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Che fine farà lo Spid: il governo convoca i gestori dell’identità digitale

Se le convenzioni per la gestione dello Spid non verranno rinnovate tra qualche mese, il sistema di identità digitale rischia di spegnersi. Ma il governo è in trattativa con i gestori: il nodo da sciogliere riguarda i costi.
A cura di Annalisa Girardi
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Con la scadenza delle convenzioni per la gestione dello Spid, prevista per aprile 2023, il sistema di identità digitale potrebbe essere sostituito. L'ipotesi è che si decida di puntare invece sulla carta di identità elettronica. Il problema è legato ai costi che i gestori, degli enti privati, devono sostenere: con 33 milioni di utenti, questi chiederebbero allo Stato circa 50 milioni di euro all'anno per coprire i costi del servizio. Bisogna quindi trovare una soluzione condivisa, altrimenti lo Spid rischia di "spegnersi" nei prossimi mesi.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica, l'esponente di Fratelli d'Italia Alessio Butti, ha annunciato che dalla prossima settimana convocherà i gestori dell'identità digitale per un confronto. Intanto una commissione di esperti (che è stata nominata presso il Dipartimento per la trasformazione digitale) sta lavorando con tutti gli attori coinvolti, per definire un calendario di trattative e un'agenda di riferimento,

Già oggi Butti ha incontrato Assocertificatori, che rappresenta i fornitori della maggior parte dei servizi digitali. Quindi lo Spid, ma anche la Pec e la firma digitale. Tra i suoi soci, per nominarne alcuni, ci sono Aruba e le Poste (a cui fa riferimento il 76% dei profili Spid esisenti). Il sottosegretario avrebbe ribadito la volontà, da parte del governo, di trovare una soluzione condivisa. E sostenibile.

"Vista la criticità che il servizio riveste, siamo disposti ad accettare un’ulteriore proroga di alcuni mesi, a patto che ci sia la volontà politica di affrontare il problema della sostenibilità economica del sistema. Siamo disponibili a collaborare per definire insieme una strategia", ha detto da parte sua il presidente di Assocertificatori, Carmine Auletta, al Corriere della Sera.

Nel concreto i gestori chiedono al governo che venga istituito un fondo per coprire le spese di gestione, ma anche per finanziare investimenti nell'innovazione. Questo fondo, appunto, dovrebbe avere un valore per lo meno pari a 50 milioni di euro. Anche contando che altri enti, ad esempio l'Inps, ne hanno risparmiati forse molti di più grazie al sistema di identità digitale.

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