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Caso Almasri

Caso Almasri, Giusi Bartolozzi indagata per false dichiarazioni ai pm: è la capo di gabinetto di Nordio

Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio, è indagata per false dichiarazioni a un pubblico ministero. Il fascicolo riguarda la gestione del caso Almasri da parte del governo Meloni, e l’indagine è della Procura di Roma.
A cura di Luca Pons
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Giusi Bartolozzi, la capo gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio, è indagata nell'ambito del caso Almasri. Risulta che Bartolozzi sia stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Roma: l'accusa è di aver rilasciato false dichiarazioni al pubblico ministero, un reato previsto dall'articolo 371 bis del Codice penale. L'articolo in questione sanziona chi "rende dichiarazioni false ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito", e prevede come pena la reclusione fino a quattro anni.

Bartolozzi è indagata nell'ambito di un'altra inchiesta, in cui il ministro Nordio è iscritto al registro degli indagati per omissione di atti d'ufficio e favoreggiamento. Dal ministero della Giustizia non è ancora arrivata una reazione ufficiale, ma "non ci sarebbe alcuna preoccupazione", secondo quanto fatto filtrare a diverse agenzie di stampa.

Il ministro Nordio ha espresso "piena e incondizionata solidarietà" a Bartolozzi, dicendo che "ha sempre agito nella massima correttezza e lealtà, informandomi tempestivamente ed esaurientemente delle varie fasi della vicenda Almasri e di tutti gli aspetti ad essa relativi". Un aspetto controverso della vicenda è proprio quando Nordio sia venuto a conoscenza dei fatti, dato che Bartolozzi aveva risposto a una mail sul caso Almasri già il giorno stesso dell'arresto, dicendo di essere "informata".

Perché Giusi Bartolozzi è indagata nel caso Almasri

Bartolozzi sarebbe indagata per le dichiarazioni che aveva rilasciato al Tribunale dei Ministri, che nelle scorse settimane ha indagato sul ruolo del ministro della Giustizia Carlo Nordio nel caso Almasri. Nordio è indagato, in un fascicolo che per ora è separato, per omissione di atti di ufficio e favoreggiamento. Sull'eventualità di proseguire con un processo, per lui, dovrà votare a settembre la Camera – ed è quasi scontato che la maggioranza di centrodestra bocci la richiesta dei magistrati.

L'ipotesi di reato ai danni di Bartolozzi, invece, per il momento apparterrebbe a un'indagine separata che riguarda lo stesso caso. Il nome di Bartolozzi era emerso nelle cronache in estate: era stato pubblicato uno scambio di mail in cui appariva che la capo gabinetto di Nordio chiedesse ai magistrati competenti sul caso Almasri di mantenere il massimo riserbo.

Basandosi su testimonianze e atti del procedimento, gli inquirenti ritengono che Bartolozzi avrebbe avuto un ruolo importante in come è stato gestito il caso Almasri, da quando la Corte penale internazionale ha inviato il mandato d'arresto nei confronti del militare libico, fino a quando l'uomo è stato liberato e subito rimpatriato perché non era stato possibile completare le procedure per la convalida dell'arresto.

Sia Bartolozzi che Nordio avevano nettamente smentito questa versione dei fatti. Parlando a Fanpage.it, Bartolozzi aveva detto di essere "assolutamente convinta" che la questione di Almasri fosse stata gestita senza errori o irregolarità e di sentirsi "più che serena", e aveva allontanato del tutto l'ipotesi di dimissioni a seguito della bufera mediatica.

Le reazioni della politica, Bonelli (Avs): "Rischia di essere il Watergate italiano"

"L’iscrizione di Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro Nordio, per falsa testimonianza un fatto di enorme rilievo politico e istituzionale", ha dichiarato il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli. "Il caso Almasri rischia di diventare il Watergate italiano", ha aggiunto Bonelli, perché "mina la credibilità delle istituzioni". Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha commentato: "È necessario e doveroso che ci sia un accertamento completo e approfondito della catena di responsabilità", perché il ministro Nordio "sta trascinando nel fango il ministero della Giustizia".

"È probabilmente l'inevitabile seguito di una vicenda vergognosa che da gennaio infanga il buon nome e la credibilità delle nostre istituzioni", hanno scritto in una nota i rappresentanti del M5s nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato. "In quelle tragiche 48 ore il governo italiano ha fatto scempio della legalità e della trasparenza per far scarcerare Almasri e accompagnarlo in Libia con gli onori del volo di Stato" e "nei giorni successivi i ministri Piantedosi e Nordio hanno mentito al Parlamento e a tutti gli italiani". Il Movimento ha chiesto a Giorgia Meloni di "rispondere di fronte al Paese e al Parlamento per questa vicenda disgustosa".

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