate". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di stamattina in cui ha parlato dell'incontro straordinario del Consiglio europeo che si è svolto ieri a Bruxelles. Tra i temi trattati dai leader europei c'è stato il nuovo Piano industriale green per l'Europa, ma soprattutto la possibilità di una stretta sull'immigrazione – con nuovi fondi europei dedicati anche alla costruzione di muri anti-migranti ai confini dell'Ue – e la questione della fornitura di armi all'Ucraina. "Con i miei omologhi, anche quelli che sembravano più distanti, abbiamo costruito un risultato importante".

Il presidente Zelensky "ha ringraziato l'Italia e mi ha invitata a Kiev"

Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha presenziato all'incontro e, dopo un discorso in apertura, ha incontrato i capi di Stato e di governo dell'Unione europea per chiedere un passo avanti nelle forniture di armi.  "La presenza del presidente Zelensky che ha dato un'immagine di compattezza. È stato ribadito che l'Unione europea intende restare a fianco dell'Ucraina con tutti gli strumenti che saranno necessari. Ho ribadito anche la piena disponibilità dell'Italia, ma era importante che al di là dei singoli Paesi lo facesse il Consiglio".

Sul faccia a faccia con Zelensky, Meloni ha detto: "È molto interessato alla vicenda del Samp-T e mi ha nuovamente invitato a Kiev. Stiamo lavorando per capire come organizzarla e poi abbiamo discusso di altre necessità che l'Ucraina ha, che riguardano la questione militare ma anche quella civile. L'Italia è stata protagonista nell'affrontare i bisogni di generatori di elettricità, penso che l'Italia abbia giocato un ruolo molto importante".

Jet all'Ucraina? Meloni non dice di no: "Non è vero che gli aiuti militari portano escalation"

Nella notte, Emmanuel Macron ha deluso le speranze ucraine di ricevere dall'Europa dei jet da combattimento: "È impossibile consegnare gli aerei all'Ucraina a breve", ha dichiarato il presidente francese. Mentre Macron ha rimandato direttamente la questione, alla stessa domanda la risposta di Giorgia Meloni è stata più vaga.

"Noi siamo stati finora disponibili a fare la nostra parte a 360 gradi" nel sostegno all'Ucraina, ha detto la presidente del Consiglio, "e questo dipende da un equilibrio della comunità internazionale. Su questo preferisco non dire di più", ha tagliato corto Meloni, "ma noi ci siamo, ci siamo sempre stati e daremo una mano quando serve".

In particolare, però, la presidente ha contestato "i timori, sentiti più dall'opposizione che dalla maggioranza, sul fatto che aiuti militari portino ad un'escalation della guerra". Su questo Meloni ha detto di "non essere assolutamente d'accordo", facendo intendere che quindi anche l'invio di jet non porterebbe automaticamente ad un'escalation del conflitto con la Russia.

Incontro Macron-Scholz-Zelensky: "Non ci sarei andata se mi avessero invitata, importante essere compatti"

Zelensky era stato invitato a Parigi mercoledì sera, il giorno prima del Consiglio europeo, in un vertice privato con Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L'esclusione dell'Italia da questo incontro ha irritato Giorgia Meloni, che ieri ha definito "inopportuno" l'invito di Macron a Zelensky.

A una domanda sul tema, la presidente del Consiglio ha detto: "Trovo alcune lettura italiane un po' provinciali. Il tema è che l'Italia è una nazione abbastanza centrale in Europa da dover dire quando non è d'accordo su qualcosa. Rispetto a una lettura del passato, quando era sufficiente per noi stare in una foto, le cose per me sono diverse. Ho fatto il mio commento non perché volevo essere invitata, ma perché sull'Ucraina è necessario dare un messaggio di compattezza. Se fossi stata invitata, avrei consigliato di non fare l'incontro".

