Cellulari in classe, cosa rischiano da quest’anno gli studenti che li usano a scuola

A partire da quest'anno scolastico, che a giorni verrà tornare in classe tutti i ragazzi, il ministro dell'Istruzione Valditara ha introdotto una novità: stop ai cellulari in classe per tutti gli studenti, anche nel tempo libero come la ricreazione o tra una lezione e l'altra, non solo alle elementari e medie, ma anche alle superiori.
Ma cosa rischia chi non rispetta la norma? Si parla di sanzioni graduali per i trasgressori, fino alla sospensione. È Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi a spiegare all'Ansa il quadro normativo: "Le sanzioni devono rispettare il principio di gradualità, deve esserci corrispondenza tra la gravità della infrazione e la serietà della sanzione. Possono esserci vari tipi di sanzione, anche un rimprovero scritto, una sorta di censura, si può andare dalla nota alla sospensione. Ma non sono esclusi altri provvedimenti, a seconda di ciò che decide l'Istituto".
Cosa rischia chi utilizza i cellulari in classe nonostante lo stop
Le sanzioni saranno necessarie non solo per normare il divieto ma anche perché molte scuole, in mancanza di alternative valide, permetteranno ai ragazzi di lasciarli spenti nello zaino. "Nella stragrande maggioranza dei casi l'unica possibilità sarà far tenere i telefoni negli zainetti, non utilizzarli e quindi se qualcuno poi venisse visto col cellulare in mano incorrerebbe nella infrazione prevista dal regolamento adottato dal proprio istituto", ha spiegato Giannelli.
Il presidente dei presidi ha spiegato che posso esserci vari tipi di sanzione, che varieranno da scuola a scuola, "anche un rimprovero scritto, una sorta di censura e si può andare dalla nota fino alla sospensione". Si andrà quindi dalla semplice ammonizione alla nota scritta, fino al sequestro dei cellulari e alla sospensione, da tre a sei giorni. In alcuni istituti, dopo il sequestro del telefonino, potrebbe arrivare la convocazione dei genitori, a cui poi lo smartphone verrebbe restituito, dopo un colloquio.
Chiaramente la misura della sospensione inciderebbe sul voto in condotta, che da quest'anno ha un'incidenza maggiore sia sul voto finale sia sulla promozione: con il 5 in condotta lo studente deve ripetere l'anno, con il 6 viene rimandato a settembre, quando dovrà portare un elaborato sui temi dell'educazione civica.
Per chi proprio non riuscirà a rinunciare a controllare le notifiche sul proprio dispositivo potrebbe scattare anche l'obbligo di lavori socialmente utili, previsti appunto dalla riforma sul voto in condotta di Valditara: lo studente potrebbe essere chiamato a svolgere attività di cittadinanza attiva presso associazioni o onlus. Ma se il divieto di usare i cellulari in classe dovesse ripetersi più volte, i giorni di sospensione stabiliti dal consiglio di classe potrebbero essere anche più di 6.
Cosa pensano i presidi delle nuove norme sui cellulari in classe
Come ha spiegato al Messaggero anche Cristina Costarelli, preside dell'Istituto Galileo Galilei di Roma e presidente Anp Lazio, oltre alle sanzioni sono previsti anche interventi per spiegare ai ragazzi i rischi di un uso prolungato del cellulare, secondo quanto indicato anche nella circolare. Nella direttiva in questione infatti sono citate diverse ricerche sui danni che un uso eccessivo degli smartphone possono causare: nel testo cella circolare vengono citati uno studio delll'Ocse del 2024 e il parere dell'Oms sul report "A focus on adolescent social media use and gaming in Europe, central Asia and Canada".
Diversi studi scientifici svolti dall'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che messo in evidenza una corrispondenza tra l'utilizzo del telefono in aula e un calo negli apprendimenti.
Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma e preside del liceo scientifico Pio IX, in un'intervista rilasciata a Fanpage.it per la newsletter ‘La Nostra Scuola', ha raccontato che un simile divieto, da dirigente scolastico, l’ha introdotto già da anni. Ma secondo lui non può essere solo la scuola a farsi carico del problema dell'uso smodato dei cellulari da parte dei ragazzi. "La scuola è già intervenuta, ma è una battaglia impari, è una battaglia persa. I cellulari vengono ritirati la mattina e restituiti ai ragazzi al termine della giornata scolastica, e ci sono studenti che magari portano in classe un secondo smartphone nascosto nello zaino, pur di rimanere sempre connessi. È una dipendenza a tutti gli effetti, abbiamo notizie di cronaca di ragazzini in crisi d’astinenza che finiscono in ospedale. Certamente lo stop a scuola non basta", ha sottolineato Rusconi.
Secondo il presidente dell'Anp di Roma servirebbe invece un intervento più forte da parte delle famiglie: "Lo sappiamo benissimo che i ragazzi fuori dalla scuola stanno 4-5 ore della loro giornata con il cellulare in mano. Però consentire agli studenti di portare lo smartphone durante le lezioni significherebbe abbassare drasticamente la loro capacità di concentrazione. Le dico di più, nel nostro liceo ci sono gli iPad da diversi anni, ma stiamo pensando di toglierli, come hanno fatto in Svezia, perché quando i ragazzi hanno davanti lo schermo, cominciano a navigare su Internet. In una classe di 28 persone, come fa l’insegnante a controllare e richiamare tutti? E non è possibile neanche risolvere il problema con un disturbatore di segnale, un dispositivo che blocca i segnali wireless, perché impedirebbe all’insegnante l’uso della lavagna interattiva multimediale. L’unico sistema è quello di vietarli, pur prevedendo eventualmente deroghe, con buon senso, caso per caso".
Come faranno le scuole a far applicare il divieto di smartphone in classe
Il punto è però come concretamente i singoli istituti riusciranno a far rispettare a tutti le regole? Visto che la gestione è in capo ai singoli istituti, potrebbero aprirsi una serie di problemi logistici. Per esempio, se i cellulari vengono ritirati all'inizio delle lezioni, dove vengono conservati? Non tutte le scuole sono infatti dotate di armadietti con lucchetto per sistemare gli smartphone degli alunni fino a fine giornata. E acquistarli da zero comporterebbe un costo troppo elevato, che non tutte le scuole potrebbero permettersi. E tra l'altro si porrebbe anche un altro tema: chi dovrebbe custodire eventualmente le chiavi dell'armadietto fino al termine della giornata, visto che i docenti si avvicendano tra loro e magari cambiano classe da un'ora all'altra? Le modalità per far applicare le norme non sono infatti specificate nella circolare che lo scorso giugno il ministro Valditara ha inviato ai presidi, e ogni scuola si organizzerà diversamente, nel rispetto dell'autonomia scolastica.
Secondo il Codacons andrebbero anche previste sanzioni anche per quegli istituti che non faranno rispettare le nuove disposizioni. "I telefonini in classe – dice l'associazione – non solo rappresentano una fonte di distrazione, ma spesso sono utilizzati dagli studenti per compiere atti di bullismo e per gravi violazioni della privacy. Va bene quindi prevedere sanzioni graduali fino alla sospensione per i trasgressori, ma analoghe sanzioni anche pecuniarie vanno previste per chi non farà rispettare i nuovi divieti". Il Codacons invita i genitori a segnalare all’associazione le scuole che non fanno rispettare i divieti sull’uso dei telefonini in classe, ed è pronto a denunciare i presidi alle Procure per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.