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Caso Metropol, archiviata l’inchiesta sui fondi russi alla Lega. Salvini: “Attendiamo scuse da tanti”

L’inchiesta sul caso Metropol si chiude con l’archiviazione. La Gip di Milano ha infatti accolto la richieste dei pm milanesi sulle indagini dei presunti fondi russi alla Lega. “Adesso aspettiamo le scuse di tanti, e prepariamo le querele per molti”, ha twittato Salvini.
A cura di Annalisa Girardi
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L'inchiesta sul caso Metropol si chiude con l'archiviazione. La Gip di Milano, Stefania Donadeo, ha accolto la richiesta dei pm e archiviato le accuse di corruzione internazionale per Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, rispettivamente presidente dell'associazione Lombardia-Russia, avvocato ed ex banchiere. Al centro dell'indagine c'era una presunta trattativa con tre intermediari russi per una compravendita di petrolio: 65 milioni di dollari che sarebbero serviti, secondo l'ipotesi iniziale dell'accusa, a finanziare le casse della Lega. Alla fine, però, il caso è stato archiviato.

Perché i pm avevano chiesto l'archiviazione

Già all'inizio del 2023 la procura di Milano aveva chiesto l'archiviazione. La ragione? Assenza di prove ed effettivi riscontri su un tentativo concreto di finanziare il Carroccio con i rubli russi. Né erano emersi elementi concreti sul fatto che Matteo Salvini, segretario della Lega (comunque mai indagato in questo ambito), fosse a conoscenza della trattativa e degli incontri avvenuti all'hotel Metropol di Mosca, teatro di tutta la vicenda.

Il decreto per l'archiviazione del caso è stato depositato questa mattina. Nonostante sia stato accertato che i tre "mediatori italiani legati alla Lega" si attivarono per "concludere transazioni commerciali con fornitori russi di prodotti petroliferi", che avrebbero avuto lo scopo di finanziare la campagna elettorale del Carroccio, non è mai stato individuato un pubblico ufficiale russo come destinatario delle presunte tangenti. Insomma, non si è mai configurato il reato.

Il commento di Matteo Salvini

Sebbene fosse "verosimile" che Salvini "fosse a conoscenza delle trattative portate avanti", "non sono mai emersi elementi concreti sul fatto che il segretario della Lega abbia personalmente partecipato alla trattativa, o comunque abbia fornito un contributo causale alla stessa", scrivevano i pm già alcuni mesi fa. Salvini non sarebbe inoltre stato a conoscenza "del proposito di destinare una quota parte della somma ricavata dalla transazione ai mediatori russi perché remunerassero pubblici ufficiali russi". Tra gli intermediari russi era stato individuato Ilya Yakunin, uomo vicino all'allora ministro dell'Energia russo, e Andrey Kharchenko, ex agente dei servizi segreti.

L'indagine è durata circa tre anni e mezzo. Alla fine, la conclusione è che non ci sarebbe stato alcun finanziamento illecito alla Lega. "Il tempo è sempre galantuomo", si era limitato a commentare Salvini alla notizia della richiesta di archiviazione da parte dei pm. Oggi ha aggiunto: "Adesso aspettiamo le scuse di tanti, e prepariamo le querele per molti".

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