"Non mi interessa essere in una foto su qualcosa che non condivido. Quello che era importante era la foto in 27, perché l'importante di quell'incontro era che Zelensky incontrasse i 27 leader europei. Invece ce n'erano due, e 25 sono stati esclusi. Questo non vuol dire che c'è gelo o tensione. Sono rapporti politici, non problemi personali. A volte collaboriamo, a volte non siamo d'accordo", ha concluso Meloni.

Migranti, dall'Europa "abbiamo ottenuto un cambio di passo"

Sull'immigrazione, "abbiamo ottenuto un cambio di passo", ha detto Meloni. "L'approccio messo nero su bianco ieri parte da una frase che non si era mai messa su un documento di questo tipo: l'immigrazione è un problema europeo che ha bisogno di una soluzione europea. Ci siamo concentrati sulla protezione delle frontiere esterne dell'Unione europea, tenendo conto delle differenze tra le varie frontiere, e anche della specificità dei confini marittimi".

"Non abbiamo mai visto un'attenzione adeguata dalle istituzioni europee alla rotta mediterranea, che invece viene considerata prioritaria in queste carte. Si è ragionato sui movimenti primari, cioè sull'immigrazione dall'esterno, per frenare l'immigrazione illegale. Si è parlato di risorse per i Paesi di provenienza e di transito, un lavoro che l'Italia sta facendo con l'Africa. Collaborando meglio con queste nazioni, si possono combattere i trafficanti di esseri umani".

Il problema delle migrazioni "è un problema di sicurezza, in un periodo in cui è in corso un conflitto. Dalla zona del Sahel passano, o partano, importanti flussi migratori. Quella è una zona in cui si trovano anche, ad esempio, i mercenari del gruppo Wagner. È arrivato il momento di stabilire il principio che non possono essere i criminali a fare la selezione all'ingresso in Europa". Con i Paesi africani "si può lavorare molto meglio. Potremmo aprire alle richieste ai nostri consolati in questi Paesi, e se ci sono possibilità di immigrazione legale si accoglie, e se invece qualcuno tenta di entrare in modo illegale non viene accolto".

Il tema della redistribuzione, invece, "non è mai stata una mia priorità perché è uno specchietto delle allodole per noi. Dei migranti che arrivano in Italia, si applicherebbe circa al 25%. Per noi è un tema di efficacia limitata. Dopodiché, gli accordi di redistribuzione finora non hanno funzionato".

Nuovo Piano industriale green, l'Italia chiede di poter usare i fondi del Pnrr

Sul piano economico, il punto centrale era il Piano industriale green per l'Unione europea. "Per rafforzare la competitività delle nostre imprese, i diversi Stati hanno immaginato soluzioni diverse, c'è una discussione sull'allentamento degli aiuti di Stato, richiesto soprattutto da nazioni con un maggiore spazio fiscale. È una soluzione che rischia di avere delle conseguenze in termini di pari condizioni per le altre nazioni, una questione che l'Italia ha posto. Prima di tutto chiedendo che questo allentamento sia circoscritto e temporaneo, e poi chiedendo che ci sia anche una risposta europea".

"Le crisi che abbiamo affrontato in questi anno necessitano di una discussione strategica, ad esempio sulla questione delle catene di approvvigionamento. La crisi ucraina, ma ancora prima la crisi pandemica, hanno mostrato che l'Europa deve recuperare una sua sovranità. Se non si controllano le catene di approvvigionamento, si rimane in balia degli eventi. Per questo abbiamo chiesto che la Commissione faccia una proposta su un Fondo sovrano europeo, un fondo per la sovranità strategica".

"Ci sono nazioni molto chiuse su questa ipotesi. E sappiamo che un fondo del genere richiede tempo che noi non abbiamo", ha chiarito però la presidente del Consiglio. "La proposta italiana era di una flessibilità sui fondi esistenti: abbiamo dei fondi già stanziati", come quelli del Pnrr. "Abbiamo chiesto la possibilità di usare queste risorse concentrandole sulle nostre priorità". Nel frattempo, "abbiamo chiesto che, nel patto di stabilità che verrà riformato nei prossimi mesi, non si considerino i co-finanziamenti nazionali come parte del debito pubblico".

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