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Chi è Federica Mogherini, l’ex ministra italiana fermata a Bruxelles e accusata di frode in Ue

Federica Mogherini, 52 anni, è stata deputata del Pd, ministra degli Esteri nel governo Renzi e Alta rappresentante dell’Unione europea. Dal 2020 è rettrice del Collegio d’Europa: questo è il ruolo che oggi la vede indagata per frode in appalti pubblici. È stata fermata e poi rilasciata a Bruxelles.
A cura di Luca Pons
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Federica Mogherini, 52 anni, nata a Roma il 16 giugno 1973, è indagata in un'inchiesta per frode della Procura europea. Mogherini ha iniziato la sua carriera politica nelle giovanili del Partito comunista italiano, per poi unirsi ai Democratici di sinistra e in seguito al Partito democratico, anche se negli ultimi anni ha lasciato la politica attiva.

È stata ministra degli Esteri italiana nel 2014, con il governo Renzi, e in seguito Alta rappresentate dell'Ue per gli Affari esteri dal 2014 al 2019. Oggi è rettrice del Collegio d'Europa, e su questo si concentra l'indagine per la quale è stata fermata ieri a Bruxelles. Tra le accuse a carico degli indagati ci sono frode in appalti pubblici, corruzione, conflitto d'interessi e violazione di segreto professionale.

Chi è Federica Mogherini, ex ministra italiana accusata di frode in Ue

Federica Mogherini è nata a Roma il 16 giugno 1973. È figlia di Laura Vivaldi (nota come Ida Fossa), attrice poi diventata architetta, e del regista Flavio Mogherini. Cresciuta nella capitale, si è laureata in Scienze politiche all'Università La Sapienza.

Attiva in politica fin dagli anni della scuola, ha ricoperto anche diversi incarichi in organizzazioni giovanili come lo European Youth Forum, la Ecosy (Organizzazione della gioventù socialista nella comunità europea) e il Forum della gioventù della Fao. Nel corso della sua carriera ha poi svolto due mandati da deputata del Pd prima di essere scelta da Matteo Renzi come ministra degli Esteri – la più giovane di sempre – e poi ricoprire la carica di Alta rappresentante Ue. Dopo quell'incarico, si è inserita nel mondo delle istituzioni europee con l'incarico al Collegio d'Europa.

La carriera politica: dalle giovanili del Partito comunista al ministero degli Affari esteri

L'esperienza politica di Federica Mogherini iniziò nella giovanile del Partito comunista italiano, chiamata Federazione giovanile comunista italiana, a cui si iscrisse a sedici anni. Il suo attivismo proseguì sia al di fuori che dentro le strutture di partito. A 23 anni, dopo la fine del Pci, si unì alla giovanile del Partito democratico di sinistra, per i quali fu anche responsabile Esteri. Nel 2001 entrò nel Consiglio nazionale dei Democratici di sinistra, e da qui partì la sua carriera in senso più stretto.

Dopo aver ricoperto diversi ruoli per i Ds, arrivando ad essere la responsabile Esteri sotto Piero Fassino, il primo grosso salto arrivò con Walter Veltroni. L'allora sindaco di Roma e segretario del neonato Partito democratico la scelse nel 2007 come responsabile Riforme e istituzioni nella segreteria.

Da qui venne la candidatura e l'elezione alla Camera nel 2008. Poi si avvicinò alla corrente di Dario Franceschini, che da segretario del Pd nel 2009 la nominò responsabile degli Affari comunitari. Nel 2013 venne rieletta deputata, e nello stesso anno il nuovo segretario dem Matteo Renzi la rese responsabile per l'Europa del Pd. Fino a quel momento, quindi, la sua carriera era stata soprattutto all'interno delle gerarchie di partito.

Con Renzi arrivò il secondo grande scatto. Nel febbraio 2014, anche andando contro il parere iniziale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l'allora presidente del Consiglio la indicò come ministra degli Esteri. Era solo la terza donna a ricoprire l'incarico, dopo Susanna Agnelli (nel 1995) ed Emma Bonino (nel 2013), e la persona più giovane in assoluto a farlo: aveva 40 anni.

