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Caso Regeni, news sulle indagini

Caso Regeni, Fico attacca: “Al Sisi mente, non ci vuole dare la verità e non vuole un processo”

Dopo che il Parlamento italiano ha sospeso i rapporti con quello egiziano il presidente della Camera Roberto Fico torna ad attaccare Al Sisi: “Ho capito che questo Stato non ci vuole dare la verità, che Al Sisi mente perché non manda avanti il processo. Se loro non vanno avanti non possiamo avere rapporto sereno”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non è possibile per le istituzioni italiane accettare che lo Stato egiziano sia così reticente nell'avviare un processo". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, al Festival del giornalismo di Perugia. All'inizio dell'incontro, con un lungo applauso, è stato srotolato sul palco uno striscione per chiedere verità su Regeni. "Il problema è che non è neanche iniziato un processo" , ha detto Fico, che auspica che la Camera approvi la creazione di una commissione d'inchiesta il ricercatore rapito il 25 gennaio 2016 e brutalmente ucciso.

"Quando sono andato da Al Sisi a settembre ho cercato di richiamarlo alle sue responsabilità, ho detto che ci sono stati depistaggi e che un rapporto tra le istituzioni non poteva continuare senza passi in avanti. Sono stati incontri carichi di tensione, lui ha assicurato che avrebbe rimosso ogni ostacolo per arrivare alla verità. Sono passati diversi mesi. Ho capito che questo Stato non ci vuole dare la verità, che Al Sisi mente perché non manda avanti il processo. Io ho interrotto ogni tipo di diplomazia con il parlamento egiziano, se loro non vanno avanti non possiamo avere rapporto sereno. Mi auguro che la Camera dei deputati approvi una commissione di inchiesta su Regeni".

Non è la prima volta che Fico ammonisce l'Egitto. A gennaio, in occasione della fiaccolata per ricordare il giovane ricercatore, aveva detto: "In questo momento c'è una situazione di stallo dovuto alla poca disponibilità a collaborare della procura del Cairo con la procura di Roma. Se sussiste questo stallo vanno rivisti i nostri rapporti economici". A proposito della possibilità di richiamare l'ambasciatore italiano, aveva affermato: "Questa è una questione che valuterà il ministro degli Esteri, ma è chiaro che più si va avanti e più provvedimenti dovranno essere presi".

La decisione del Parlamento italiano di interrompere ogni relazione diplomatica con quello egiziano è arrivata lo scorso 29 novembre: "Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo", aveva dichiarato Fico. Fino ad ora tutti gli appelli sono rimasti inascoltati.

Fico difende Saviano

Il presidente della Camera attacca anche il ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha denunciato il giornalista Roberto Saviano per diffamazione: "Credo che la querela di Salvini a Saviano sia stato un errore. Visto che il ministro dell'Interno ha il potere di decidere sulle scorte e Saviano è sotto scorta, io non l'avrei denunciato". Fico ha poi risposto alle domande sul tema delle querele temerarie. "Il problema delle querele temerarie si può risolvere in due modi – ha precisato – Il primo è: se perdi la causa mi dai quello che hai chiesto come risarcimento. Il secondo: aboliamo la possibilità di querela e difendiamo tutti i giornalisti che sono scortati. Purtroppo siamo un paese dove mafia e criminalità sono potentissime". 

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