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Elezioni politiche 2022

Chi sono i big dei 5 Stelle che non saranno candidati per la regola del doppio mandato

Con la regola del doppio mandato confermata sono molti i big del Movimento 5 Stelle che non saranno candidabili alle prossime elezioni politiche: dal presidente della Camera Fico ai ministri Dadone e D’Incà.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Alla fine Giuseppe Conte ha deciso: la regola del doppio mandato è confermata in pieno. Dopo mesi di tira e molla, rinvii, voci di deroghe, ipotesi di voto degli iscritti, dichiarazioni furenti di Beppe Grillo uscite e poi smentite, altre voci di deroghe ci siamo: chi ha già svolto due mandati con il Movimento 5 Stelle non sarà ricandidato alle prossime elezioni del 25 settembre. Si tratta di un passaggio fondamentale in vista del voto imminente, perché – tra chi se n'è andato con Di Maio e chi resterà fuori per questa regola – il Movimento perderà praticamente tutti i suoi big nel passaggio da una legislatura all'altra.

Non saranno ricandidabili il presidente della Camera, Roberto Fico, la vicepresidente del Senato, Paola Taverna. E ancora: la ministra Fabiana Dadone, il ministro Federico D'Incà e l'ex guardasigilli Alfonso Bonafede. Non ci sarà spazio neanche per l'ex capo politico reggente, Vito Crimi, e per Riccardo Fraccaro. A rimanere fuori, in tutto, saranno una cinquantina di parlamentari che dovranno lasciare Montecitorio e Palazzo Madama senza poterci tornare – per ora – con il Movimento 5 Stelle.

Con un lungo post su Facebook Giuseppe Conte ha spiegato la decisione, ringraziando i parlamentari uscenti per il lavoro svolto e sottolineando che continueranno a fare politica. Anche se non è chiaro con che ruolo nel partito, eventualmente. "Abbiamo bisogno della loro esperienza, della loro competenza, della loro inguaribile passione", scrive Conte in un passaggio.

Per l'organizzazione delle liste è un assist non da poco, considerando che il Movimento 5 Stelle sarà il partito che perderà più seggi – probabilmente – rispetto a questa legislatura. Sia per effetto del calo enorme di consenso che per via del taglio dei parlamentari. Ora Conte e i suoi devono organizzarsi rapidamente e capire come presentarsi il 25 settembre. Sciolto questo nodo, che attendeva da mesi di essere affrontato, la campagna elettorale del Movimento – probabilmente in solitaria, anche questa volta – può cominciare.

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