Federica Mogherini in Ue: da Alta rappresentante al Collegio d'Europa

Dopo appena otto mesi al governo, Mogherini venne subito promossa in Europa. La spinta arrivò sempre da Matteo Renzi, che dopo l'ottimo risultato del Pd alle elezioni europee di quell'anno (il 40% dei voti) aveva intenzione di indicare un esponente del suo partito per la carica di Alta rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri. Un incarico che si potrebbe definire da ‘ministra degli esteri' dell'Unione europea.

Le ricostruzioni dell'epoca vogliono che fosse Massimo D'Alema, molto gradito ai Socialisti, il destinatario naturale del ruolo. Ma Renzi riuscì a portare Mogherini alla carica. Nei suoi anni da Alta rappresentante, Mogherini fu responsabile ad esempio dell'accordo con l'Iran sul nucleare, visto che nel 2018 gli Usa guidati da Donald Trump avevano deciso di abbandonarlo.

Ci furono gli elogi, per la capacità di Mogherini di mediare, ma anche le critiche. Nel tempo arrivò anche una rottura con il Pd di Matteo Renzi che l'aveva aiutata a raggiungere quell'incarico. In particolare, a fine 2015 sarebbe arrivato uno scontro aperto – ma privato – con il presidente del Consiglio italiano, che avrebbe chiesto a Mogherini di non prendere parte a un vertice europeo su Libia e Iran a cui erano presenti la Francia, la Germania e la Gran Bretagna, ma l'Italia non era stata invitata. L'Alta rappresentante andò comunque all'incontro.

Alla fine del suo mandato, Mogherini ha di fatto lasciato la politica attiva. È rimasta a vivere in Belgio, forte della rete di contatti costruita negli anni. A settembre 2020 è stata nominata rettrice del Collegio d'Europa, un istituto di formazione privato molto prestigioso per politici e amministratori europei. La sua nomina sarebbe stata spinta da Herman Van Rompuy, ex presidente del Consiglio europeo e presidente del Consiglio di amministrazione del Collegio. L'incarico ha sollevato qualche polemica, vista la giovane età di Mogherini ma soprattutto la sua formazione da politica, e non da accademica, come era stato per i precedenti rettori.

L'inchiesta sui fondi Ue e l'accusa di frode

Oggi è proprio la condotta di Mogherini da rettrice del Collegio che è finita all'attenzione degli inquirenti della Procura europea. L'ex ministra, che un anno fa è stata confermata per il suo secondo mandato alla guida dell'istituto, è accusata di frode in appalti pubblici – tra le altre cose – perché avrebbe ottenuto grazie ai suoi contatti un vantaggio ingiusto in un bando dell'Unione europea.

Si tratta, in particolare, di un bando con cui l'Ue nel 2022 lanciò la sperimentazione dell'Accademia diplomatica dell'Unione europea. Un nuovo corso di formazione, di nove mesi, dedicato ai giovani diplomatici. Doveva essere assegnato a un istituto privato, e si presentarono sei scuole di alto livello.

Vinse il Collegio d'Europa: 130mila euro subito, oltre a circa 600mila per il vitto e l'alloggio degli studenti. Poi altri 960mila euro l'anno successivo, con un nuovo bando. E, ora che l'Accademia è passata da sperimentazione a corso permanente, 3,4 milioni di euro assegnati negli ultimi due anni.

Il fatto è che, secondo gli inquirenti, il Collegio d'Europa avrebbe conosciuto in anticipo i requisiti del bando, e anche per questo avrebbe poi vinto. L'esempio più lampante sarebbe l'acquisto di un edificio da 3,2 milioni di euro, avvenuto proprio in concomitanza con l'apertura del bando. La struttura sarebbe poi stata usata come dormitorio per gli iscritti alla nuova Accademia. E, guarda caso, il bando chiedeva proprio di avere delle infrastrutture per l'accoglienza degli studenti.

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