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Morte di Silvio Berlusconi

Charlie Hebdo ricorda Silvio Berlusconi: riferimenti alla mafia, a Trump e alle Olgettine

La rivista satirica francese Charlie Hebdo ha pubblicato un articolo in ricordo di Silvio Berlusconi. Tra i passaggi legati alla sua vita politica, il riferimento ai legami con la mafia e al rapporto con l’estrema destra, che renderebbe Donald Trump un suo “erede”.
A cura di Luca Pons
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Nel giorno della morte di Silvio Berlusconi, a 86 anni, molti esponenti del mondo politico – e non solo – hanno condiviso il lutto della famiglia dell'ex presidente del Consiglio: sia chi negli anni è stato suo alleato, sia chi è stato suo avversario. Non sono mancate, però, delle voci fuori dal coro: ad esempio quella di Potere al popolo. Tra queste, come era prevedibile, anche la rivista satirica francese Charlie Hebdo non ha fatto mancare il suo contributo.

"Il Padrino Silvio Berlusconi è morto", è il titolo piuttosto eloquente dell'articolo firmato dal caporedattore della rivista, Gérard Biard. Il sottotitolo spiega che si tratta di un pezzo "per rendergli omaggio…a modo nostro". L'articolo si apre domandandosi dove sceglierà di andare Berlusconi dopo la morte: se in paradiso ("così scopriremo finalmente il sesso degli angeli, perché Berlusconi non è un tipo intersezionale, ha cercato per tutta la vita di incarnare il maschio latino in tutto il suo splendore e la sua arroganza") o all'inferno, nel qual caso "Satana farà meglio ad aggrapparsi alla sua sedia, perché arriva un serio concorrente e c'è l'aria di un colpo di Stato".

"Mani pulite voleva tagliare i legami tra mafia e politica, e invece…"

Biard passa poi all'attacco satirico sul piano politico. Ripercorrendo la carriera di Berlusconi, scrive che "ironicamente l'inchiesta Mani pulite aveva lo scopo di tagliare il cordone ombelicale tra certi partiti politici italiani – certo la Democrazia cristiana, ma anche il Partito socialista – e la mafia siciliana. Invece, ha involontariamente aperto la porta al più mafioso, al più corrotto, al più abile e al più disinibito di tutti". L'ex presidente del Consiglio è stato "uno dei pilastri  irrinunciabili della politica italiana degli ultimi trent'anni, nonostante più di trenta processi per frode fiscale, corruzione, falso in bilancio, finanziamento illecito al partito, malversazione di fondi pubblici, associazione mafiosa, prostituzione minorile…".

"Da lui una serie di eredi, il più di successo è stato Trump"

Per Charlie Hebdo, l'ultimo mandato di Berlusconi alla guida del governo – dal 2008 al 2011 – è stato "un vaudeville disgustoso, essenzialmente scandito da affari con escort non sempre maggiorenni e da serate di ‘bunga bunga'". Al contrario, però, il suo ingresso in politica ha avuto "tutta un'altra importanza, con delle conseguenze che sono andate ben oltre i confini dell'Italia". Infatti, Berlusconi è stato "il primo miliardario a entrare in politica, scolpendo nel marmo l'idea che lo Stato è un'impresa come le altre e che il cinismo può fare il lavoro della morale".

Da lui, per il giornalista, "sono arrivati una bella serie di avatar, dei quali Donald Trump è stato quello che ha avuto più successo". Berlusconi è stato "il primo a parlare di ‘toghe rosse' e a teorizzare il ‘complotto' dei magistrati". Ma soprattutto, è stato il primo "che ha de-demonizzato l'estrema destra, portandola al governo fin dal suo primo mandato, quando si alleò con i post-fascisti di Alleanza nazionale e con i regionalisti xenofobi e antieuropeisti della Lega Nord". L'articolo si conclude così: "Ci mancherà? No. Se non altro perché oggi abbiamo molto a che fare con i suoi eredi".

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