Come funziona la flat tax al 5% per i giovani neoassunti proposta dalla Lega e chi ci guadagnerebbe

La Lega spinge per una flat tax al 5% per i giovani neoassunti. La proposta è nel pacchetto di emendamenti alla manovra segnalati dal Carroccio e prevede per i giovani fino a 30 anni, alla prima assunzione, un'imposta sostitutiva dell'Irpef e delle relative addizionali pari al 5% del reddito fino a 40mila euro lordi annui. È previsto anche un incentivo per i datori di lavoro che li assumono e consiste in una maggiorazione pari al 40% del costo ammesso in deduzione.
Cosa dice l'emendamento della Lega sulla flati tax per i neoassunti
L'emendamento all'articolo 37 della legge di bilancio reca la firma della senatrice leghista Elena Murelli e recita: "Al fine di favorire il primo impiego stabile dei giovani, garantendo loro salari adeguati e agevolando l’acquisizione di esperienza professionale, a decorrere dal 1° gennaio 2026 e fino al 31 dicembre 2027, in via sperimentale, ai lavoratori assunti ai sensi dell’articolo 1, commi da 100 a 108, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, (giovani under 30, ndr)si applica un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali pari al 5 per cento del reddito fino a 40.000 euro lordi annui".
La flat tax si applicherebbe a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di prima assunzione e nei quattro periodi d’imposta successivi. Per chi ha un reddito che supera i 40mila euro lordi "si applicano le aliquote e gli scaglioni di reddito stabiliti dall’articolo 11 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 2", si legge.
Per quanto riguarda i datori di lavoro che assumono, "si applica la maggiorazione del costo ammesso in deduzione" con un coefficiente "pari al 40 per cento del costo del lavoro sostenuto per tali lavoratori". I datori hanno il diritto di recedere nei primi ventiquattro mesi del rapporto di lavoro per tutte le assunzioni o le conversioni del contratto da tempo determinato a uno a tempo indeterminato realizzate a partire dal 1° gennaio 2026. Al lavoratore, passati centottanta giorni dall’inizio del rapporto di lavoro andrà riconosciuta "un’indennità per la cessazione del rapporto pari a tre mensilità lorde", si legge.
Secondo i calcoli della Lega, i costi dovrebbero aggirarsi attorno ai 200 milioni di euro l'anno per ogni annualità dal 2026 al 2028. Un totale dunque di 600 milioni che il Carroccio prevede di coprire tramite la riduzione del Fondo sociale per occupazione e formazione.