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Chi guadagna di più in Italia e chi meno: la classifica Inps sugli stipendi privati

Nel 2024 gli stipendi dei lavoratori privati mostrano un divario netto: oltre 56 mila euro per chi lavora in banche e assicurazioni, poco più di 11 mila per alberghi e ristorazione. Secondo i dati dell’Osservatorio statistico Inps, l’occupazione cresce soprattutto nei settori che pagano meno, mentre quelli ad alta specializzazione restano stabilmente al vertice delle retribuzioni.
A cura di Francesca Moriero
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Il 2024 restituisce un mercato del lavoro ancora profondamente segnato dalle disuguaglianze retributive. I dati dell'Osservatorio statistico Inps sui lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo mostrano infatti un divario che resta ampio: a fronte di una retribuzione media di 24.486 euro lordi l'anno, la distanza tra i settori è abissale. E la dinamica dell'occupazione – più posti proprio dove gli stipendi sono più bassi – contribuisce a consolidare questo squilibrio.

Chi guadagna di più in Italia: finanza, assicurazioni ed energia

In cima alla scala salariale si confermano le attività finanziarie e assicurative, che superano i 56 mila euro lordi annui e garantiscono quasi un anno pieno di giornate retribuite; subito dietro compaiono poi i settori altamente tecnici come l'estrazione di minerali (oltre 51 mila euro) e la fornitura di energia e gas (circa 50 mila). Qui la specializzazione elevata e la continuità dei contratti fanno la differenza: quasi 300 giornate lavorate l'anno.

I settori meno pagati in Italia: ristorazione, alberghi e attività creative

All'estremo opposto i lavoratori di alberghi e ristoranti, fermi in media a 11.233 euro l'anno e con appena 183 giornate retribuite: un indicatore chiaro della precarietà strutturale del comparto. Poco meglio va alle attività artistiche e sportive (15.628 euro) e all'istruzione privata e alle supplenze della scuola pubblica (16.451 euro); tutti settori dove contratti brevi, stagionalità e part-time pesano più del ruolo o della formazione.

Le fasce di reddito si spostano, ma lentamente

Nonostante le differenze tra comparti, il 2024 segna poi un leggero miglioramento nella distribuzione dei redditi: scende la quota di lavoratori sotto i 25 mila euro, mentre crescono quelli tra 25 e 45 mila e soprattutto i più retribuiti, sopra i 45 mila euro. Un segnale positivo, ma che certamente non basta a riequilibrare un mercato dove quasi metà dei dipendenti resta comunque sotto i 20 mila euro lordi annui.

Dove cresce davvero l'occupazione: nei comparti a basso salario

Il dato più rilevante riguarda però la dinamica dell'occupazione. Tre settori spiegano da soli il 60% dei nuovi posti di lavoro del 2024:

  • alloggio e ristorazione (+100.022 addetti),
  • commercio (+66.993),
  • costruzioni (+38.196).

Tutti e tre  i settori presentano retribuzioni inferiori alla media nazionale. In altre parole, la crescita dell'occupazione italiana si concentra nei comparti più fragili, dove il costo del lavoro è estremamente basso, i contratti sono brevi e la stagionalità è forte.

Part-time e lavoro povero: il peso del carico familiare sulle donne

A determinare redditi più bassi non è però solo la qualità dei contratti, ma anche la distribuzione del lavoro di cura. Nel 2024 un terzo dei dipendenti ha avuto almeno un rapporto part-time, ma la frattura di genere è sempre la stessa: quasi una donna su due lavora a orario ridotto, contro appena il 21% degli uomini. Il dato, insomma, non è assolutamente neutro. Il part-time, spesso non scelto ma "ereditato" dalla necessità di conciliare lavoro, figli, gestione della casa e assistenza ai familiari, ricade in modo sproporzionato quasi sempre sulle lavoratrici; il risultato è che le donne restano sovraesposte ai contratti discontinui e alle riduzioni di orario, con effetti diretti non solo sulla retribuzione annua, ma anche sulla carriera e sulle future pensioni.

La fotografia dell'Inps lo conferma: sotto i 20 mila euro lordi l'anno si colloca il 46,1% dei dipendenti, ma la percentuale si riduce drasticamente – al 27,1% – se si guarda solo a chi lavora sempre full time. Segno che il combinato disposto tra part-time e responsabilità familiari continua ad alimentare il lavoro povero, soprattutto femminile.

Un Paese che si muove a due velocità

Il quadro finale racconta insomma un' Italia ancora profondamente divisa: mentre una parte della forza lavoro riesce lentamente a salire nelle fasce retributive medie e alte, l'espansione dell'occupazione avviene soprattutto nei settori più deboli, dove gli stipendi restano bassi e le tutele minori. Un mercato del lavoro che cresce, sì, ma in larga parte dove si paga poco. E che continua a lasciare concentrate le retribuzioni più alte in pochi comparti ad alta specializzazione, lontani dalla realtà della maggioranza dei lavoratori.

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